Tipo 4 dell’Enneagramma: Invidia
3.4. Carattere Quattro: L’Invidia
di Serena Giovannini
Il tono emotivo di questo carattere è l’invidia, in forma egosintonica, questo enneatipo si muove nel mondo in base alla sensazione di carenza e di bisogno, è come se vedesse le cose buone esterne a sé e quindi il suo desiderio è di incorporarle. L’invidia nasce a causa di una deprivazione precoce, da un forte desiderio d’amore che non potrà mai colmare il vuoto e la mancanza, per cui produrrà frustrazione e dolore. Il carattere invidioso si situa tra l’avaro (cinque) e il vanitoso (tre), lo accomuna all’avaro un senso di deprivazione, di colpa, di vuoto, ma a differenza del cinque che è portato alla rassegnazione, il quattro ha una sete cronica ed è in continua richiesta, dentro il cinque c’è quiete, nel quattro c’è turbolenza. Rispetto al tre che tende a identificarsi con l’immagine idealizzata, il quattro è in contatto con l’immagine di sé svalutata, la sua vanità non è mai soddisfatta per quel senso di penuria che porta dentro. Questo enneatipo si presenta come una vittima, tende a frustrarsi, a lamentarsi, a vivere nell’infelicità. (Naranjo, 1996)
3.4.1 Richiami nella letteratura scientifica precedente
Naranjo (1996) rivede la sindrome del quattro nella descrizione che fa Schneider (1923) dello “psicopatico depresso”, inoltre rivede in Abraham (1924) il primo che ha messo in luce nella psicoanalisi le caratteristiche del quattro nel “carattere orale aggressivo”: pessimismo, depressione, insicurezza, passività, ambizione, sete di giustizia. Poi Reich (1973), parlando del carattere masochista evidenzia l’autosvalutazione e l’infliggersi dolore. Melanie Klein (1969) più di ogni altro si è dedicata allo studio dell’invidia, riportandola alle sue origini nel rapporto precoce con la madre, ponendo l’accento sul fatto che l’invidia danneggia l’oggetto che è amato e odiato contemporaneamente. La diffusione del modello masochistico è dovuta a Eric Berne (1967) che parla di soggetti apparentemente angosciati ma interiormente gratificati dalla soddisfazione data dalle loro sventure. Steiner (1985) accenna a un modello di vita “povero me”, la vittima che aspetta il salvatore. Otto Kernberg (1987) descrive la personalità depressivo – masochista: un soggetto che pensa di avere problemi più gravi degli altri per cui cerca aiuto, ma poi lo rifiuta, si pone in situazioni potenzialmente dannose, irrita gli altri per venire escluso o si sacrifica per gli altri per poi ricattarli. Karen Horney (1981) descrive i masochisti come guidati dalla dipendenza e dall’autosvalutazione, causa di un conflitto interiore tra un sé sottomesso che soffre e si autocancella, che annienterebbe un sé teso a migliorarsi, ad apprezzarsi e a maturare, K. Horney, inoltre, evidenzia la loro sottomissione morbosa all’altro, la ricerca dell’amore erotico come scopo di vita, un farsi amare per raggiungere con l’altro quell’unità che non trovano in loro stessi. Nella descrizione del tipo sentimento introverso di Jung (1979) troviamo solo alcune caratteristiche in comune con il quattro: ad esempio il temperamento malinconico, la maggior diffusione di questo carattere in donne. Nell’omeopatia il Natrum Muriaticum corrisponde al quattro: un soggetto che guarda la vita attraverso una lente deformante (definita tetraggine) a causa di qualche ferita emotiva, evita la compagnia perché teme di annoiare e teme che gli altri non colgano le sue richieste inconsce di attenzioni, si mette in situazioni difficili che lo porteranno a soffrire. (Naranjo, 1996)
3.4.2. Tratti caratteriali
Invidia
Il tono emozionale è un invidia vorace, avida, accompagnata da sensi di colpa e dall’odio nei confronti di ciò che non si può ottenere. Naranjo (1996) delinea l’autofrustrazione, come base dell’invidia, paragonando, le esperienze frustranti del lattante (di cui parla la Klien) ad alcune esperienze dell’adulto. Inoltre può accadere che le donne provino invidia nei confronti degli uomini (le ideologie del movimento femminista appartengono a quest’area caratteriale); l’invidia può dirigersi verso le classi superiori e può trasformarsi in odio per i ceti privilegiati, ci può essere anche l’invidia verso eventi straordinari e il conseguente odio per l’ordinario. In ogni caso l’invidia in questo carattere traspare, è visibile e il soggetto vive il conflitto tra l’estremo bisogno e vergogna.
Scadente immagine di sé
Il fatto stesso di provare invidia induce il soggetto a vergognarsi, a sentirsi ripugnante e inadeguato a creare un’ immagine scadente di sé, un autodenigrazione che alimenta a sua volta l’invidia.
Sintonizzazione sulla sofferenza, masochismo
La sofferenza nasce da un eccessivo bisogno frustrato, dall’immagine di sé scadente, quest’ultima può essere strumentalizzata per ottenere amore: il soggetto, attraverso il pianto, esagera il dolore per essere consolato, il pianto è contemporaneamente dolore e piacere. Non lo abbandona mai un senso di perdita che può riguardare esperienze passate o paura per il futuro.
Andare verso
Dipendono dall’amore, perché hanno bisogno di avere un riconoscimento dall’altro, incapaci di provvedere da soli e hanno un bisogno inconscio di protezione, tutto questo li porta a sopportare relazioni frustranti.
Accudimento
Sanno essere premurosi, comprensivi, miti, seducono attraverso l’accudimento perché desiderano essere ricambiati e perché sono empatici riguardo i bisogni altrui. La cura eccessiva per gli altri può toccare il masochismo rendendoli schiavi di situazioni e facendoli così soffrire ulteriormente.
Emotività
L’emotività pervade i loro sentimenti romantici, l’esasperazione della sofferenza, la dipendenza amorosa e l’espressione della rabbia mossa dall’odio.
Arroganza competitiva
Per compensare la cattiva immagine di sé, sfoggiano un atteggiamento di superiorità, da prima donna, se questo viene frustrato prende sopravvento il ruolo della vittima o della persona speciale incompresa.
Raffinatezza e Interessi artistici
Per nascondere un’ immagine di sé mediocre e per apparire diversi da quello che sono, si interessano di arte, raffinatezza ed eleganza. Naranjo (2009) spiega la loro predisposizione all’arte nell’ottica di una combinazione tra sofferenza e aspetto intellettuale che li ha indotti a sviluppare l’intelligenza emotiva, fondamento delle attività artistiche e terapeutiche.
Un Super-Io forte
Il Super Io forte fa si che il quattro si elevi migliore di quello che è (ad esempio attraverso la raffinatezza) e spiega la propensione alla colpa, alla vergogna e all’odio.
3.4.3 Il punto di vista eziologico e psicodinamico
Oltre alla correlazione tra tendenze orali aggressive e allattamento problematico (studio Frieda Goldman – Eisler, 1948), la psicoanalisi ha evidenziato la presenza di una frustrazione nella fase successiva al riavvicinamento del figlio alla madre, per cui si può parlare di “paradiso perduto”. Può essere stata un’esperienza di abbandono, di delusione, di perdita di un genitore, di povertà. Frequente un rapporto sadomasochista con il padre (in genere, carattere otto) o un rapporto morboso con una madre che si prende carico del dolore (in realtà, manipolativo) della figlia. In generale questo carattere fa di tutto per tenere in vita la sofferenza. (Naranjo, 1996)
Questo carattere pensa di esistere e di valere solo se viene amato per colmare, l’amore che gli è mancato nell’infanzia. Inoltre vuole apparire migliore di quello che è inseguendo qualcosa di diverso, di speciale. Tutto questo porta frustrazione: l’amore anche se ottenuto potrà essere messo in discussione, la ricerca dell’essere imitando un ideale di sé si poggia sul rifiuto di sé, la ricerca dello straordinario disprezza la normalità. Scopo di questo carattere è sviluppare l’indipendenza, apprezzare e dare dignità a se stessi. (Naranjo, 1996)
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