Attendibilità e validità dei test proiettivi
Svantaggi delle tecniche proiettive.
Esistono alcuni problemi relativi all’utilizzo dello Zulliger Test, e più in generale, di tutte le tecniche proiettive. Problemi che mettono in discussione la stessa definizione di questi strumenti come test (vengono infatti qui definiti tecniche), dunque come strumenti con ben definite caratteristiche psicometriche (norme, attendibilità, attendibilità incrementale, validità, utilità di trattamento). Al termine “test”, alcuni studiosi preferiscono utilizzare il termine “tecniche” [Lilienfeld 2000; Balboni, Cubelli 2004] proprio per questo motivo. Sebbene siano stati rilevati, negli ultimi cinque decenni, gravi problemi di validità e attendibilità delle tecniche proiettive [Eysenck 1959; Vernon 1963; Kline 1993; Lilienfeld 1999; Lilienfeld 2000; Anastasi 1982; Gittelman Klein 1986] “Watkins et al. [1995], rilevano che cinque tecniche proiettive, che comprendono il Rorschach e il Thematic Apperception Test sono tra i dieci strumenti maggiormente utilizzati dagli psicologi clinici” [Lilienfeld, 2000].
Per esaminare i problemi delle tecniche proiettive riprenderò una classificazione già utilizzata da Klein [1993] ripresa a sua volta da [Vernon 1963], integrandola:
a) Scarsa attendibilità
Di solito accade che se i protocolli di una tecnica proiettiva vengono codificati col metodo cieco, in cui cioè l’operatore ignora l’identità del soggetto che sta valutando, nelle interpretazioni l’attendibilità tra i vari codificatori è scadente, al punto che a volte non concordano neppure sul sesso del soggetto.
Anche in questo caso le opinioni sono divergenti. Alcuni studi hanno rilevato eccellenti indici di accordo [Meyer 1997a, 1997b; Viglione 1999; Viglione e Hilsenroth, 2001], altre invece hanno riscontrato non sempre indici di attendibilità soddisfacenti (ad. es Acklin, Mc Dowell, Verschelle e Chan, 2000; Guarnaccia, Dill, Sabatino e Southwick 2001). Un disaccordo che è in parte dovuto ai diversi metodi statistici utilizzati per verificare l’attendibilità fra correttori (coefficiente k di Cohen, correlazione interclasse, o la percentuale di accordo).
b) Bassa validità
In generale, non ci sono molti dati a sostegno della validità delle tecniche proiettive. [Eysenck 1959] ha sostenuto che più era rigoroso lo studio, minore era il coefficiente di validità. Lilienfeld et al. in seguito ad una meta-analisi conclude che “c’è un supporto empirico alla validità solo per un piccolo insieme di indici del Rorschach” [Lilienfeld, Wood, Garb 2000], dunque per gli stessi indici utilizzati per il computo e la valutazione dei protocolli dello Zulliger Test. Inoltre, afferma Kline [1996]: “a sostegno delle proprie affermazioni i manuali dei testi per lo più portano soltanto dati clinici, ma questo non dimostra nulla. Nella scienza i dati probanti sono quelli che refutano altre ipotesi”.
c) Influenza del contesto sui punteggi
Vernon (1963) cita alcuni studi per mostrare che i punteggi delle tecniche proiettive sono influenzati da un gran numero di fattori contestuali, per esempio la razza e il sesso dell’esaminatore, il modo (rilassato o rigido) di somministrare il test, l’opinione dei soggetti su cosa misuri il test e via dicendo. E’ stato rilevato che “la produttività massima di risposte al Rorschach si ottiene quando il somministratore è un uomo e il soggetto una donna [Harris, Masling 1970], ma si è visto anche che la differenza di sesso fra somministratore e soggetto limita la produzione di risposte a contenuto sessuale in riferimento al TAT [Boncori, 1993, p.791]” [Boncori, 2006]. Sono dunque moltissimi i fattori contestuali e relativi al somministratore che influenzano i risultati di una tecnica proiettiva. Afferma Kline [1993]: “ciò non stupisce affatto, ma è in contrasto con l’idea che le tecniche proiettive misurino le dinamiche individuali dei soggetti, gli strati più profondi3 della personalità, idea sostenuta appunto da coloro che li utilizzano. Anche se le tecniche proiettive misurassero tali elementi, i punteggi sarebbero comunque distorti dai fattori contestuali appena menzionati.”
d) A volte i criteri di assegnazione del punteggio sono ambigui
Se consideriamo uno dei migliori metodi di valutazione delle macchie di inchiostro del Rorschach, si afferma comodamente che: “sfortunatamente, non disponiamo di alcuna regola assoluta e di facile applicazione, per evidenziare le risposte CF” [Exner 2003, p.58]. Affermazione, che stride fortemente, con la definizione di tale strumento come test.
In alcuni casi, nella somministrazione di tecniche proiettive, si utilizzano protocolli scritti, i quali limitano l’inchiesta del soggetto sulle singole interpretazioni (in questo stesso studio, l’utilizzo dei protocolli ha spesso prodotto inchieste poco esaurienti), il ché può mettere in difficoltà il valutatore nell’assegnare i punteggi.
1.3.2. Vantaggi delle tecniche proiettive
Per definire le tecniche proiettive, diversi ricercatori utilizzano il termine test [Boncori, 1993, 2006; Boncori in Ungaro, Borrelli 2006, p.2; Giambelluca, Parisi, Pes 1995].
E’ stato rilevato che ben cinque tra i/le dieci test/tecniche maggiormente utilizzati/e dagli psicologi clinici sono proiettivi/e. A questo punto si impone la necessità di chiedersi , alla luce di quanto affermato sui problemi di validità e attendibilità, per quale motivo ciò avviene? Riprendo una classificazione di Kline [1996], integrandola:
a) Sono fonti di dati unici
Forniscono dati di qualità diversa rispetto a qualsiasi altro metodo. Nello studio della personalità potremmo rilevare dati a casa, al lavoro, da inventari di personalità, interviste, ma questi strumenti non produrrebbero mai informazioni e dati simili a quelle delle tecniche proiettive.
b) Alcuni risultati delle tecniche proiettive suggeriscono che si tratta di tecniche efficaci
Nonostante la scarsa attendibilità di questi strumenti , l’esame delle ricerche condotte su alcune tecniche proiettive (Rorschach, TAT) hanno rilevato che in mano ad operatori molto competenti alcune tecniche proiettive hanno prodotto risultati notevoli, che non sarebbero mai potuti emergere da nessun altro tipo di test.
c) La ricchezza di dati delle tecniche proiettive
Gli item degli inventari di personalità appaiono incolori e grossolani. A un giudizio intuitivo appare incredibile che gli inventari siano superiori alle tecniche proiettive.
d) Minore direttività delle tecniche proiettive
Alle tre categorie di “vantaggi” aggiungiamo questo quarto vantaggio.
Una minore direttività della tecnica porta generalmente a una maggiore libertà del soggetto di rispondere secondo le proprie modalità di risposta. Le modalità di rispondere a un item a risposta chiusa sono molto limitate, mentre le modalità per fornire un numero X di interpretazioni a una macchia di inchiostro è molto più ampia. Esistono infinite modalità di rispondere a una macchia di inchiostro dello Z-Test o del Rorschach, così come esistono infinite modalità di inventare una storia all’SDI, al TAT o al CAT. La minore direttività dello strumento favorisce modalità personali di risposta e meno forzate. Dall’analisi dei 110 protocolli dello Zulliger Test, in questo studio, sono stati osservate modalità molto personali nel fornire risposte sul protocollo: alcuni hanno segnato solamente un termine corrispondente all’interpretazione, motivandola in maniera laconica nel foglio 4 del protocollo, altri hanno inventato vere e proprie storie solamente per definire la propria interpretazione.
Diversi autori preferiscono, per i/le proiettivi/e, il termine test, altri il termine tecnica.
Test e tecniche sono due categorie diverse. Diversamente da altri autori, non ritengo che le due cose si rapportino tra loro in maniera gerarchica. Se il test ha vantaggi nella standardizzazione, validità, stabilità e coerenza come strumento, la tecnica ha maggiori vantaggi sul punto di vista della flessibilità e minore direttività.
Tuttavia le carenze in termini di standardizzazione, validità, stabilità e coerenza, suggeriscono l’utilizzo dello Zulliger Test, come strumento ausiliario o di screening, e quasi mai come strumento onnicomprensivo. E’ bene cogliere però, allo stesso tempo, i vantaggi dello strumento proiettivo per recuperare il gap, prodotto dall’alta direttività degli altri strumenti.
3 E’ la definizione di personalità profonda che ha qualcosa che non va: potremmo porci le seguenti domande
a) quali sono gli aspetti profondi della personalità?
b) cosa ha di più profondo la psicologia del profondo rispetto alle altre psicologie?
Per una critica attenta sul concetto di personalità profonda e di psicologia del profondo si rimanda a Jervis [1998]. Perplessità sulla presunta profondità di strumenti la ritroviamo nella critica al termine intervista in profondità [in Bichi. 2002]
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