La tecnica del Metamodello in PNL – tutta la tecnica in questo articolo! –

IL METAMODELLO in PNL

COS’E’ IL METAMODELLO

Il metamodello è uno strumento linguistico. Il modo in cui organizziamo e assembliamo le informazioni, si ritrova nella struttura del nostro linguaggio. Il linguaggio che ogni persona usa è la comunicazione esterna di quella che è la sua mappa, un modello della mappa, e quindi un metamodello. Nel processo di semplificazione della realtà, necessario a renderci disponibili le informazioni più utili al nostro funzionamento, è indispensabile procedere per generalizzazioni, cancellazioni, deformazioni. Queste funzioni le troviamo nel nostro modo di esprimerci.

Con il linguaggio noi dichiariamo continuamente quali sono le convinzioni che sono alla base dei nostri comportamenti.

La struttura del linguaggio tende a stabilizzarsi: le esperienze hanno originato delle convinzioni, la loro ripetizione ha rafforzato queste convinzioni e favorito lo stabilirsi di alcune connessioni.

Il linguaggio inoltre influenza a sua volta il modo di fare l’esperienza, nella direzione di rafforzare le convinzioni piuttosto che smentirle. Così può diventare una gabbia.

Per stabilire un certo equilibrio è necessario conservare la possibilità di adeguare le nostre risposte e riorganizzare la mappa.

Spesso la rigidità del nostro linguaggio, espressione della nostra struttura profonda, ci impedisce di andare in questa direzione. Noi usiamo il linguaggio per rappresentarci la nostra esperienza (chiamiamo questa attività ragionare, pensare, fantasticare, raccontare) e per  comunicarci a vicenda il nostro modello o rappresentazione del mondo (lo chiamiamo parlare, discutere, scrivere, cantare…).

“Quando comunichiamo non siamo consapevoli del processo con cui scegliamo le parole per rappresentare la nostra esperienza. Non ci rendiamo conto del modo  in cui ordiniamo e strutturiamo le parole che scegliamo…Dire che la nostra comunicazione, il nostro linguaggio, è un sistema significa dire che ha una struttura, che c’è qualche  insieme di regole che determina quali successioni di parole avranno un senso, rappresenteranno un modello della nostra esperienza”

(Bandler-Grinder, La struttura della magia, p.40).

 Nella quotidianità ci esprimiamo attraverso una struttura superficiale del linguaggio che cancella, generalizza e deforma , riduce e impoverisce quindi, quella che chiamiamo struttura profonda del nostro linguaggio, cioè la rappresentazione linguistica completa della nostra esperienza.

“Quando gli uomini desiderano comunicare la loro rappresentazione, la loro esperienza del mondo, formano della loro esperienza una rappresentazione linguistica completa, che è chiamata struttura profonda. Quando cominciano a parlare, effettuano una serie di scelte (trasformazioni) relative alla forma in cui comunicheranno la loro esperienza. In genere queste scelte non sono scelte coscienti…Tuttavia, quando operiamo queste scelte, il nostro comportamento è regolare e conforme a certe norme. Il procedere a questa serie di scelte (una derivazione) porta ala struttura superficiale…In sé, questa struttura superficiale può essere considerata la rappresentazione della rappresentazione linguistica completa: la struttura profonda. Le trasformazioni cambiano la struttura della struttura profonda – sia cancellando sia mutando l’ordine delle parole – ma non cambiano il significato semantico. Il modello di questo processo è, un modello di ciò che facciamo quando rappresentiamo e comunichiamo il nostro modello – un modello di un modello – un metamodello. Questo metamodello rappresenta le nostre intuizioni sulla nostra esperienza” (Bandler-Grinder, La struttura della magia, p.53).

Scopo del metamodello è quello di arricchire, di accrescere la flessibilità e la variabilità di risposta delle persone: più sono le informazioni disponibili, maggiore diventa la possibilità di scelta. Alcune domande molto semplici hanno la funzione di recuperare le informazioni mancanti, di indurre alla specificazione, di disconnettere alcuni collegamenti arbitrari e non funzionali  per allargare la nostra mappa.

Generalizzazioni, cancellazioni e deformazioni sono definite “violazioni” del metamodello.

Le domande che portano alla specificazione  sono definite “confrontazioni”.

Ci sono violazioni fondamentali, cioè quelle connesse ai sistemi di credenze della persona e violazioni sintomatiche, quelle che forniscono indizi sulla possibilità di risalire ad una violazione fondamentale.

 

LA GENERALIZZAZIONE

 

 È il procedimento con il quale elementi o parti del modello di una persona vengono staccati dalla loro esperienza originaria e giungono a rappresentare l’intera categoria di cui l’esperienza è un esempio.

Per esempio è utile sapere generalizzare dall’esperienza di una bruciatura al contatto con una stufa rovente alla regola che le stufe roventi non vanno toccate. Quindi la nostra capacità di generalizzare è essenziale per affrontare il mondo. Con questo meccanismo possiamo utilizzare la nostra memoria, la nostra esperienza passata, per risolvere problemi in situazioni simili.

D’altra parte lo stesso processo di generalizzazione potrebbe portarci a stabilire delle regole che di volta in volta possono essere opportune o meno. La generalizzazione può diventare un meccanismo bloccante quando ad es.  si è morsi da un cane e concludiamo  che tutti i cani mordono.

Ci impedisce pertanto di fare delle distinzioni che potrebbero darci una più completo insieme di scelte nell’affrontare una particolare situazione.

Da qui se ne deduce che non esistono generalizzazioni giuste, ma ciascun modello dev’essere valutato nel suo contesto.

 

LA CANCELLAZIONE

 

E’ il procedimento con cui, selettivamente, prestiamo attenzione a certe dimensioni della nostra esperienza e ne scartiamo altre.

Così facendo possiamo utilmente orientarci nell’enorme quantità di dati che ci provengono dal mondo esterno attraverso i nostri organi di senso. Un esempio e’ quello della madre che non si sveglia per nessun rumore, ma che è in grado di percepire anche un flebile respiro del proprio bambino.

Anche la cancellazione tuttavia può farci perdere, nel suo uso deleterio, importanti aspetti dell’esperienza quotidiana.

La cancellazione riduce il mondo a proporzioni che ci sentiamo in grado di maneggiare. Questa riduzione può essere utile in alcuni contesti, ma può essere fonte di sofferenza in altri.

 

LA DEFORMAZIONE

 

E’ il procedimento che ci permette di operare cambiamenti nella nostra esperienza di dati sensoriali.

Possiamo letteralmente trasformare la realtà introducendo dei cambiamenti nella nostra esperienza sensoriale : ad esempio mentre facciamo le prove di un discorso che terremo più tardi, noi stiamo deformando la realtà attuale.

 

LE VIOLAZIONI FONDAMENTALI

Deformazioni:

Presupposti

Causa-effetto

Equivalenza complessa – Lettura della mente

Performativo mancante

Cancellazioni:

Falsi avverbi

LE VIOLAZIONI SINTOMATICHE

Cancellazioni:

Nominalizzazioni

Mancanza di indice referenziale

Cancellazioni semplici

Mancanza di comparativo

 

 Generalizzazioni:

Quantificatori universali

Operatori modali

 

GENERALIZZAZIONI

Quantificatori Universali

Parole che riguardano condizioni assolute:

tutti, nessuno sempre, mai, ogni volta

E’ in atto un meccanismo di ipergeneralizzazione.

Si dà un valore universale a qualcosa che non lo è.

In questo caso è utile ribadire le affermazioni del soggetto, al fine di sottolineare con la voce i quantificatori universali emersi nella conversazione, così da dimostrare l’assurdità della frase.

E’ utile anche ricercare il controesempio.   Es.:

Sono sempre sfortunato                   Proprio sempre?
Non mi ascolta mai                           Non ti ricordi di una volta in cui ti ha ascoltato?

Operatori Modali

La struttura superficiale espressa da questa forma di generalizzazione implica spesso regole che le persone hanno elaborato.

Frasi come ad esempio: “Devo essere buono con le persone” implicano spesso delle credenze e convinzioni che possono rivelarsi disfunzionali per la persona. In questo caso sarebbe importante chiedersi che cosa accadrebbe se non fossimo buoni… Cioè conoscere la reale portata delle conseguenze che si avrebbero nel caso che la persona non riuscisse a fare ciò che dichiara.

Abbiamo:

Operatori modali di necessità = devo, non devo, bisogna, è necessario

 

Bisogna essere seri                

 

   

Cosa accadrebbe se non lo fossi?

Non devo commuovermi quando…   Cosa accadrebbe se ti commuovessi?

Operatori modali di possibilità = non posso, è possibile, è impossibile, sono in grado di, non sono in grado di

Non è possibile fare…      Cosa te lo impedisce?

 

 operatori modali di volontà = voglio, non voglio

Si confronta solo quando c’è incongruenza. La domanda in questo caso è: come lo sai?

 

CANCELLAZIONI

Cancellazioni semplici

Quando non è specificato l’argomento.

ES.:

 Mio marito è insensibile      Cosa lo rende insensibile?
 

Sono stanco                 

 

     

Di che cosa?

Non so che fare                            A proposito di cosa?

 

Mancanza di comparativo

Riguarda i comparativi e i superlativi. La parte cancellata della struttura profonda è uno dei termini della costruzione del comparativo o del superlativo relativo (manca il secondo termine di confronto).

Es.:

 E’ più bravo 

 

    Di chi?
E’ la migliore       Rispetto a chi?

Falsi avverbi

Sono gli avverbi che finiscono in  -mente , spesso risultato di cancellazione degli argomenti di una parola di processo, o verbo, della struttura profonda. Si può verificare parafrasando la frase in questo modo:

Cancellare il suffisso –mente dall’avverbio della struttura superficiale e collocare il radicale davanti alla nuova struttura superficiale che si sta creando

Anteporre al radicale la forma verbale impersonale è

Chiedersi se questa nuova struttura superficiale abbia lo stesso significato dell’originaria struttura superficiale del soggetto/cliente Se la nuova frase è sinonima dell’originaria, l’avverbio è derivato da un verbo della struttura profonda e vi è stata cancellazione.

Es.:

 Ovviamente i miei genitori non mi amano =

E’ ovvio che i miei genitori non mi amano

Confrontazione: Per chi è ovvio?Come lo sai?

Mancanza di indice referenziale

Quando non è specificato il soggetto della frase.

Es.:

Qualcuno dice
Chi lo dice?
La gente mi maltratta Chi ti maltratta?

Verbi non specificati
Quando non è specificato il processo indicato dal verbo.
Es.:

Lui mi aggredisce

In che modo specificatamente ti aggredisce?

DEFORMAZIONI:

Presupposti
E’ tutto ciò che il soggetto dà per scontato, come vero, nel suo messaggio:
Es.:
Non so se dimenticherò mai il dolore che mi hai fatto

Presupposto:
Tu mi hai fatto dolore

Viene dato per scontato che tu mi hai causato un dolore. L’unica cosa che viene messa in dubbio è se potrò dimenticare o no.
I presupposti tendono a superare il filtro della coscienza e ad accedere direttamente all’inconscio, influenzando le rappresentazioni contenute nella nostra mappa del mondo.
I presupposti più pericolosi sono quelli che contengono credenze irrazionali, disfunzionali e dannosi.

Causa effetto
E’ un enunciato linguistico e in cui la persona è ritenuta responsabile diretta dei sentimenti di un’altra:
Es.:
Tu mi fai soffrire In che modo specificamente?

Indica la credenza che le persone possono influire direttamente sui sentimenti di altri.
La causa effetto è anche una cancellazione: viene cancellato un pezzo di esperienza, quella del soggetto che crede ciò.
La struttura è: X causa Y.
Compito del programmatore è di togliere il legame di causalità.

Equivalenza complessa
E’ una descrizione linguistica in cui si dà un significato ad un comportamento:
Es.:

Se taci significa che non sei interessato
In che modo il fatto che io taccia significa che non sono interessato? Non ti è mai successo che una persona interessata taccia?

La struttura è: X significa Y

Lettura della mente
E’ l’attribuzione di un sentimento che proviamo noi ad un altro senza averne prova concreta. Si basa sul presupposto che una persona possa conoscere pensieri e sentimenti di un’altra persona senza una diretta comunicazione da parte di quest’ultima.:
Es. :

So che mi odi Come fai a saperlo?

Performativo mancante
Si ha quando la descrizione linguistica – normalmente un giudizio di valore – non riporta l’autore che esprime l’opinione.
Es.:

E’ giusto fare in questo modo Giusto per chi?

Spostamento di indice referenziale
Quando non è specificato che il soggetto della frase è la persona che parla.
Es.:

Sono triste. Quando vedi certe cose, come fai a sopportarle? Di chi parli? Di te o di me?

Nominalizzazioni
Sono verbi che si sono trasformati in un nome. E’ un processo trasformazionale complesso con il quale una parola che nella struttura profonda designa un processo si presenta nella struttura superficiale come una parola di evento o nome; ad esempio: depressione, benessere.
L’individuazione delle nominalizzazioni ha lo scopo di aiutare il cliente a ricollegare il suo modello linguistico al processo dinamico in atto della vita. In particolare aiuta a vedere che quanto egli aveva considerato un evento, compiuto e fuori del suo controllo, è un processo in corso che può essere cambiato.
Secondo alcuni autori le nominalizzazioni fanno parte delle deformazioni, secondo altri delle cancellazioni. Infatti le nominalizzazioni sono complesse ed è difficile che si presentino da sole: il più delle volte comportano anche cancellazioni.
Es.:

Nominalizzazioni Riconversioni
Non sopporto la tua resistenza Sono sorpreso che tu mi resista

La gente ha bisogno di comprensione

La gente ha bisogno di essere compresa

La tua domanda mi ha sdegnato
Mi sdegno per quello che mi chiedi

Confrontazioni:
In che modo specificamente ti resisto?
In che modo ha bisogno di essere compresa? Chi specificamente ha bisogno di essere compreso?
Cosa nella mia domanda ti provoca sdegno?

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