La Psicologia dell’Adolescenza secondo Erikson

L’adolescenza è la fase più delicata nella vita di ogni individuo, nella quale
emerge la personalità e l’identità di ognuno. Sempre più spesso si sentono casi di
suicidio in questo stadio di vita individuale. Verrà analizzato il fenomeno del
suicidio durante l’adolescenza, l’incidenza del fenomeno in Italia negli ultimi anni.
Verrà anche preso in considerazione un fenomeno sempre più diffuso e
preoccupante, quello del Cyber-suicidio.

Erik H. Erickson, partendo da alcune teorie di Freud, crea degli stadi che
presuppongono una completa soddisfazione del compito esistenziale. Analizzando
la fase dell’adolescenza, egli ritiene che il soggetto deve costruire la propria
identità. Soprattutto nella ricerca relativa all’identità sessuale, il processo può
sfociare in gesti estremi perché la scoperta della sessualità è una tappa
fondamentale, che potrebbe non essere in sintonia con la cultura e l’ambiente in cui
l’adolescente vive.
Se l’identità non viene sviluppata adeguatamente, si crea un Io non strutturato, un
Super-Io scarno, incapace di porre dei freni efficaci, e un Es molto sviluppato e
quindi una prevalenza della soddisfazione pulsionale.
Gesell e Ilg (1946) hanno elencato gli stadi di sviluppo nelle varie età: il
preadolescente si interroga sulla vita dopo la morte e resta scettico sulla sua reale
esistenza; l’adolescente focalizza gli interessi speculativi e filosofici sulla vita dopo
la morte, predomina il timore di quest’ultima, accompagnato da un’intensa reazione
emozionale.

Nello stadio delle operazioni formali, dai 12 anni in su, i soggetti raggiungono un
pensiero completamente maturo. Il pensiero è oggettivo, astratto, logico e ipotetico.
Si comprendono le leggi della natura, i processi fisici e il tempo21.
Durante l’adolescenza, l’organismo va incontro a numerose trasformazioni che
possono mettere in crisi il senso di sé del ragazzo e il corpo diventa il luogo di
conflitti emotivi e della scarica di tendenze aggressive. In questa fase di vita
possono emergere comportamenti aggressivi rivolti contro il sé e che colpiscono il
corpo, come la tossicodipendenza, i disturbi alimentari, gli atti autolesivi e i
tentativi di suicidio. Anche l’orientamento sessuale è un altro aspetto legato alle
caratteristiche personali dei giovani che tentano o commettono il suicidio. I giovani
omosessuali rappresentano un gruppo a rischio. I fattori di rischio individuali sono
quindi: precedenti tentativi di suicidio, disturbi mentali (depressione),
predisposizione biologica, cattiva gestione dello stress, particolari tratti della
personalità. L’attacco al corpo diventa un modo per far notare agli altri che si esiste,
questo è il motivo di tatuaggi e piercing, di anoressie, di abuso di alcol e sostanza,
dalla ricerca del rischio22.
A livello di pensiero la capacità di elaborare e gestire le frustrazioni e i conflitti, di
soddisfare gli impulsi è ancora immatura. A questa età infatti, prevale un
comportamento impulsivo.
Durante la fase dell’adolescenza si percepisce quasi esclusivamente il presente che
spinge il giovane a sentirsi prigioniero di un destino inevitabile, in quanto non si
percepiscono le dimensione passate e future, perciò l’adolescente vive una
situazione di crisi in cui non esistono altre prospettive da cui poter osservare il
problema.
Durante l’adolescenza l’impulsività è maggiore rispetto all’età adulta, e può essere
in parte determinata dagli importanti cambiamenti strutturali che avvengono in
questa età.

Il suicidio è una delle principali cause di morte per gli adolescenti, determinato da
più fattori e che si verifica solitamente in adolescenti vulnerabili. Il fattore di rischio
più significativo per il suicidio adolescenziale è un tentativo di suicidio precedente.
Altri fattori di rischio sono rappresentati dalla presenza di disturbi dell’umore,
abuso di sostanze, fattori psicologici, eventi di vita stressanti (abusi fisici e
sessuali), malattie fisiche, croniche o debilitanti, disturbi d’ansia, anoressia, disturbi
di personalità, soprattutto di tipo borderline, caratterizzato da relazioni
interpersonali instabili, immagine di sé e dell’umore instabili, impulsività che può
portare ad abusi di sostanze23.
Nella prima fase dell’adolescenza il senso di perdita delle speranze accompagna
l’ideazione suicidaria. Un adolescente raramente espone una precisa motivazione
per spiegare il gesto suicida24.
Il suicidio e il tentato suicidio nella maggior parte degli adolescenti non sono
prevedibili, nonostante si pensi che un soggetto si suicidi perché non ha ricevuto
l’aiuto necessario e non sia stato compreso al momento opportuno.
Il gesto del suicidio, soprattutto negli adolescenti, spesso non è chiaro, a livello
conscio, nemmeno a chi lo compie, perciò nasce la necessità di spiegare e
comprendere il motivo del tentativo di autodistruzione di un giovane.
Il suicidio non si può spiegare in maniera sufficiente secondo una legge con validità
generale.
L’adolescente che tenta il suicidio può avere un disturbo di personalità,
comportamenti asociali, un Io inadeguato, rapporti interpersonali distorti.
Si devono focalizzare gli aspetti individuali, quindi la personalità e lo stato di salute
mentale del giovane, e gli aspetti interpersonali e contestuali, cioè le sue relazioni e
l’ambiente familiare e sociale, in quanto si può comprendere l’attacco
autodistruttivo.
Ciascun adolescente vive momenti di umore depresso collegati a sentimenti di
perdita, dovuti soprattutto al distacco dai genitori. Qualora l’Io fosse incapace a

fronteggiare la fase di passaggio e di separazione-individuazione, si verifica il
fallimento con il ricorso al suicidio.
Un adolescente che tenta il suicidio esprime un disagio psicologico che incontra nel
timore di vivere. Il contesto sociale in cui viviamo oggi, nonostante i giovani
crescano nel mito del progresso, dell’evoluzione sociale e del predominio della
ragione, non accetta la sofferenza, il dolore, e porta i giovani a nasconderli e
negarli, vedendo come unica via d’uscita da situazioni ritenute impossibili da
affrontare, il suicidio e dare così un significato alla propria vita, comunicando il
desiderio per una società meno indifferente, intollerante e violenta.
I giovani tentano di richiamare l’attenzione del mondo esterno ostile nei loro
confronti, che li ignora, li svaluta come persone, li considera invisibili, inutili e
incapaci e da ciò nasce un grande disagio che porta un adolescente fragile o
disturbato interiormente a non superare l’impatto con la vita sociale25.
François Ladame (1987) ritiene che l’adolescenza sia una fase specifica e unica
dello sviluppo umano, in quanto in nessun altro periodo della vita l’apparato
psichico è sottoposto a cambiamenti altrettanto profondi e completi. Durante questa
fase si deve raggiungere l’acquisizione di un’identità sessuale fissa e irreversibile,
in cui l’adolescente deve riorganizzare i rapporti con il proprio corpo, con le figure
genitoriali e con i coetanei. Una caratteristica dell’adolescenza è la tensione tra
progressione e regressione, quest’ultima interessa sia la sfera pulsionale sia l’Io,
cioè la centrale operativa della personalità. Dal punto di vista emotivo, il passaggio
all’età adulta è caratterizzata dalla capacità di intimità e dalla possibilità di stare
soli. Nell’adolescenza deve emergere l’io dal noi, si deve cioè sviluppare una
autonomia, ci si deve prendere la responsabilità dei propri pensieri e azioni, e in ciò
hanno un ruolo determinante i genitori, la cui funzione principale è quella di
assicurare lo sviluppo di tutti i suoi membri. Quando uno dei membri entra
nell’adolescenza l’intero equilibrio familiare viene riorganizzato ed è importante
definire una barriera intergenerazionale che presuppone una gerarchia tra il
sottoinsieme dei genitori e quello dei figli.
25VOLTERRA

Stierlin distingue tre modalità di transazioni patologiche del processo di
separazione: vincolo, delega, espulsione.
Il vincolo, il cui principio patologico è rappresentato dal fatto che le soddisfazioni
fondamentali e le sicurezze essenziali si possono ottenere solo attraverso la
famiglia; può esercitarsi a livello affettivo, intellettivo o cognitivo. La più nociva è
quella che avviene a livello cognitivo perché corrisponde a una violazione del
pensiero.
La delega consiste nel fatto che i genitori affidano all’adolescente una missione al di
fuori della famiglia, dettata dalle esigenze dei genitori e non del figlio. Certi
adolescenti si ritrovano trasformati in genitori dei loro genitori e questo fenomeno si
osserva quando uno o entrambi i genitori non è riuscito a portare a termine il
proprio processo di separazione dai loro genitori.
L’altro tipo di impedimento all’individuazione dell’adolescente si verifica quando,
appena il figlio entra nell’adolescenza, alcune famiglie lo sottopongono a un
processo di espulsione. La scomparsa, sia fisica sia emotiva dell’adolescente, è
ritenuta necessaria per trovare una soluzione alla crisi dei genitori. Si sacrifica il
figlio perché ritenuto superfluo per il rapporto coniugale.
L’incapacità dei genitori di servire da contenitori per le preoccupazioni e i conflitti
dell’adolescente si manifesta attraverso il crollo del genitore dello stesso sesso, che
comporta spesso un’inversione dei ruoli e provoca difficoltà nell’identificazione
dell’adolescente.
Il tentativo di suicidio corrisponde a un arresto del moto dialettico dell’esistenza del
soggetto, tra dentro e fuori, in cui sono ancora uniti io e non io. Un’altra visione del
mondo ritiene che esiste solo la realtà interna e si percepisce il proprio universo solo
come lo si concepisce, ed è qui che si colloca il giovane suicida.
La modifica delle strutture psichiche avviene con conflitti soprattutto interiori e con
un lavoro di lutto di ruoli superati, nei quali ci si sentiva protetti, lutto
dell’investimento di certe immagini di sé e degli oggetti: questa rinuncia comporta
molta sofferenza, angoscia e depressione26.
26Cfr.

Spesso, i ragazzi che tentano il suicidio soffrono di depressione, ma presentano altri
fattori di rischio, ad esempio un cattivo rapporto con i genitori, o la presenza di altre
diagnosi psichiatriche.
Durante questa fase della vita, la personalità sta ancora prendendo forma e quindi
altera gli equilibri psicologici preesistenti.
L’adolescente si trova a dover regolare da solo confini che fino ad allora sono stati
gestiti dalla famiglia, perciò alcuni momenti depressivi sono normali perché legati a
sentimenti di perdita e paure per il futuro. In questo periodo della sua vita
l’adolescente è in bilico tra il bisogno di autonomia e il desiderio di dipendere e
farsi ancora guidare dai genitori. Per alcuni adolescenti le difficoltà che incontrano
in questa fase della vita ricca di cambiamenti fisici e psicopatologici, possono essere
tali da superare le capacità di elaborazione personale e, in presenza di fattori di
rischio, possono indurre a pensare al suicidio.
L’adolescente vive un senso d’impotenza nell’affrontare problemi che gli sembrano
insormontabili, che può trasformarsi in angoscia e rabbia che si ripercuotono in
maniera aggressiva verso il sé e il proprio corpo27.
Durante una seduta terapeutica, è stato chiesto a un ragazzo di 10 anni, che ha
tentato il suicidio più volte, quali fossero i suoi pensieri sulla morte e cosa sarebbe
accaduto se fosse morto e lui ha risposto così:
«La vedo come due corridoi lunghi e bui. Un corridoio è la morte l’altro è la vita. Io
cammino lungo il corridoio della vita e ci sono due stanze. Una stanza è buia e
spaventosa, e l’altra è piena di luce e sembra interessante. La stanza con la luce ha
dentro molte cose divertenti, come giochi e giocattoli, ed è piacevole starci. Quando
esco da quella stanza e entro nell’altra, questa è buia e spaventosa e ci sono voci e
rumori di ogni sorta, ed ho paura di star lì. Anche nel corridoio della morte vi sono
due stanze. Una è simpatica e tranquilla e ci si sta volentieri, e l’altra è la più
spaventosa di tutte. Lì è assolutamente terribile, ed io svelto scappo nel corridoio e
continuo a camminare finché arrivo ad un muro e non posso andare oltre. Così mi

volto indietro e mi accorgo che all’improvviso c’è un altro muro di fronte a me e non
posso andare né avanti né indietro28.»

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