Il ruolo del Padre nella Antica Grecia

Per comprendere il padre oggi è necessario guardare all’antica Grecia (800-500 a. c.) . Le differenze che si incontrano in ogni epoca e in ogni luogo della Grecia sono sensibili. Esisteva però un denominatore comune rappresentato dal dominio del padre, ovvero da una cultura patriarcale che escludeva donne e minori.

L’esposizione del neonato, l’infanticidio e l’aborto erano mezzi comuni di controllo demografico il cui potere era ufficialmente nelle mani del capo famiglia. I padri greci sono stati spesso descritti come severi, affettivamente distanti , non propensi alla vicinanza fisica con i loro figli, caratterizzati da un forte controllo dei sentimenti nei momenti di dolore. Ma in realtà questi comportamenti convivevano con un profondo affetto da parte del padre e il rapporto padre-figlio godeva di un importante riconoscimento sociale.

Ai padri, infatti ,era richiesto ,come primo gesto nei confronti del figlio appena nato, di accoglierlo nella famiglia compiendo un riconoscimento di paternità vero e proprio. Il  padre dopo 10 giorni dalla nascita del figlio lo presentava ai membri della phratria, una sorta di raggruppamento di famiglie con spiccata funzione di mutuo soccorso nei confronti dei suoi membri. Inoltre al padre spettava ufficialmente il compito di decidere il nome del figlio. Socrate sosteneva a tal proposito che dare un bel nome al proprio figlio fosse compito degno della cura paterna. Mentre alla madre spettava l’allevamento e la cura del figlio , il padre interveniva verso i sette anni di età per occuparsi della sua educazione, anche se spesso questa veniva affidata ad un precettore. Una volta divenuto adulto il figlio aveva l’obbligo di occuparsi del padre prendendosene cura e mantenendolo. Perciò il rispetto, l’ubbidienza e la sottomissione da parte dei figli non erano solo un dovere morale ma anche un obbligo sociale e giuridico. Infatti la trascuratezza nei confronti dei genitori veniva punita con conseguenze anche politiche. Quindi nell’antica Grecia padre e figlio erano legati da un rapporto di reciproca cura : il padre si doveva prendeva cura dell’educazione del piccolo e il figlio una volta divenuto adulto si sarebbe preso cura del padre durante la vecchiaia di quest’ultimo[1].

[1] Ibidem

di Carlotta Sabbatini

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