Meccanismi di difesa in selezione del personale

Il ruolo dei meccanismi di difesa in selezione

 

Valeria Bafera

 

I meccanismi di difesa risultano ancora più sfuggenti e difficilmente percepibili; rappresentano le modalità attraverso cui la persona affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni. Sono finalizzati ad evitare la spiacevolezza interiore e l’ansia che di solito ne deriva.

Molti di questi meccanismi sono stati analizzati nella letteratura scientifica, soprattutto di orientamento psicoanalitico; tuttavia quelli che si possono riscontrare in sede di selezione sono (Trentini, 1989b, Castiello D’Antonio, 1989): l’identificazione, attraverso cui una persona estende la sua identità in qualche altro. Durante l’intervista, per esempio, può accadere che l’intervistatore sia indotto a sentirsi emotivamente molto vicino al candidato, riconoscere inconsapevolmente alcuni tratti come propri e accettarli acriticamente. Molto diffusa in questo ambito è anche il meccanismo della proiezione, attraverso cui si attribuiscono ad altre persone caratteristiche negative del proprio sé. In sede d’intervista si possono reperire un’ampia gamma di proiezioni dell’intervistatore sul candidato: può capitare che l’intervistatore sia stanco poiché l’ennesima intervista; la stanchezza si accompagna a qualche distrazione, ma non è avvertita consapevolmente in quanto potrebbe incrinare la sua autostima; il sentimento di rifiuto per il candidato e l’intervista non è cosciente, ma si proietta sul candidato medesimo che da quel momento in poi appare agli occhi dell’intervistatore come una persona svogliata o disinteressata al posto di lavoro. Altro meccanismo che si può riscontrare è la razionalizzazione, attraverso cui il soggetto cerca di dare una spiegazione coerente, dal punto di vista logico, di un atteggiamento o azione di cui non vengono percepiti i veri motivi. Questo meccanismo colpisce soprattutto il momento valutativo e può stravolgere l’esito del colloquio, andando a coprire le incertezze dell’esaminatore. Tra gli altri meccanismi riconoscibili in atto durante i colloqui di selezione, ma meno pervasivi e più controllabili, ricordiamo, infine, il ritiro emotivo, attraverso cui l’esaminatore si distacca dalla situazione interpersonale, sforzandosi consapevolmente di assumere un atteggiamento quanto più neutrale possibile; tuttavia è bene guardarsi da questo “perfezionismo”, in quanto potrebbe indurre a comportamenti artificiali che potrebbero interferire nel rapporto interpersonale con il candidato. Chiaramente si possono riscontrare anche altri tipi di meccanismi di difesa nell’intervista, in base alle differenti reazioni dei soggetti; si tratterebbe, infatti, di una componente normale del funzionamento mentale che ha un significato adattivo ed è necessaria per rispondere in modo funzionale alle esigenze dell’ambiente.

Tuttavia, così come per le misure di sicurezza, vi sono anche i meccanismi di difesa adottati dall’intervistatore, i quali possono precludere la buona riuscita del colloquio. In ogni caso, è bene sapere che questo tipo di meccanismi sono più facilmente rilevabili nell’interlocutore e, una volta che l’esaminatore abbia riconosciuto i propri, può giungere più facilmente alla loro obiettivazione; pertanto è indispensabile che chi conduce un colloquio conosca i propri meccanismi di difesa, così da gestirne gli effetti di disturbo (Trentini e Tancredi, 1991).

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