5 modi per aiutare i bambini di fronte a un disastro, terremoto o una strage
Il modo migliore per aiutare i bambini ad affrontare le conseguenze di un disastro dipende da molto fattori: dalla natura dell’evento ( per esempio, se si tratta di un evento causato dell’uomo o di una calamità naturale), dal fatto che il pericolo sia cessato o no, dalla probabilità del suo ripetersi, dal tempo trascorso dall’inizio del disastro, dal grado di coinvolgimento del bambino e dai segni di stress che dimostra dopo l’evento. Nei momenti immediatamente successivi alla calamità, ovunque i bambini si trovino, è importante che i primi soccorritori[1] facciano:
- Li proteggano da ulteriori danni e, per quanto possibile, da un’ulteriore esposizione a stimoli traumatici: in questa fase occorre ridurre al minimo la percezione di stimoli visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili e potenzialmente traumatici;
- Li guidino. Nelle situazioni di calamità è necessaria una guida gentile ma decisa. Quanto è possibile, i bambini vanno tenuti lontano dai superstiti gravemente feriti e da quelli in preda a una sofferenza emozionale estrema in modo da ridurre la paura e il contagio emotivo al minimo.
- Ristabiliscono i collegamenti del bambino con le persone e le risorse di cui ha bisogno e che possono ridurre il senso estremo di isolamento e di paura.
- Il sostegno, la compassione, il dialogo aiutano ha ridurre la paura e a far riacquisire al bambino un senso di sicurezza. E’ necessario che i bambini siano messi in contatto con i genitori e i parenti e che, inoltre, vengono a conoscenza di informazioni precise riguardo l’accaduto in modo tale da fornire a loro le risorse adeguate per fronteggiare l’evento. Quando è possibile, bisogna indirizzare i genitori verso risorse di aiuto psicologico per i bambini;
- Restino accanto a loro. I bambini, in preda ad ansie e paure, possono trarre giovamento dalla presenza di un adulto. Bisogna garantire la sicurezza al bambino finché il loro stato emotivo non sia migliorato.
La maggioranza degli interventi destinati ad aiutare i bambini a riprendersi si basano sul concetto secondo cui il sostegno, la guida, le strategie di gestione dello stress, la normalizzazione sarebbero utili per la maggior parte dei bambini esposti a eventi traumatici. Genitori e insegnanti possono rappresentare una guida nella ripresa dei loro figli e alunni, dovrebbero divenire un modello di fronteggiamento positivo. E’ importante che i bambini siano a conoscenza di ciò che sta accadendo. L’adulto è tenuto a dare informazioni veritiere senza sminuire la realtà dei fatti. In ogni caso i bambini sono in grado di cogliere la drammaticità dell’evento attraverso i toni, i volti, gli stati emotivi percepiti dalle figure di accudimento primarie. Nascondere loro la verità li conduce a perdere la fiducia verso le figure adulte. E’ bene quindi attenersi ai fatti, moderando l’espressione di emotività, senza dare troppe spiegazioni sulle cause e le conseguenze: occorre evitare di riferire tutti quei particolari che potrebbero indurre dolore e paura. Il genitore o una figura adulta in generale ha lo scopo di accogliere l’espressione del vissuto del bambino e cercare di comprenderlo prima di farsi capire. Empatia, rispetto e pazienza devono essere alla base dell’ascolto del genitore. É fondamentale dare tutte le informazioni e le spiegazioni ai bambini affinchè non si sentano spaesati e confusi. Le incertezze che fanno parte del bambino derivano dal pericolo della perdita di legami con le persone care. Bisogna assicurarli, prendersene cura, dimostrare il proprio amore, in modo tale che si sentano sicuri di poter contare su una persona fidata e presente[2]. Dopo un disastro, un maxi incidente, viene sempre attivata una fitta rete di soccorsi, che riescono in poco tempo a portare aiuto e soccorso in qualunque posto sul territorio italiano.
[1] Young, B.H., Ford, J.D., Ruzek, Friedman, M.J., Gusman, F.D., “Disaster mental health services. A guidebook for clinicians and administrators.”, Departement of Veterans Affairs, consultabile al sito: https://www.hsdl.org/?view&did=441325
[2] Lo Iacono, G., Ranzato, L.,(2001). “Aiutare i bambini sopravvissuti a calamità: indicazioni per insegnanti e genitori”. In “Psicologia e Psicologi”, vol.1,numero 3.
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