Caratteristiche degli approcci dell’embodimenti in psicologia

CARATTERISTICHE E PRINCIPI DEGLI APPROCCI DELL’EMBODIMENT

Gli studiosi dell’Embodiment dimostrano sempre più che il progresso dello sviluppo cognitivo umano arriva soprattutto dall’apprendimento attraverso la percezione e l’azione (Greco, Hayne, & Rovee-Collier, 1990; Rochat & Striano 1999, cit. Barsalou, 2008). Secondo l’Embodiment, l’esperienza fenomenologica dei nostri corpi in azione consente lo sviluppo della percezione e della cognizione nei bambini che inizia con ed è radicata all’azione embodied (Gibbs, 2006).

Secondo la Situated Cognition il corpo gioca un ruolo centrale anche nella cognizione astratta in quanto quest’ultima è ancorata alle esperienze fisiche (Gibbs, 2006) e le sensazioni corporee attivate durante l’esperienza del mondo sono in grado di influenzare i processi cognitivi di più alto livello (Wilson, 2002) come la percezione, l’immaginazione, la memoria, il ragionamento, il linguaggio, l’emozione e la consapevolezza, dando così origine al modo in cui pensiamo, prendiamo decisioni o comprendiamo le intenzioni altrui (Barsalou, 2008; Gibbs, 2006; Suitner, et al., 2014).

La visione embodied pone molta attenzione ai processi cognitivi di alto livello appena menzionati e contiene al suo interno alcuni concetti messi in luce da Wilson (2002) che si esemplificano a seguire.

– L’Embodiment è più di un’attività psicologica e/o cerebrale ed è costituito da schemi ricorrenti dell’azione propriocettiva acquisita durante l’esperienza soggettiva con l’ambiente (Gibbs, 2006).

La cognizione è situata (situated cognition). L’attività cognitiva coinvolge la percezione e l’azione che si esplicitano nel contesto dell’ambiente reale di cui il soggetto fa esperienza; nello specifico, l’informazione percettiva del contesto continua ad arrivare sotto forma di elaborazione sensoriale (input e output ambientali) durante l’attività motoria che è messa in atto dal soggetto per perseguire gli obiettivi (Wilson, 2002).

– La cognizione deve essere compresa sotto le influenze dell’interazione ambientale in tempo reale, poiché la cognizione e l’azione situata hanno luogo “nel qui e ora” e ogni attività richiede sensibilità subitanea al feedback proveniente dall’ambiente (Wilson, 2002).

Noi sfruttiamo l’ambiente e il nostro corpo per ridurre il carico cognitivo. A causa dei limiti delle nostre abilità d’elaborazione dell’informazione (es. attenzione e memoria di lavoro) utilizziamo o alteriamo spesso l’ambiente in modi strategici per ridurre il carico cognitivo. Un esempio di riduzione del carico cognitivo, servendosi dell’ambiente, è contare sulle proprie dita; un altro esempio fa leva sui risultati di uno studio di Kirsh & Maglio (1994, cit. Wilson, 2002) in cui viene provato che nel gioco del Tetris i partecipanti traslano e ruotano il loro corpo per facilitare la decisione rispetto a dove e come posizionare ogni blocco prima che cada, piuttosto che ragionare mentalmente una soluzione e poi eseguirla. Molte di queste attività sono sia contestuali che spaziali, nel senso che esse coinvolgono la manipolazione di relazioni spaziali fra gli elementi dell’ambiente. E’ stato provato che anche la gestualità sembra servire da scarico cognitivo a colui che sta parlando, aiutandolo nel processo di pensiero che sta cercando di esprimere (Iverson & Goldin-Meadow, 1998; Krauss, 1998, cit. Wilson, 2002).

– La cognizione è per l’azione. La funzione della mente è di guidare l’azione e i meccanismi cognitivi come la percezione e la memoria devono essere compresi in termini del loro contributo al comportamento appropriato e adattivo alla situazione (Franklin, 1995, cap. 16, cit. Wilson 2002). Dalla prospettiva della Grounded cognition il sistema cognitivo si trasforma per sostenere l’azione in situazioni specifiche, inclusa l’interazione sociale. Ciò sottolinea la situated action, ovvero come percezione, azione, corpo, ambiente e altri agenti agiscono solitamente per e durante la realizzazione di un obiettivo (Glenberg 1997, cit. Suitner et al., 2014).

– La cognizione offline è body based. L’attività embodied della mente, persino quando separata dall’ambiente, è basata su meccanismi d’elaborazione sensoriale e controllo motorio che evolvono per l’interazione con l’ambiente; in questo contesto d’analisi la mente può esser vista come operatrice al servizio dei bisogni del corpo che interagisce con una specifica situazione del mondo reale (Wilson, 2002).

Articolo di Valentina Blue Magris

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