formazione psicologia

Perché è necessario rivoluzionare la formazione in psicologia

Parto dicendo che sono soddisfatto della formazione che ho ricevuto in psicologia e sono molto grato ai professori che ho incontrato in Università. In modi diversi hanno contribuito a ciò che sono adesso. Ho imparato moltissimo anche da tanti docenti fuori dalle Università, che mi hanno spiegato come lavorare sul campo.

Confrontandomi con realtà ed Università estere, posso chiaramente affermare che l’Università in Italia è certamente di buon livello. Non posso lamentarmi specialmente degli insegnamenti su metodologia e ricerca.

Penso allo stesso tempo che qualsiasi processo possa essere ottimizzato. E mi riferisco nello specifico alle connessioni tra formazione e lavoro dello psicologo.

Il tasso di occupazione degli psicologi è basso

È impossibile non notare che il tasso di occupazione degli psicologi e lo stipendio medio della professione ad un anno della laurea è scarso. Ciò che ho imparato, con lo stesso corso di laurea in psicologia, è che i dati sono importantissimi. Dati così importanti non saltano fuori a caso.

Secondo il report di Alma Laurea 2019, solo il 48,5% dei laureati ha un lavoro a 12 mesi dal conseguimento del titolo con 668€ di retribuzione netta.

Circa un quarto dei laureati dichiara di non usare per nulla le competenze acquisite.

Dopo 5 anni dal conseguimento del titolo, lo stipendio medio diventa di 1017€. Pochissimo, specialmente nelle regioni dove il costo della vita è più elevato. Il livello di occupazione aumenta all’82,5%, ma dopo ben 5 anni dopo la laurea. Questo significa che stiamo parlando del risultato finale di ben 10 anni di impegno dopo il diploma.

82,5% forse può sembrare un bel numero, ma non lo è per niente.

Secondo Istat, il tasso di disoccupazione in Italia è del 9,7% (Luglio 2020). Ne deriva che in sostanza laurearsi in psicologia produce un risultato peggiore in termini di disoccupazione.

La percentuale di disoccupazione risultante è quasi doppia alle medie nazionali.

La media di disoccupazione in Italia, non è neanche tra le più brillanti in Europa.

Vediamo in questi articoli alcuni elementi che a mio avviso potrebbero essere ottimizzati in alcuni percorsi formativi, fuori e dentro le Università.

Il numero di psicologi in Italia è molto maggiore rispetto ad altri stati europei

Ci sono più psicologi in Italia che nel resto d’Europa. Questo determina una saturazione del mercato notevole ed una conseguente grave difficoltà nel trovare un impiego adeguato.

Va inoltre sottolineato, che anche il sistema istituzionale prevede scarse priorità per l’accesso di psicologi nel mondo del lavoro.

  • il numero di concorsi sono scarsi
  • gli enti richiedono raramente la presenza di psicologi
  • non c’è molto spesso una reportistica adeguata per certificare il lavoro condotto da psicologi nelle istituzioni

Il potenziale dello psicologo nelle scuole

A seguito dell’emergenza Covid-19, si è discusso moltissimo della promozione del lavoro dello psicologo. Sono stati dunque ripercorse diverse strade.

È stato nominato nuovamente il progetto Psicologo di Base, che però in alcuni casi non ha visto alcuna applicazione.

Le scuole hanno la possibilità di finanziare progetti che includano psicologi a scuola nel periodo Covid, a seguito di un protocollo d’Intesa tra Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi e Ministero dell’Istruzione.

Questi progetti avranno la possibilità di rafforzare la cooperazione degli psicologi nelle scuole. Molte persone si focalizzano sul numero di ore ed il budget allocato. Penso però che si debba fare anche un grande sforzo nel considerare questi due punti:

  • le variabili di fattibilità. Le scuole hanno moltissime attività da condurre, aggiungere progetti di psicologia è possibile, ma tutt’altro che facile. Va inserito nel contesto scolastico.
  • la reportistica. Come si rendiconta un progetto di psicologia e lo si valorizza dopo la sua applicazione?

Potenziare la formazione in psicologia

Il sistema formativo dello psicologo può essere migliorato come segue:

  • il percorso di selezione degli psicologi dovrebbe essere reso più stringente. Il numero di psicologi in Italia è molto elevato rispetto alle possibilità occupazionale
  • Gli esami universitari dovrebbero essere più difficili e selettivi
  • Occorre attivare un meccanismo di inserimento dello psicologo in contesti istituzionali
  • un meccanismo più stringente delle attività condotte nei tirocini
  • la promozione di sistemi di reportistica adeguati per la valutazione del lavoro degli psicologi nelle istituzione
  • un miglioramento del valore documentale delle valutazioni offerte da psicologi

Un numero minore di iscritti può consentire inoltre:

  • una migliore distribuzione, rilevanza e qualità dei tirocini
  • una migliore qualità delle lezioni condotte in aula

La formazione degli psicologi dovrebbe essere più pratica

  • mediante il riferimento continuo a casi di studio
  • tramite laboratori pratici di tecniche psicologiche
  • favorendo la pratica della progettazione
  • mediante una costante revisione di esercizi ed analisi di casi svolti

 

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