training autogeno cos'è

Cos’è il training autogeno

Esercizi di training autogeno

Il training autogeno, cos’è e come puoi raggiungere la calma interiore

In questo esercizio, il partecipante soggetto è abbandonato su un materasso o su un letto, o su una poltrona, o seduto su una sedia; l’ambiente piacevolmente confortevole gli si chiede di fissare un punto e fare due tre respirazioni profonde e mentre espira di immaginare di buttar fuori tutti i pensieri, di metterli in un cassetto, e chiudere lentamente gli occhi, come a tuffarsi in se stesso.

Training autogeno cos’è davvero il metodo

Con la chiusura degli occhi si attua una ulteriore diminuzione delle stimolazioni esterne: quella di origine ottica, dopo quella ottenuta con la postura, l’allentamento degli indumenti costringenti, la creazione di un ambiente adatto.
Chiudendo gli occhi lentamente si creano tutte le condizioni ideali per realizzare uno stato mentale con un bassissimo livello di attività nervosa sia afferente che efferente.

La produzione dello stato di calma nel training autogeno

A questo punto possiamo passare alla realizzazione dello stato di calma.
Come scrive Schulz: “dopo che il soggetto ha raggiunto lo stato somatico opportuno per l’esercizio e dopo che ha chiuso gli occhi, lo invitiamo a disporsi mentalmente in un atteggiamento di calma; egli deve rappresentarsi nel miglior modo possibile, la formulazione immaginativa: io sono perfettamente calmo e disteso” .

L’atteggiamento della calma, rappresenta in qualche modo le fondamenta su cui andiamo a costruire l’edificio del Training Autogeno.
Essa non è ancora il Training Autogeno, ma costituisce la premessa, la condizione sine qua non, per poterlo effettuare.

La posizione adeguata per il training autogeno

Il soggetto è dunque abbandonato sul materasso, o disteso in una poltrona, o seduto su uno sgabello; i suoi muscoli sono rilasciati, il suo abbigliamento allentato, l’ambiente piacevolmente confortevole, gli occhi sono chiusi e tutto l’atteggiamento psichico fisiologico improntato ad una serenità interiore ed ad una distensione più totale possibile di tutta la sua muscolatura.

Le autosuggestioni

A questo punto lo si invita a rappresentarsi e ad immaginarsi nello spazio buio visivo davanti a lui la formula:
Io sono completamente e perfettamente calmo e disteso
che si ripeterà 5/6 volte nella più assoluta passività mentale lentamente.

Tutto ciò a prescindere dalla tipologia psicologica del soggetto: auditivo, visivo o cinestesico. Il concetto di concentrazione passiva dal punto di vista psicofisiologico possiamo dire essere preparato da due fattori:

  • a. dalla riduzione della stimolazione esterocettiva e propriocettiva conseguente alla particolare posizione del corpo, all’abbigliamento e all’ambiente.
  • b. dalla particolare struttura verbale della formula implicante un funzionamento automatico del sistema interessato.

Nel caso della rappresentazione della calma e della distensione anziché un sistema o un organo o un’area è dunque interessata l’intera personalità del soggetto nella sua globalità e totalità.
Ciò che importa, perciò è di vivere la calma, di interiorizzarla in un piacevole distacco dalle situazioni stressanti della vita quotidiana.

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