Le sette e il controllo mentale sono un pericolo per la salute fisica e psicologica

Le sètte: un allarme sociale in crescita
Negli ultimi decenni, nel mondo occidentale, si sta assistendo al diffondersi di gruppi religiosi o pseudo religiosi, piccole o grandi comunità organizzate ispirate a forme di religiosità nuove, esotiche e comunque alternative rispetto alle confessioni tradizionali, o ancora a dottrine di tipo magico. Questi gruppi hanno caratteristiche tali da rappresentare dei veri e propri pericoli per la libertà personale, la salute dell’individuo, la proprietà, l’educazione e le istituzioni democratiche.

“Infatti, se in base al dettato costituzionale “tutte le confessioni sono libere di fronte alla legge” (art.8), è necessario che i rispettivi statuti “non contrastino con l’ordinamento giuridico”, e inoltre, se “tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma,
individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto” (art. 19), è pur sempre imprescindibile che “non si tratti di riti contrari al buon costume”.

Il fenomeno è talmente allarmante che è stato definito dal Ministero dell’Interno “un crescente allarme sociale”.
“Uno dei rapporti emessi dal Comitato per le Libertà Civili e degli Affari Interni del Parlamento Europeo incoraggia il Parlamento a considerare gli aspetti problematici dei culti pericolosi come gli abusi fisici e psicologici, e i pericoli per la sicurezza pubblica.

Il Parlamento Europeo invoglia gli stati dell’Unione “ad essere più rigorosi verso quei culti religiosi che potrebbero danneggiare i giovani e i più vulnerabili […] e ad assicurarsi che venga resa disponibile una informazione sui pericoli dell’appartenenza ai culti” secondo quanto riportato dall’ “Indipendent” di Londra l’11 luglio 1998.”

È raro trovare simili attività di prevenzione sulle sètte nelle organizzazioni di governo, nonostante la violenza ampiamente pubblicizzata di cui sono stati protagonisti alcuni culti 1 Rapporto del Dipartimento di Pubblica sicurezza, Sètte religiose e nuovi movimenti magici in Italia, negli anni scorsi e le cupe statistiche di questo problema poco compreso.

Infatti, mentre le tragedie avvenute nelle sètte o per loro mano hanno ricevuto grande copertura mediatica, molti fatti relativi alle sètte stesse vengono di rado divulgati al grande pubblico.

“Il problema delle sètte è così importante che le possibilità che un familiare vi entri sono più grandi di quelle che ha di ammalarsi di varicella, 4 volte maggiori di quelle di contrarre l’AIDS, 90 volte di contrarre la scarlattina e 45.000 la polio [Dr. Paul Martin, esperto di Sètte e direttore del Wellspring Retreat & Resource Center, Ohio, USA].

Il 25% dei milioni di appartenenti alle sètte nel mondo “soffriranno di danni irreversibili e permanenti che intaccheranno la loro capacità di adeguata funzionalità emotiva, sociale, familiare e professionale” sostiene il Dr. Martin.

Per ogni persona che entra in una sètta molti altri subiscono l’impatto: genitori, figli, amici e famiglia soffrono perdite personali e spesso anche economiche.”

Rispetto alla portata del danno sociale e individuale causato dalle sètte, sono ancora troppo poche le organizzazioni che aiutano a prevenirne o a minimizzarne le conseguenze.Il più delle volte si tratta del lavoro svolto da singoli o da organizzazioni no-profit che studiano il fenomeno, assistono membri ed ex membri, perseguono legalmente chi si rende colpevole di reati ed abusi correlati alle sètte ed informano il prossimo sulla loro pericolosità.

Secondo il Dr. Martin “a confronto con altri problemi sociali o sanitari la distruzione portata dal sèttarismo distruttivo è il problema sociale, mentale e sanitario meno studiato, più accantonato e ignorato […] Se i sintomi manifestati da ex membri fossero attribuibili ad un virus sarebbe considerata una epidemia su scala mondiale…”.

L’educazione e l’informazione sono fondamentali per aiutare i membri a lasciare un gruppo distruttivo a cui si sentono legati. Secondo la Dott.sa M. T. Singer, il 90% dei membri a cui viene data la possibilità di allontanarsi dal gruppo per qualche giorno e a cui
viene fornita piena informazione, lascerà l’organizzazione distruttiva.

“Il Parlamento Europeo ha proposto soluzioni focalizzate all’educazione e alla prevenzione. Il 14 Luglio 1998 la United Press International ha riportato che il Parlamento sta dando priorità alla “protezione dei cittadini a mezzo informazione e consigli, “permettendo agli individui di fare una scelta indipendente ed informata e fornendo assistenza se desiderano uscire da una sètta”.” Secondo la UPI, oltre all’educazione il rapporto invita il Parlamento Europeo a monitorare le attività delle sètte potenzialmente pericolose, condurre una ricerca su queste attività e “fondare una rete educativa internazionale sulle sètte”. Inoltre la BBC World TV [13 Luglio 1998] ha riportato che “La risoluzione del Parlamento Europeo invita […] a porre i cosiddetti servizi psicologici delle sètte, come l’assistenza psicologica, nell’ambito delle Leggi per la Tutela dei Consumatori, e possibilmente estendere i poteri della Europol, l’equivalente europeo dell’FBI.”

Dal 1998 in poi diverse organizzazioni governative si sono impegnate in progetti per contrastare il fenomeno delle sètte. Nel gennaio dello stesso anno, La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti dell’Uomo ha presentato alle Nazioni Unite un Progetto Speciale per discutere sui pericoli posti dalle sètte; tra i molti sostenitori anche Bob Minton, direttore di F.A.C.T.Net, centro no-profit per i problemi legati ai culti e al controllo mentale.

Sempre nel 1998, nel mese di aprile il Parlamento Belga ha approvato la creazione di un Centro Pubblico di Informazione e Assistenza sulle Sètte Pericolose. Lo scopo del centro è studiare le sètte, fornire informazioni e consigli al pubblico, e creare un centro studi accessibile al grande pubblico [dal quotidiano belga Het Belang van Limburg, 29 Aprile 1998].” In Italia nel 1998 il Ministero degli Interni affida ai Servizi Segreti il compito di raccogliere informazioni riguardo al fenomeno ed alle sètte operanti sul territorio.

di Francesca Baratto

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