
Il segreto dell’antifragilità per il successo nello sport
Articolo di Francesco Clemente
Gli studi compiuti nei ultimi decenni hanno concluso che l’elemento caratteristico di chi ottiene e mantiene il successo nello sport è una predisposizione a perseverare nelle difficoltà, la capacità di adattarsi efficacemente alle più varie situazioni e tolleranza alla fatica ed alla frustrazione.
Il risultato confortante è che queste competenze si possono acquisire, cioè sono allenabili con un lavoro specifico, nonostante persistano delle caratteristiche disposizionali. Da un punto di vista sociologico vale la considerazione che lo stile di vita occidentale con i suoi pregi ed i suoi difetti ha in qualche modo ridimensionato il valore del sacrificio individuale, a vantaggio di modelli di apprezzamento sociale segnati dalla sovrastima del talento, se non proprio dalla ricerca di soluzione comode, grazie alle quali evitare situazioni di stress.
A ciò si aggiunge una sopravvalutazione di atleti di eccellenza che sembrano immuni dalle difficoltà, che ricorrono alla psicologia dello sport esclusivamente in presenza di profonde fragilità o in periodi di gravi crisi. La conseguenza negativa di questo modo di operare è la svalutazione del raggiungimento di determinati livelli di forza d’animo, giudicato come obiettivo secondario rispetto alla crescita tecnica-tattica-atletica. In realtà, anche i fuoriclasse hanno bisogno di avere nel loro bagaglio di conoscenze delle strategie apprese di gestione dello stress, di miglioramento della concentrazione e di orientamento motivazionale. Da ciò discende il ruolo fondamentale della psicologia dello sport, che serve all’atleta per la trasmissione trasmettergli le pratiche che lo supportano nell’uscire con disinvoltura dal suo stato di comfort elaborando attraverso le esperienze la preziosa capacità di sfruttare i fattori stressanti come mezzo per l’adattamento efficace in tutte le situazioni possibili.
Il cardine della psicologia dello sport è che la formazione dell’atleta di successo non può prescindere dalla formazione dell’uomo, della sua consapevolezza, della sua maturità. Sotto questo profilo si comprende il ruolo indispensabile della psicologia dello sport, non più percepita solo come un intervento curativo, poiché attraverso il lavoro pratico in campo con l’atleta e attraverso la collaborazione e lo scambio con i tecnici e lo staff può contribuire allo sviluppo integrale dell’uomo e dell’atleta. Un processo nel quale si stabilisce altresì un accordo con l’atleta e con la guida dell’allenatore, avvalendosi di approcci teorico-pratici moderni, oltre che di una tecnologia avanzata, di una scelta di obiettivi che stimolano le criticità, potenziando così al contempo i punti di forza.
Gli obiettivi di un training di questo tipo oltre a far crescere le abilità cognitive mirano a dotare l’atleta delle capacità di: resistere all’urto della vita, archiviare le sconfitte e le vittorie restando fortemente motivato sugli obiettivi generali, acquisire la mentalità del miglioramento e del sacrificio, trovare equilibrio nell’affrontare anche il clamore del successo senza perdere di vista gli obiettivi, maturare autonomia e capacità di autodeterminazione, potenziare la sua percezione di controllo nelle situazioni in gara e adeguare la percezione del pericolo derivato da un errore o da una sconfitta, considerare le difficoltà come parte necessaria del percorso.
Tutto ciò implica la considerazione di concetti noti con i nomi di resilienza, durezza mentale, resistenza psicologica e antifragilità e si riferisce alla capacità di rispondere alle situazioni della vita agonistica, senza abbattersi o esaltarsi oltremodo ma operando, laddove necessario, dei cambi di prospettiva, cercando soluzioni creative e nuovi equilibri, riadattando obiettivi e comportamenti con l’intento di fare e ottenere il meglio possibile in ogni contesto.
Le competenze psicologiche dell’atleta, universalmente riconosciute come indispensabili alla riuscita di una carriera sportiva da qualunque allenatore del mondo, in alcuni casi fortunati sono innate ma possono comunque essere apprese attraverso la disciplina e un percorso individuale di cambiamento che prevede l’apprendimento di tecniche di rilassamento, di tecniche di concentrazione, il coltivare la capacità intangibile di interpretare le situazioni di gioco, lo sviluppo di intelligenze utili ad interpretare un mondo in continua evoluzione, la consapevolezza delle proprie emozioni e l’aggiustamento cognitivo giacché la maggior parte dei nostri atteggiamenti originano dai nostri pensieri
Tabella sui rapporti fra componenti della forza d’animo, allenabilità nell’atleta e idee dell’allenatore[1]
Componenti della forza d’animo | Allenarla nell’atleta | Pensieri e riflessioni per i coach |
Perseveranza negli obiettivi | Focus sul miglioramento quotidiano non sulla vittoria, gli ostacoli si analizzano come parte utile del percorso | Il primo a non aver paura dei problemi deve essere il coach. Fronteggiare gli eventi esterni che variano è il suo lavoro |
Buona scelta degli obiettivi | Obiettivi misurabili a breve, medio e lungo termine chesuperino del possibile le capacità attuali dell’atleta | Sai valutare con buona precisione le potenzialità dei tuoi atleti? Sai ispirarli a tirare fuori il meglio di se’? |
Gestione dello stress |
Riconoscere le proprie emozioni e per utilizzarle apprendere tecniche di respirazione, attivazione e disattivazione |
Diventa più empatico, usa la telecamera per cogliere i linguaggi del corpo, la consapevolezza è essenziale |
Attitudine alla fatica | La disciplina, il sacrificio, l’intenzione e l’accettazione della sofferenza vanno strutturate nel metodo di lavoro | Ti sei chiesto che rapporto hai tu con la fatica e che ruolo ledai nel tuo lavoro? L’esempio è un messaggio molto forte… |
Attitudine alla speranza | Costruire una mentalità che vede il futuro nelle nostre mani grazie all’impegno profuso costante e professionale | Il pensiero positivo è la certezza che lavorando sodo si fanno miracoli, seguito dalla messa in pratica di questo pensiero |
Senso dell’umorismo
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Allenare al sorriso si può, l’ironia aiuta ad imparare, mantenere un umore alto può fare la differenza | Cosa puoi fare per avere nel tuo bagaglio la capacità di stemperare la tensione con una buona battuta? |
Lettura delle situazioni | 1.saper osservare e anticipare 2.conoscere molte soluzioni tattiche 3.migliorare la visione periferica degli occhi | Il primo a dover leggere le situazioni sei tu, non lasciare questa capacità al puro istinto ma lavoraci molto |
Capacità di adattamento | Cambiare i contesti, le richieste fatte al giocatore, metterlo in difficoltà durante l’allenamento, abituarlo a pensare | Cambiare interlocutori e sistemi, vincere, perdere…il maestro dell’adattamento devi essere tu! |
Atteggiamento | Accogliere ciò che arriva con equilibrio, vittoria o sconfitta che sia, senza perdere mai aderenza col presente e valori | L’eccesso di futuro genera ansia, l’eccesso di passato malinconia. Un coach ansioso o triste può essere efficace? |
Capacità di prendere decisioni | Allenamenti composti di situazioni- problema stimolano a osservare, interpretare, decidere, agire velocemente | Gli studi sul tema del decisionmaking nello sport aumentano. La formazione del coach non deve mai fermarsi |
Capacità di concentrarsi | Intensità durante gli allenamenti, motivazione alta, esaltazione del qui e ora e esercizi che spostano il focus | Se l’attenzione in allenamento è scarsa e poco focalizzata, come attendersi che in gara gli atleti siano pronti? |
Creatività |
Creare il contenitore dove inventare soluzioni individuali e di gruppo, lasciare spazi e tempi per farlo |
La fretta e la sperimentazione della creatività sono nemiche, ma il giocatore che pensa e inventa è assai prezioso |
Toccare i miglioramenti, sentire il controllo dei propri gesti e delle situazioni, aumentare la competenza percepita | Stimare i suoi atleti e far sentire la sua fiducia nelle lorocapacità è una qualità fondamentale di un coach di valore |
Il messaggio è che la resistenza attiva e la capacità di dare il meglio nelle difficoltà possono essere sia tratti personali innati che competenze apprese da chiunque lo desideri attraverso un processo formativo e questo vale anche per i team che necessitano di rinnovare continuamente la capacità di fare fronte agli impegni sportivi senza disunirsi e senza perdere di vista gli obiettivi comuni.
La rivoluzione culturale nella direzione di questo tipo di mentalità in Italia stenta ad arrivare, il mondo sportivo ed i suoi operatori fanno ancora fatica a concepire che l’approccio giusto alla gara, la motivazione e la forza d’animo siano aspetti che è meglio allenare ricorrendo alla competenza di un professionista qualificato e certificato come accade per i muscoli e le capacità tecnico-tattiche, dunque per divulgare questo messaggio per superare definitivamente ancora essenzialmente una preparazione mentale improvvisata.
[1]La tabella è tratta da Allenare la forza d’animo, a cura di Barbara Rossi, psicologa dello sport in www.psicologiaperlosport.it
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