Tecniche di Comunicazione e Persuasione usate durante il Fascismo

Già all’ inizio del 900, gli studiosi osservando la società si accorsero che le masse erano un complesso eterogeneo di persone, in cui l’individuo, così spersonalizzato, partecipando inconsapevolmente alla crescita economica, veniva visto come un elemento intercambiabile con altri individui. Gli individui operano più sulla spinta  dall’imitazione, e della suggestione, sotto la spinta di pressioni manipolatorie esterne, piuttosto che sulla base  di spiegazioni razionali. Oltre a questo si assisteva in quegli anni ad un frenetico sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa, che, supportati dal progresso tecnologico riuscivano a raggiungere un gran numero di individui. Di conseguenza i primi studiosi, sospettando di un eventuale mutamento sociale, studiarono le possibili forme di controllo sociale esercitato dai media e della loro capacità di mantenere o modificare lo status quo. Si svilupparono così le prime scuole di pensiero relative agli effetti psico – sociali prodotti dai media. L’analisi di fondo da cui esse muovono, è che le comunicazioni di massa si siano sviluppate in direzione opposta a quella demagogica e populista temuta nel primo dopoguerra, diventando invece strumenti di legittimazione dell’ordine sociale. E così che le teorie della comunicazione sono state adottate dalla comunicazione di massa originando forme diversificate delle regole stesse; infatti vengono prese in analisi: la qualità della fonte, la qualità del messaggio, le caratteristiche del canale informativo, caratteristiche del ricevente.

Grazie alle sue esperienze giornalistiche e ai suggerimenti di “ Gustave  Le Bon” Mussolini progettò un modo di comunicare  che si basava su diverse caratteristiche: l’oratoria giornalistica, che non scontentava i dotti e non metteva a disagio gli umili, volta a esortare e spingere più che ad affascinare,  mirante a suscitare certi stati d’animo, gli slogans, recuperati anche da fonti non del tutto attinenti al messaggio fascista, ma validi alla finalità di incitare all’azione, i dialoghi con la folla e la coralità incentrati su frasi  che pretendevano una risposta corale da parte dell’uditorio, le frasi ad effetto, nelle quali Mussolini  è stato impareggiabile, ed infine gli aspetti riguardanti i toni e le pause, da modificarsi a seconda del carattere che si voleva dare al messaggio.

Italia 1922/1944 attraverso la Propaganda si sviluppò il processo di fascistizzazione del Paese, con lo scopo di orientare l’opinione pubblica, comunicando l’esaltazione della missione nazionale.

I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società italiana e  vennero incessantemente diffusi attraverso la stampa con tutta l’enfasi comunicativa possibile. Ma cos’è è la propaganda e quali possono essere i suoi effetti? A tal proposito riporterò di seguito alcune definizioni.

Definizione di propaganda: -Lasswell (1927): Il concetto di propaganda si riferisce esclusivamente al controllo delle opinioni  mediante simboli significativi, storie, dicerie, resoconti, immagini ed altre forme di comunicazione sociale. La propaganda riguarda il controllo delle opinioni e degli atteggiamenti attraverso la manipolazione diretta di simboli sociali piuttosto che l’alterazione di altri elementi del ambiente o dell’organismo; secondo  Jowett e O’Donnell si tratta invece di un tentativo deliberato e sistemico di manipolare la percezione, il pensiero e il comportamento al fine di ottenere un risposta in accordo con gli obbiettivi del Propagandista; infine  Wright Mills elabora in proposito una sua tesi in    ciascun individuo è un atomo isolato che reagisce da solo agli ordini ed alle suggestioni dei mezzi di comunicazioni di massa monopolizzati.

Infatti già all’inizio del 900 gli studiosi, osservando la società si accorsero che le masse erano un complesso eterogeneo di persone,

in cui l’individuo, cosi spersonalizzato, partecipando inconsapevolmente alla crescita economica, veniva visto come un elemento intercambiabile con altri individui. Gli individui operano più sulla spinta dall’imitazione e della suggestione, sotto la spinta di pressioni manipolatorie esterne, piuttosto che sulla base di spiegazioni razionali. Di conseguenza i primi studiosi, sospettando un eventuale mutamento sociale, studiarono le possibili forme di controllo esercitate dai media, e della loro capacità di mantenere o di modificare lo status quo. Da ciò si svilupparono le prime scuole di pensiero relative agli effetti psicosociali prodotti dai media. L’analisi di fondo da cui esse muovono, è che le comunicazioni di massa si sono sviluppate in direzione opposta a quella demagogica e populistica temuta nel primo dopoguerra, diventando invece strumenti di legittimazione dell’ordine sociale. Fu così che le teorie della comunicazione furono adottate dalla comunicazione di massa, originando forme diversificate delle regole stesse . Da ciò furono prese in analisi: la qualità della fonte, la qualità del messaggio, le caratteristiche del canale informativo, e le caratteristiche del ricevente.

Infatti grazie alle sue esperienze giornalistiche e ai suggerimenti  di Le Bon, Mussolini progettò un modo di comunicare che si basava su diverse caratteristiche: tra cui l’oratoria giornalistica con lo scopo di esortare e spingere più che ad affascinare suscitando particolari stati d’animo, gli slogans recuperati da fonti molto spesso estranei al messaggio fascista, ma validi allo scopo di incitare all’azione ma soprattutto i dialoghi con la folla e la coralità, incentrati su frasi che pretendevano una risposta corale da parte dell’uditorio e con le frasi ad effetto nelle quali  fu impareggiabile, ed infine gli aspetti riguardanti i toni le pause da modificarsi a seconda del significato che si voleva attribuire al messaggio.

In altre parole l’originalità, lo stile, la logica dell’argomento persuasivo e la pertinenza sono fra i fondamentali strumenti di persuasione legati all’oratoria; in quanto essi rivestono grande rilevanza nella semplicità, nella brevità concisa ma efficace del messaggio stesso.

Ad esempio: gli slogan, gli aforismi le sentenze e i motti di spirito; -questi erano costituiti da frasi ad effetto, ricche d’idee e sintetiche, orecchiabili e coinvolgenti, destinati a rimanere impresse nella mente, con l’esclusivo scopo di persuadere l’uditore.

Persuasione significa quindi indurre un mutamento nell’  opinione  altrui solo per mezzo di un trasferimento di idee, un passaggio di contenuti mentali.

Detto ciò l’opportunità di persuadere attraverso le pratiche discorsive il complesso delle interazioni umane ha fatto si che le classi dominanti e i ceti emergenti abbiano cercato d’impadronirsi del monopolio dello strumento linguistico. Da questo nacque un impostazione scientifica della propaganda utilizzando metodi precisi messi in atto per conquistare il consenso della massa, in riferimento ad azioni politiche attraverso manipolazioni psicologiche.

In altre parole si materializzò un’espressione del potere che si afferma attraverso la conquista dell’opinione pubblica e da ciò la necessità di “manipolare” sul piano intellettuale e morale sia le truppe che le popolazioni  e Mussolini  a tal fine ha controllato largamente l’informazione, allo scopo di volgere l’opinione pubblica verso una posizione a sostegno del regime fascista; il suo successo infatti è da ricercarsi nella figura stessa del “leader”.

Articolo di Maria Angela Aprile

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