Test psicologico per misurare la psicopatia

Gli individui psicopatici sono incapaci di creare attaccamenti affettivi con le altre persone (Gacono e Meloy 1991). Questo, però non preclude la possibilità che altri individui instaurino un attaccamento nei loro confronti. Infatti, la particolarità di questi legami affettivi è proprio il fatto di non essere ricambiati e che l’oggetto d’amore è pubblicamente riconosciuto come un individuo estremamente pericoloso.

Per questo motivo Meloy (1988a) definisce la psicopatia come un disturbo deviante dello sviluppo, caratterizzato da eccessiva aggressività istintuale e dall’incapacità di stringere una relazione oggettuale.

Negli ultimi anni si è verificato un sostanziale incremento di ricerche sulla psicopatia, e tutto ciò è stato possibile grazie alla pubblicazione della Psychopathy Checklist (PCL) ( Hare 1980) e della successiva Psychopathy Checklist Revised (PCL-R) ( Hare 1985, 1991).

La psicopatia secondo la PCL-R

Nel 1941 venne pubblicato per la prima volta The Mask of Sanity di Harvey Cleckley (1976), un volume centrato sullo studio di alcuni casi clinici che l’autore classifica come “psicopatici”. Il titolo stesso del libro si riferisce alla “ maschera di normalità”, che, secondo l’autore nasconderebbe il disturbo mentale della persona psicopatica.

Cleckley descrisse l’individuo psicopatico come colui che, visto dall’esterno, è l’imitazione perfetta di una persona che funziona normalmente, abile a mascherare o a camuffare la fondamentale mancanza della struttura interna della sua personalità.

Questi soggetti da un lato danno l’impressione di essere piacevoli, privi di ansia e psicologicamente stabili, dall’altro hanno problemi a regolare il loro comportamento e mantenere le relazioni empatizzando con gli altri. Il suo lavoro puntava a chiarire le specifiche caratteristiche che contraddistinguono un individuo psicopatico, permettendo così di classificarlo come tale e di distinguerlo da soggetti che presentano solo alcune delle caratteristiche del disturbo.

Solo nel 1980 lo psicologo canadese Robert Hare mise in pratica le intuizioni di Cleckley con la realizzazione della prima versione della PCL. A Robert Hare va quindi il merito di aver inventato la Hare Psychopathy Checklist : un metodo che consente di differenziare il disturbo antisociale di personalità dalla psicopatia. E’ un metodo di misurazione indipendente, attendibile e valido per il disturbo psicopatico.

Così la PCL e la sua versione rivista la PCL-R (1991) costituiscono l’operazionalizzazione dei criteri suggeriti da Cleckley nella definizione delle caratteristiche dei soggetti psicopatici. Hare, infatti, nel costruire questo strumento diagnostico, si è basato principalmente sui 16 criteri proposti da Cleckley, integrandoli e raffinandoli attraverso uno studio sul campo. Come abbiamo già accennato i 16 criteri per la psicopatia indentificati da Cleckley sono :

  1. Fascino superficiale e buona intelligenza
  2. Assenza di deliri e di altri segni del pensiero irrazionale
  3. Assenza del nervosismo o di manifestazioni psiconevrotiche
  4. Inaffidabilità
  5. Falsità e inautenticità
  6. Mancanza di rimorso o di vergogna
  7. Motivazione inadeguata ai comportamenti antisociali
  8. Scarso giudizio e incapacità di apprendere dall’esperienza
  9. Egocentricità patologica e incapacità di amare
  10. Povertà complessiva nelle relazioni affettive importanti
  11. Mancanza specifica di insight
  12. Insensibilità alla generalità delle relazioni interpersonali
  13. Comportamento bizzarro e sgradevole in stato di ebrezza alcolica e talora indipendente da essa
  14. Suicidio raramente portato a termine
  15. Vita sessuale impersonale, promiscua e scarsamente integrata con il significato delle relazioni
  16. Incapacità di seguire alcun progetto esistenziale.

Nella seconda versione dello strumento la descrizione degli item e le procedure di scoring vennero descritte in modo più dettagliato e furono eliminate delle incongruenze.
La Hare Psychopathy Checklist – Revised si basa sulla valutazione di un individuo mediante informazioni ottenute sia attraverso la somministrazione di un’intervista semi-strutturata sia mediante la consultazione di altre fonti di informazioni indirette disponibili, in modo da minimizzare il rischio di distorsione delle informazioni ottenute da un individuo che potrebbe tendere alla falsificazione e alla simulazione. In questo modo si riduce sensibilmente il rischio di distorsioni o falsificazione delle informazioni, sia prevedendo l’utilizzo di fonti diverse relativamente alla stessa informazione, sia rendendo possibile al somministratore investigare su eventuali incongruenze o illogicità nei resoconti forniti dal soggetto che si sta valutando.

La PCL-R consta di 20 item ( la PCL era composta da 22 item ) che raccolgono comportamenti e inferiscono tratti della personalità considerati fondamentali per il costrutto della psicopatia.

ITEM

  1. Loquacità/fascino superficiale
  2. Senso di sé grandioso
  3. Bisogno di stimoli/propensione alla noia
  4. Menzogna patologica
  5. Impostore/manipolativo
  6. Assenza di rimorso o senso di colpa
  7. Affettività superficiale
  8. Insensibilità/assenza di empatia
  9. Stile di vita parassitario
  10. Deficit del controllo comportamentale
  11. Comportamento sessuale promiscuo
  12. Problemi comportamentali precoci
  13. Assenza di obiettivi realistici a lungo termine
  14. Impulsività
  15. Irresponsabilità
  16. Incapacità di accettare la responsabilità delle proprie azioni
  17. Numerosi rapporti di coppia di breve durata
    1Delinquenza in età giovanile
    19. Revoca della libertà condizionale
    20. Versatilità criminale
    Gli item si suddividono in 4 componenti che convergono in 2 fattori:
     Fattore 1. Interpersonale/Affettivo: descrive i tratti interpersonali e affettivi riguardanti l’interazione sociale, indagando l’uso egoistico, insensibile e senza rimorso degli altri. Esso si articola nelle componenti Interpersonale
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    (Componente 1) e Affettiva (Componente 2). Questo fattore correla positivamente con la valutazione clinica della psicopatia, con il narcisismo e con la personalità istrionica e negativamente con l’empatia e l’ansia ( Hare, 1991; Harpur, Hare, Hakstian, 1989; Hart, Hare, 1989).
     Fattore 2. Devianza sociale: indaga lo stile di vita instabile e antisociale, principalmente riguardo agli aspetti di impulsività, irresponsabilità, mancanza di scrupoli, e misura gli aspetti legati al comportamento criminale. Si articola nelle componenti Stile di vita (Componente 3) e Antisociale (Componente 4). Questo fattore correla positivamente con la diagnosi di ASPD secondo il DSM-IV, con il comportamento criminale, e con il background socioeconomico ( Hare 1991; Harpur, Hare, Hakstian, 1989).
    Le informazioni necessarie a valutare gli item sono ottenute con un’intervista semi-strutturata e attraverso l’esame dei dati collaterali provenienti dalle cartelle detentive e/o cliniche istituzionali.
    Dopo aver studiato i documenti relativi al soggetto in esame, l’esaminatore procede a somministrare l’intervista semi-strutturata per raccogliere tutte le informazioni utili alla valutazione del caso. La conoscenza pregressa delle informazioni relative al caso specifico gli consente di approfondire alcune aree di particolare interesse e fornire così un mezzo per mettere alla prova le veridicità delle informazioni fornite dal soggetto, rendendo quindi possibile un confronto nel caso in cui si riscontrino discrepanze tra le informazioni riportate dal soggetto e quelle riscontrabili mediante altre fonti. Una volta somministrata l’intervista, la quale viene registrata su supporto audio per poter essere consultata anche successivamente, e raccolte le informazioni collaterali, il valutatore procede allo scoring dei 20 item che costituiscono la PCL-R.
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    Ogni item viene valutato tramite una scala a 3 punti ( 0, 1, 2) , dove 0 indica che il tratto non è presente nel soggetto, 1 che è presente solo parzialmente e 2 che lo descrive appieno. Il punteggio massimo ottenibile è di 40. Il punteggio di 30 è considerato dalla comunità scientifica la soglia per distinguere uno psicopatico da un non-psicopatico, quindi un punteggio totale superiore a 30 vengono considerati soggetti con disturbo psicopatico, e quindi altamente pericolosi e con probabile alto tasso di recidività criminale. . La popolazione normale ottiene mediamente punteggi intorno a 8-10 punti sulla PCL-R, mentre i criminali comuni ottengono mediamente punteggi intorno a 18-20 punti (Hare, 2003). Secondo Hare (1993) punteggi superiori a 20 descrivono soggetti affetti dal nucleo della psicopatia. Dunque la PCL-R fornisce una valutazione dimensionale del soggetto relativamente alle sue caratteristiche psicopatiche: a punteggi più alti corrispondono maggiori caratteristiche psicopatiche e quindi un maggior grado di psicopatia del soggetto. Il soggetto viene valutato sia attraverso un punteggio totale (che può assumere dunque valori compresi tra 0 e 40), sia attraverso punteggi relativi ai due fattori principali e alle quattro componenti che compongono lo strumento. I due fattori (che indagano rispettivamente la dimensione interpersonale-affettiva e quella dello stile di vita antisociale) e le quattro componenti (Interpersonale, Affettiva, Stile di vita, Antisociale) permettono di stabilire con maggiore precisione quali siano le aree in cui il soggetto presenta le caratteristiche tipiche di un individuo psicopatico, rendendo quindi possibile una più approfondita comprensione del caso e fornendo utili informazioni aggiuntive (vedi Figura 4).
    E’ inoltre possibile il “ prorating” del punteggio : in presenza di dati mancanti o in assenza di intervista, quindi basandosi esclusivamente sui documenti disponibili, è comunque possibile una stima del punteggio PCL-R purchè non manchino più di 5 item.
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    Figura 4.
    La struttura fattoriale proposta da Hare (2003) è stata indagata all’interno del campione italiano utilizzato per la validazione dello strumento, confermando quindi la sua applicabilità. Il campione di validazione italiana della PCL-R è composto da 139 soggetti, di cui 116 maschi e 23 femmine. L’età dei soggetti al momento dell’intervista era compresa tra i 20 e i 70 anni. I soggetti sono stati contattati in 104 casi all’interno di strutture carcerarie e in 35 casi all’interno di ospedali psichiatrici giudiziari.
    Gli studi internazionali dimostrano un’elevata affidabilità dei punteggi ottenuti alla PCL-R. Anche all’interno del contesto italiano, l’attendibilità della PCL-R è risultata più che adeguata, con valori alfa di Cronbach per il punteggio totale, per i fattori e per le componenti sempre superiori a .70. I punteggi ottenuti alle diverse sottoscale risultano coerentemente correlati tra loro, con valori r di Pearson più alti tra le componenti dello
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    stesso fattore. Anche la concordanza tra valutatori indipendenti, misurata tramite k di Cohen e coefficiente di correlazione intraclasse, è risultata altamente soddisfacente nel campione italiano.
    Possiamo perciò affermare che la PCL-R permette di aumentare enormemente la nostra comprensione della natura e della manifestazione della psicopatia in un ampio spettro di situazioni, quali lavoro, famiglia, scuola, salute, rapporto con la giustizia, ecc.
    Riassumendo il processo di valutazione si articola in tre fasi:
    1. somministrazione di un’intervista semi-strutturata, per indagare la storia del soggetto da adolescente e da adulto, ricavare esempi rappresentativi del suo stile di interazione e ottenere informazioni da confrontare con la documentazione in possesso del clinico,
    2. procedura di file review, cioè revisione della documentazione personale per l’acquisizione delle informazioni collaterali all’intervista, per riscontrarne la credibilità nei contenuti e nello stile di interazione del soggetto, e ricavare i dati principali per attribuire un punteggio ad alcuni item,
    3. l’attribuzione del punteggio agli item in base ai dati raccolti dall’intervista e dalla file review.
    Fondamentale per un corretto utilizzo del test sono la disponibilità di informazioni sufficientemente solide per attribuire il punteggio agli item e l’esame accurato di eventuali differenze culturali o di altro tipo attraverso cui le caratteristiche misurate con la PCL-R potrebbero esprimersi.
    La PCL- R fornisce una valutazione del costrutto in un’ampia gamma di contesti per scopi clinici e di ricerca, ma la sua applicazione elettiva è nella valutazione della psicopatia in criminali e in pazienti psichiatrici forensi. Lo strumento si rivolge a
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    psicologi e psichiatri, ma si indirizza anche a tutti i professionisti operanti in ambito giudiziario, penitenziario e forense, che si trovano a valutare, confrontare e proporre perizie psichiatriche nell’ambito di procedimenti penali.
    Infatti, proprio grazie a questo strumento è possibile individuare soggetti che presentano alti livelli di psicopatia e caratteristiche psicopatiche. Queste informazioni possono permettere una maggiore precisione in fase giudiziaria e una più accurata scelta delle diverse strategie detentive in sede carceraria. I soggetti psicopatici pongono delle particolari difficoltà al sistema giudiziario e carcerario. In sede giudiziaria, essi tendono a manipolare il sistema giudiziario stesso al fine di ottenere benefici e sconti di pena; in sede carceraria, possono riuscire a manipolare i rappresentanti delle istituzioni penali, riuscendo talvolta a ottenere anche permessi o benefici attraverso la menzogna, la manipolazione e l’intimidazione.
    In ambito peritale la valutazione di questi soggetti ci permette di ricavare informazioni sulla pericolosità sociale del soggetto e sul suo probabile tasso di recidività, ma fornisce anche informazioni utili per eventuali decisioni relative alla detenzione e ai trattamenti terapeutici più indicati.
    Ovviamente per poter avere delle informazioni accurate e veritiere questo strumento richiede una formazione adeguata da parte dell’esaminatore per la sua applicazione ed una conoscenza clinica del costrutto indagato.
    La Psychopathy Checklist, dunque ci permette di parlare degli psicopatici senza rischiare di trovarci a descrivere una semplice devianza sociale, o forma di criminalità ordinaria, o di etichettare in modo sbagliato persone che non hanno nulla in comune tra loro se non il fatto di aver infranto la legge.
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    La psicopatia è una sindrome, ovvero un raggruppamento di sintomi collegati tra di loro. E’ anche vero che persone che non sono psicopatiche potrebbero presentare alcuni sintomi descritti, infatti, molti soggetti possono essere impulsivi, loquaci o freddi e anaffettivi, ma ciò non significa che siano psicopatici.
    Questo disturbo consiste di molte componenti che si situano lungo uno spettro affettivo (delle emozioni), interpersonale e comportamentale.
    Come accennato prima, i 20 sintomi della PCL-R possono essere distinti in due fattori corrispondenti a due aspetti più generali della psicopatia. Questi due fattori sono composti dai sintomi interpersonali/emotivi e dai sintomi dello stile di vita impulsivo/antisociale ( devianza sociale).
    Del fattore 1 fanno parte i sintomi interpersonali/emotivi quali :
     loquace e superficiale
     egocentrico e grandioso
     assenza di rimorso o senso di colpa
     mancanza di empatia
     falso e manipolativo
     affettività superficiale
    Invece, del fattore 2 fanno parte i sintomi di devianza sociale quali :
     impulsività
     deficit del controllo comportamentale
     bisogno di eccitazione
     mancanza di responsabilità
     problematiche comportamentali precoci
     comportamenti antisociali in età adulta.
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    Mediante questi sintomi chiave è possibile tracciare un profilo parziale dello psicopatico.
    Possiamo parlare di profilo degli affetti e delle relazioni e il profilo dello stile di vita.
    Profilo : affetti e relazioni
    Questo profilo descrive l’immagine che gli psicopatici hanno di sé e degli altri.
    Loquace e superficiale
    Lo scrittore Joseph Wambaugh, testimoniò al processo di MacDonald, un medico psicopatico condannato per aver ucciso la moglie e i figli. Egli dichiarò :
    Lo trovavo estremamente disinvolto…non credo di aver mai incontrato qualcuno così disinvolto, ed ero sorpreso dal modo in cui raccontava la sua storia. Parlava di atti orrendi degni di un esperto e descriveva gli omicidio in ogni dettaglio…in un modo molto distaccato e disinvolto, con grande tranquillità…Ho intervistato decine di persone sopravvissute a crimini orribili, alcune immediatamente dopo i fatti e alcune molti anni dopo, compresi i genitori di bambini assassinati, e in tutta la mia esperienza non ho mai incontrato qualcuno che descrivesse simili accadimenti in modo più disinvolto di MacDonald (p.678).
    Gli psicopatici sono spesso loquaci e brillanti. Sono in grado di conversare in modo piacevole e divertente, di rispondere rapidamente con battute argute, e sono abili nel raccontare storie improbabili, ma convincenti, proiettando su di loro una luce positiva.
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    Spesso risultano attraenti ed affascinanti, ma ad un occhio attento potrebbero apparire superficiali e potrebbero dare l’impressione che stiano recitando una parte in modo meccanico.
    Egocentrico e

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