Atteggiamento verso l’euro: identità nazionale e identità europea
di Matteo Mori
Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio di questo secolo, nel periodo corrispondente all’introduzione dell’euro, prima come moneta “virtuale” poi come moneta corrente, sono state condotte numerose ricerche a livello internazionale e nazionale volte a studiare le implicazioni di carattere sociale, cognitivo ed affettivo che un evento di tale portata poteva avere nei suoi utilizzatori e nelle comunità. Un filone di ricerca ha indagato i processi cognitivi implicati nella conversione euro-lira e nei processi di contabilità, nonché gli effetti cognitivi e affettivi associati alla percezione della nuova moneta (Rumiati, 2001). Altri studi si proposero di descrivere la rappresentazione sociale dell’euro (Meier-Pesti, Kirchler, 1998) e di determinare i fattori che influenzavano l’atteggiamento verso l’euro (si veda tra tutti il progetto cross-nazionale di Muller-Peters, Papermans, Kiell, et al., 1998).
In seguito l’interesse per queste tematiche si è affievolito, gli studi sull’atteggiamento verso l’euro sono praticamente scomparsi dalla letteratura psicosociale. Sono invece proseguiti, con cadenza periodica, i sondaggi condotti dall’Eurobarometro ai quali faremo riferimento più avanti in questo capitolo.
Nei paragrafi che seguono presenteremo i costrutti psicosociali, indagati nelle ricerche nazionali e internazionali condotte nel periodo di introduzione dell’euro, unitamente ai risultati principali di tale ricerche. Presenteremo anche la teoria dei Valori (Schwartz, 1992) e il costrutto di Cinismo Politico che abbiamo utilizzato nella ricerca empirica che sarà presentata in seguito.
Le identità sociali: nazionale ed europea
Alle basi del concetto di identità nazionale ed europea troviamo ciò che Tajfel (1981) ha definito identità sociale, cioè una parte dell’immagine di sé che deriva dall’appartenere ad un gruppo sociale, unitamente al valore emotivo attribuito a questa appartenenza. L’identità nazionale può essere definita dunque come un particolare tipo di identità sociale e collettiva dove, il collettivo che costituisce l’identità, è la nazione (Muller-Peters, p.702, 1998). Essa genera coinvolgimento ed attaccamento emotivo: si manifesta nella storia, nei valori e nei simboli collettivi come la moneta; inoltre l’identità nazionale è condivisa dai cittadini di un paese e i suoi simboli ed i suoi valori sono la risultante di eventi culturali e storici (Van Everdingen, Van Raaij, 1998).
Secondo Muller-Peters (1998) l’identità nazionale è un costrutto multidimensionale costituito da due dimensioni tra loro indipendenti: una componente di identificazione, che implica categorizzazione di sé ed attaccamento emotivo al proprio gruppo nazionale, ed una componente di “nazionalismo” che tende invece verso la discriminazione degli outgroup costituiti dalle altre nazioni; il nazionalismo, infatti, si basa su processi di confronto sociale tra nazioni che da una parte enfatizza la distintività positiva del paese di appartenenza, dall’altra opera una svalutazione delle altre nazioni attraverso processi di discriminazione.
Un’altra distinzione fondamentale, per quanto riguarda gli atteggiamenti verso il proprio paese, è quella tra “nazionalismo” e “patriottismo”. Spesso i due termini vengono utilizzati come sinonimi, poiché entrambi si riferiscono ad una valutazione positiva della nazione di appartenenza; tuttavia esistono delle sostanziali differenze tra i due concetti in riferimento all’identità nazionale: il nazionalismo si basa sull’idealizzazione per l’ingroup e la sua storia mediante una cieca obbedienza verso l’ordine costituito mentre, il patriottismo, rappresenta un vincolo emotivo con la propria nazione fondato anche su una critica costruttiva verso il proprio paese.
Quindi in riferimento all’identità nazionale, il patriottismo rappresenta la dimensione della categorizzazione e del coinvolgimento emotivo mentre, il nazionalismo, costituisce la dimensione della discriminazione.
Un’ ulteriore precisazione, riguardo la differenza tra nazionalismo e patriottismo, viene da Kelman (1969) il quale afferma che essi sono funzione del tipo di legame che c’è tra gli individui e la nazione. Ad esempio, un legame di tipo strumentale, rappresenta un mezzo razionale, basato su una valutazione del tipo costi-benefici riguardo la cittadinanza:
laddove i benefici che derivano dall’appartenenza a quella nazione siano eguali o superino i costi, maggiore sarà il sentimento di attaccamento nazionale; al contrario un legame di tipo sentimentale presuppone una valutazione di tipo emozionale connessa alle tradizioni ed ai simboli nazionali ed è maggiormente presente quando si verifica un accordo tra il sistema di valori personale e quello del proprio paese. Questi aspetti si compensano reciprocamente quando uno dei due si indebolisce o è poco presente, l’altro si rafforza.
L’attaccamento di tipo strumentale può portare al patriottismo mentre quello di tipo sentimentale è più suscettibile alla svalutazione degli altri paesi, tipico di un atteggiamento nazionalistico (Meier-Pesti, Kirchler, 2003).
Un altro costrutto molto rilevante è quello definito come orgoglio nazionale; anch’esso, al pari dell’identità nazionale, si basa sul confronto sociale come mezzo per mantenere una distinzione positiva rispetto all’outgroup. In altri termini, esso si riferisce ad una sfera emozionale verso la propria nazione che coinvolge sia aspetti generali del proprio paese che aspetti più specifici come, ad esempio, un sentimento di orgoglio per la propria storia nazionale, per la propria cultura o lingua (Muller-Peters, 1998)
Il processo di integrazione europea e l’avvento della moneta unica hanno condotto alcuni studiosi ad ampliare la questione delle identità sociali mediante l’introduzione del concetto di identità europea e a studiare come esso sia relazionato con le identità nazionali.
Innanzitutto, è bene specificare che identità europea e nazionale non sono costrutti mutuamente escludentisi; infatti una maggiore identificazione europea non significa un decremento del sentimento di identità nazionale poiché entrambe possono essere simultaneamente presenti nell’individuo (Risse, 2003). Inoltre, come spiegato dal modello dell’identità comune (common ingroup identity model; Gaertner et al., 1993), è possibile che la ricategorizzazione di due gruppi distinti in un ingroup sovraordinato, come potrebbe essere l’Europa, riduca la discriminazione verso l’outgrup. Tutto ciò favorisce l’idea che l’identità europea si associ più fortemente con il patriottismo rispetto al nazionalismo (si veda Meier-Pesti, Kirchler, 2003).
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