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La mappa non è il territorio: il concetto di mappa in PNL

La mappa non è il territorio: cosa significa

La PNL usa il concetto di Korzybski: la mappa non è il territorio

 

Roberto Desiderio

 

 

Mappe di realtà

Uno dei concetti fondamentali della PNL è quello di mappe di realtà. Noi non siamo direttamente in contatto con il mondo esterno, la realtà viene continuamente trasformata dalla nostra attività cerebrale, dai nostri sensi e dal background familiare e culturale che filtrano le informazioni. Non esiste quindi una sola realtà e non è corretto supporre che l’altro colga nello stesso istante le stesse informazioni che cogliamo noi e le elabori nello stesso modo in cui le elaboriamo noi.

“La mappa non è il territorio”

Il modello del mondo che noi creiamo non può essere considerato come il territorio, ma come la mappa che lo rappresenta. Quali informazioni vengono ritenute e quali perdute dipende da dove la mente focalizza la sua attenzione e come la focalizza. In altre parole su cosa si sta concentrando e in che modo lo fa, come opera connessioni e distinzioni. Il modo di assumere le  informazioni nell’ambito di un’esperienza, di metterle in relazione e di rendersele disponibili così da poterle utilizzare in contesti analoghi o ritenuti tali, è molto personale e per ciascuno diverso.

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Contenuto e struttura della mappa

La mappa della persona è costruita sulle percezioni del reale, variamente filtrate, ed è composta da tutto il materiale proveniente dalle sue esperienze di vita consciamente o inconsciamente ricordate, dalle varie rappresentazioni mentali riguardanti il passato, il presente e il futuro, sentimenti, pensieri, decisioni, convinzioni, ricordi, aspettative. Tutti questi contenuti mentali sono comunque codificati in modalità sensoriali: visive, auditive, cenestesiche, gustative e olfattive. Questo perchè sono basate su dati di percezione e perchè, quando si esprimono, rivelano una struttura sensorialmente basata. E’ proprio questa struttura che interessa principalmente il programmatore neurolinguistico. La PNL non si interessa dei contenuti quanto piuttosto dei processi che arrivano a comprendere le sequenze degli avvenimenti sensoriali interni che una data persona realizza in un determinato momento e poter intervenire, sia che si tratti di un problema, di una risorsa o della ristrutturazione di un contenuto.

I Filtri

Il modo in cui le persone costruiscono la propria mappa del mondo riguarda complessi processi neurologici in cui hanno influenza fattori ambientali, culturali, familiari e personali.  L’individuo, letteralmente immerso in un fiume di input sensoriali, ha a disposizione una serie di filtri che gli permettono di acquisire dall’ambiente in maniera selettiva informazioni utili alla sua sopravvivenza. Questi filtri sono di tre tipi:

  • filtri neurologici : permettono di percepire solo una piccola porzione dei fenomeni fisici che ci circondano. Abbiamo esperienza del mondo attraverso i nostri sensi: vista, udito, tatto, gusto e olfatto ma ci sono fenomeni fisici che stanno al di fuori dei limiti di questi cinque canali sensoriali, (per es. percepire onde luminose di lunghezza compresa tra i 400 e i 700 nanometri o i suoni compresi fra i 20 e i 20.000 cicli al secondo). Un primo modo in cui i nostri modelli del mondo differiranno necessariamente dal mondo in sé è dato dal fatto che il nostro sistema nervoso deforma e cancella sistematicamente intere parti del mondo reale.  Esso, quindi, costituisce il primo insieme di filtri che distinguono il mondo (il territorio) dalla nostra rappresentazione del mondo (la mappa).
  • filtri determinati da fattori socio culturali: sono costituiti da fattori genetici sociali, cioè da quel complesso delle categorie o filtri cui siamo soggetti come membri di un sistema sociale: la lingua, la religione, la morale e tutte le altre finzioni operanti per consenso della società. I vincoli sociali sono identici per i membri della stessa comunità sociolinguistica, ma vi è un gran numero di comunità socio-linguistiche diverse. Tali filtri sono facilmente superabili: lo dimostra ad esempio il fatto che riusciamo a parlare più di una sola lingua; vale a dire che riusciamo ad usare più di una serie di categorie o filtri linguistici sociali per organizzare la nostra esperienza.
  • filtri di tipo personale: il modello del mondo di ogni persona è squisitamente unico come unica è la sua storia e la sua esperienza personale. Ognuno ha una sua personale maniera di strutturare l’esperienza, il suo modo di vedere le cose del mondo e di sentire l’impatto emotivo delle situazioni esperenziali, le sue abitudini, le sue regole e norme. Questa terza serie di filtri è il fondamento delle profonde differenze che ci separano come esseri umani e del modo in cui creiamo dei modelli del mondo.

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