Embodied Cognition di Barsalou: esperienze percettive

LA PERCEPTUAL SYMBOL SYSTEM: UNA TEORIA ANTI RAPPRESENTAZIONALISTA

Fra le teorie della Embodied Cognition, Barsalou (1999, 2003a) propone una valida alternativa alla teoria rappresentazionale cognitivista, denominata Perceptual Symbol System (PSS), fondata sull’idea che il materiale percettivo raccolto dai sistemi sensoriali durante l’esperienza non venga tradotto in termini amodali, bensì venga catturato dai sistemi di memoria delle aree sensoriali di ordine superiore; ciò permette di riattivare in un secondo momento, attraverso quel processo di simulazione, le caratteristiche sensoriali dell’oggetto esterno in quel momento assente. La PSS è capace di spiegare processi cognitivi quali la memorizzazione, il linguaggio, il ragionamento, ponendo un forte accento sulla componente sensoriale (e non sull’azione) dei processi cognitivi. La PSS (Barsalou, 1999, 2003a, 2003b), includendo anche gli atteggiamenti, la percezione sociale e l’emozione, afferma che tutta la conoscenza concettuale e la manipolazione della stessa sia basata su rappresentazioni modali dei simboli percettivi derivanti dalle molte fonti dell’esperienza diretta.

E’ doveroso premettere che, al di là dell’anti rappresentazionalismo di cui l’Embodied Cognition è portavoce, si ritiene che la nozione di rappresentazione abbia un grande potere euristico e sia soprattutto molto utile quando si tratta di intendersi su alcuni temi senza tuttavia implicitamente impegnarsi sulla filosofia che sta dietro a questo concetto, altresì (Caruana et al., 2013a) è comunque difficile parlare di scienza cognitiva o di neuroscienze senza parlare di rappresentazioni, né sembra possibile sostituirlo con altri apparentemente più neutri (es. conoscenza, know how; Caruana & Borghi, 2013b).

I sostenitori dell’EC rappresentazionalista parlano nello specifico di rappresentazioni di stati corporei, come a esempio gli stati viscerali implicati nelle emozioni, ma  si sottolinea che per la EC la riattivazione di uno stato viscerale non è una rappresentazione viscerale bensì, appunto, uno stato viscerale originale (Caruana et al., 2013a).

Secondo la PSS, gli stati “modalità specifici” che rappresentano la percezione, l’azione e l’introspezione nelle situazioni online sono anche usate per rappresentare quelle situazioni del processo offline che sono alla base della memoria, del linguaggio e del pensiero; in breve, piuttosto che usare stati “modalità specifici” per rappresentare quelle situazioni, il sistema cognitivo usa invece la ricostruzione di esse.

Le teorie embodied della cognizione asseriscono che i concetti includono molti più contenuti percettivi rispetto a quanto suggerisce la visione classica che divide la percezione dalla cognizione e dal comportamento (Barsalou, 1999; Glenberg, 1997), pertanto queste teorie asseriscono come i concetti siano molto meno astratti rispetto a ciò che si pensava in passato (Schubert, 2005).

Prove empiriche a sostegno provenienti dalla psicologia cognitiva e dalla neuropsicologia supportano l’idea di Barsalou (1999) secondo la quale le rappresentazioni mentali dei concetti sono effettivamente legate alle loro basi percettive, quindi la conoscenza non consta di proposizioni amodali ma in rappresentazioni modali o modalità specifiche chiamate perceptual symbols. I perceptual symbols sono esperienze percettive schematizzate che coinvolgono non solo rappresentazioni modali in senso stretto del termine percettivo, ovvero i sensi (es. visivo, uditivo, tattile), ma anche la propriocezione, l’introspezione e le programmazioni motorie (Schubert, 2005); tali esperienze percettive schematizzate sono poi usate durante i processi cognitivi come la percezione, la categorizzazione e il giudizio. Attraverso i perceptual symbols le esperienze percettive schematizzate possono dare la possibilità di costruire e compiere simulazioni (Johnson-Laird, 1983, cit. Schubert, 2005). In altre parole si può asserire che il contenuto modale giochi un ruolo centrale nel pensiero concettuale e che il pensare coinvolge la simulazione percettiva.

Articolo di Valentina Blue Magris

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