Neuropsicologia della Memoria

Le aree che da sempre sono state indicate come aree interessate nel controllo e nell’attività della memoria sono innumerevoli, quasi a dimostrare e sottolineare la complessità e i vari sistemi che la compongono. Lesioni a carico di diverse strutture cerebrali possono causare gravi deficit riguardanti l’uso della memoria come l’amnesia, disturbo della memoria a lungo termine, che come vedremo più avanti nel capitolo dedicatole, è caratterizzata da una disfunzione del circuito di Papez.

Studi che hanno voluto indagare quali fossero le aree anatomiche riguardanti la MLT dichiarativa e la MLT non dichiarativa sono stati svolti da Squire e colleghi (Squire et al., 1992). Gli autori sottoposero un gruppo di soggetti a due compiti, uno di natura esplicita in cui si richiedeva a seguito della presentazione di una lista di parole di rievocarle sotto una guida (rievocazione guidata), mentre il secondo compito di natura implicita, prevedeva di completare la parte mancante di una parola (completamento di radici di parole). Durante il compito, furono fatte delle scansioni PET (tomografia con emissione positroni), queste permisero di vedere quali aree si attivavano durante i due compiti e comprenderne le correlazioni anatomiche. Per quanto riguardava la MLT esplicita le aree che si attivavano durante il compito di rievocazione guidata erano la regione ippocampale destra e la corteccia prefrontale destra, mentre questa attivazione non la si ritrovò nel compito implicito. La partecipazione della regione ippocampale (lobo temporale mediale) non ci sorprende, ciò che ci deve far riflettere è l’attivazione della corteccia prefrontale destra, la quale sottolinea come in compiti di natura esplicita, dove c’è consapevolezza e intenzionalità da parte del soggetto, viene richiesta un maggior controllo attentivo. Ancora oggi rimane invece difficile, stabilire quali aree partecipino nella memoria implicita.

Questa memoria abbiamo visto essere fortemente usata nell’apprendimento ma anche, e soprattutto in quelle abilità di natura motoria. Per cui aree che sembrerebbero trovare attivazione in compiti di questa natura sono le aree: cervelletto, gangli della base ma anche la corteccia premotoria destra e prefrontale dorso laterale. Mentre per abilità percettive come il priming, le aree interessate sarebbero: lobo parietale destro, aree occipito laterali e talamo (Squire et. al., 1992). Ritornando alla corteccia prefrontale destra, nella clinica sono numerosi i casi in cui soggetti con lesione a carico di quest’area hanno problemi di memoria. In particolar modo, questi soggetti non avrebbero solo problemi di memoria, dunque di rievocare o trattenere informazioni, ma problemi di working memory. Studi svolti da Petrides e colleghi (Petrides et al., 1993), hanno evidenziato e confermato un’attivazione della corteccia prefrontale destra, più precisamente la dorso laterale, in compiti in cui si richiedeva di indicare uno stimolo target memorizzato posto fra tanti altri stimoli, ritenuti distrattori o interferenti.

Ciò conferma l’importanza della corteccia prefrontale dorso laterale in quelle operazioni mentali di pianificazione, selezione e manipolazione. Va da sé l’importanza esercitata da queste aree (aree frontali) anche in quei compiti che richiedono la pianificazione di operazioni mentali future, come la memoria prospettica (Wilson, 2009). Infine vorrei citare un ultimo contributo ma non meno importante, apportato in questi anni dalle neuroscienze con lo studio di Ray e colleghi (Ray et al., 2008). Partendo dal presupposto che secondo Ray, non esisterebbe una distinzione né funzionale né anatomica per ciò che riguarda l’informazione spaziale e verbale nella memoria di lavoro, la loro ipotesi di ricerca era di confermare invece l’esistenza di un circuito bilaterale comune “generico” per entrambe le modalità. Per confermare ciò, condussero un esperimento con fMRI (risonanza magnetica funzionale) su soggetti normali, presentando loro stimoli identici sia in compiti spaziali che verbali. I risultati furono che in entrambi i compiti si registrò un’attivazione in entrambi gli emisferi senza differenziazione e in particolar modo nella regione fronto-parietale. Interessante comunque fu che nei compiti verbali si registrò una maggior correlazione con aree emisferiche sinistre, mentre quest’attivazione non si manifestava nei compiti spaziali.

di Chiara Spinaci

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