Come i cannibali condiscono la carne umana

 

Il cannibalismo è una perversione estrema non affatto rara fra gli assassini seriali.

Oggi troviamo nella classificazione del cannibalismo diverse categorie ,alcune di queste sono :

  1. Cannibalismo “guerriero”, al termine di una battaglia viene celebrato un pasto rituale durante il quale ci si ciba delle carni dei nemici per introiettare la loro forza .
  2. Cannibalismo “psicotico”, si tratta di un delirio schizofrenico in cui il soggetto ha delle allucinazioni ed è convinto di essere un messaggero divino e di dover mangiare la sua vittima “perché lo ha ordinato Dio”.
  3. Cannibalismo “per gusto”, di cui tratteremo, è tipico degli assassini seriali antropofagi che dichiarano di aver banchettato con le carni delle loro vittime semplicemente per il gusto di assaporare la carne umana perché molto saporita. Una interpretazione psicoanalitica vede questi atti come una regressione allo stadio orale dello sviluppo, quando il bambino è preoccupato soprattutto delle fantasie di mordere, masticare e possedere, fino a quando non subentra il tabù del cannibalismo. Alcuni assassini seriali spingono la loro perversione fino al punto di fornire un ricettario personale per la preparazione delle parti umane asportate, per gustarle nella maniera più saporita possibile. Nel corso della storia , in moltissime civiltà, come quella degli Aztechi, all’interno di cerimonie strutturate con rituali complessi, veniva mangiata carne umana derivante dall’uccisione di vittime sacrificali. Le vittime, solitamente prigionieri di guerra, venivano sacrificate sopra a templi o piramidi, estraendone il cuore. I corpi venivano poi buttati di sotto dove venivano smembrati. I pezzi erano quindi distribuiti alla classe superiore, composta per buona parte da guerrieri e sacerdoti. La carne veniva consumata sotto forma di stufato insaporito con il sale e mangiato con tortilla di mais, ma senza l’onnipresente chili, che poteva uccidere il sapore della carne umana.

Ma come viene cucinata la carne umana dagli assassini seriali cannibali?

Dorangel Vargas, cannibale, testimonia:
“Certo che mangio le persone. Tutti possono mangiare la carne umana, ma c’è bisogno di lavarla e di guarnirla come si deve per evitare disturbi.. Io riesco a mangiare solo le parti con i muscoli, soprattutto le cosce e le zone intorno alle natiche che sono le mie preferite.. Utilizzando la lingua, riesco a preparare un filetto veramente gustoso e con i lobi oculari ci preparo una zuppa molto nutriente e salutare.”
Ci sono tante ricette per cucinare la carne umana quante sono quelle per cucinare il maiale. Si può bollire o fare arrosto. La carne umana è simile a quella del maiale: entrambe sono bianche, grasse e di animali onnivori, e il loro sapore è molto simile. Ma prima di pensare a come cucinare la carne bisogna sceglierla in modo accurato.
Darangel Vargas suggerisce sia preferibile il sapore degli uomini a quello delle donne e di evitare di mangiare mani, piedi e testicoli, così come bisogna scartare gli uomini troppo grassi perché hanno troppo colesterolo, mentre la carne dei vecchi è troppo dura.
“Evitate lo stomaco, potreste trovarvi a mangiare dei succhi gastrici di un’acidità terribile”(Georges Guille-Escuret).
Una volta scelta la parte da cucinare possiamo sbizzarrirci con il condimento.
Jorge Beltrao Negromonte macellava le vittime per poi condirle con cipolle e origano oppure le faceva al vapore con le verdure.
Albert Fish aveva l’abitudine di inserire delle carote o delle salsicce negli orifizi delle sue vittime, un po come si fa con la carne farcita. Oppure saltare semplicemente in padella il pene con sale e pepe. Per quanto riguarda il cervello, va consumato freschissimo, perché l’usura del sistema nervoso provoca un accumulo di proteine patogene, quindi tossiche. E del sangue cosa ne dobbiamo fare? Molte culture fanno del consumo di sangue una tradizione e in certi
villaggi francesi, fino all’inizio del secolo scorso, si faceva bere un bicchiere di sangue di bue o di cavallo ai bambini, una volta a settimana, per rinforzarli.

Nel caso del cannibale Fritz Haarmann fu talmente forte il desiderio di assaporare il sangue umano che l’assassino uccise le proprie vittime mordendole direttamente sul collo per sentire il “rumore” del sanguinamento e bere infine il sangue .
Il sangue però contiene molte proteine e nutrienti, difficili da digerire per l’organismo, quindi bisogna evitare gli organi che contengono troppo sangue, come il cuore.
L’impulso omicidiario primario del serial killer antropofago risponde al piacere di impadronirsi dell’essenza della vittima, un bisogno di possesso scatenato dal desiderio di disporre a proprio piacimento di un corpo altrui, consumandone la carne, considerata come un qualsiasi alimento.
Articolo di Paulina Szczepanczyk

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