che cos'è la cardiopatia

Che cos’è la cardiopatia

Questo articolo sulla cardiopatia è di Daniela Moschetto.

Cardiopatia definizione

La cardiopatia è una qualsiasi malattia che interessa il cuore, si distinguono la cardiopatia strutturale (anatomico) e quella funzionale; inoltre esse si presentano in forma congenita, ovvero presenti dalla nascita oppure acquisite cioè quando insorgono nel corso della vita. Si distinguono forme di cardiopatia severe, moderate e lievi.

La cardiopatia dipende dalla genetica e dallo stile di vita

Le cardiopatie possono avere origine genetica o derivare da uno stile di vita della madre, durante la fase gestazionale, incongruo per la salute del nascituro oltre che propria. Altro fattore di rischio è la presenza di patologia diabetica nella madre.

Ulteriori cause possono essere rappresentante da infezioni batteriche o virali, malattie reumatiche e tumorali che possono insorgere nell’arco della vita.

Molto spesso la cardiopatia è legata a stili di vita sbagliati, che favoriscono l’obesità, il diabete e l’ipertensione.

Cardiopatia sintomi

Tra i sintomi più comuni vi sono:

  • affaticabilità (astenia);
  • “fame d’aria” (dispnea);
  • dolori al torace (palpitazioni).

Non sempre i sintomi sono presenti in quanto nelle forme di cardiopatia lieve possono mascherarsi o addirittura non manifestarsi.

Che cos’è lo scompenso cardiaco

Tra le complicanze troviamo sicuramente l’evoluzione di un’insufficienza cardiaca, considerata anch’essa una cardiopatia e definita da Ugo Teodori (1971) scompenso cardiaco: “sindrome secondaria a molteplici cardiopatie, che comportano l’incapacità da parte del cuore di mantenere, a riposo e/o dopo sforzo, una portata adeguata alle necessità metaboliche dell’organismo” (Teodori 1971).

Lo scompenso cardiaco è generato dalle cardiopatie e si manifesta quando il cuore non mantiene una portata circolatoria adeguata all’irrorazione dei vari organi.

Lo scompenso cardiaco può generare diversi meccanismi patogeni tra cui il sovraccarico di volume, il sovraccarico di pressione, la riduzione della contrattilità. Quest’ultimi sono rappresentati dalla tachicardia, dalla dilatazione e dalla ipertrofia.

Varianti dello S.C. sono dettate dalla rapidità e dall’evidenzia dei sintomi, dove distinguiamolo scompenso cardiaco globale dallo scompenso acuto ventricolare sinistro, fino ad arrivare allo scompenso ventricolare destro e a quello ad alta portata.

La cardiopatia influisce su polmoni, fegato e rene

Molteplici organi ed apparati risentono dello S.C. tra cui polmone, fegato e rene. L’aggravante delle condizioni cliniche che colpiscono questi organi posso essere rappresentate dalla possibilità di andare incontro ad un edema.

Segni e sintomi legati all’apparato respiratorio sono: la dispnea (respirazione difficile ed angosciosa), la tosse (notturna, del primo decubito e da sforzo), l’emottisi.

Anche l’apparato digerente riporta segni e sintomi legati allo S.C., sia per via dei cambiamenti circolatori che compromettono gli organi annessi, sia per i farmaci cardiocinetici utilizzati. Vomito, nausea, stipsi, digestione prolungata sono i sintomi più comuni.

 

I gradi di insufficienza cardiaca

La New York Heart Association classifica quattro gradi di insufficienza:

1° grado: cardiopatici senza limitazioni nello svolgimento delle normali attività quotidiane e sportive;

2° grado: pazienti con lievi limitazioni nelle attività sportive, che riportano sintomi legati a sforzi eccessivi;

3° grado: soggetti che mostrano sintomi anche nello svolgimento di attività ordinarie per cui è necessaria una moderata limitazione dell’attività fisica;

4° grado: cardiopatici che accusano sintomi anche in condizioni di riposo.

 

 

Lo scompenso cardiaco può coinvolgere il ventricolo sinistro compromettendo la capacità contrattile del cuore ed inoltre generare edema polmonare.

 

Quando viene coinvolto il ventricolo destro si manifesta un sovraccarico pressorio del detto ventricolo.

Come si diagnostica lo scompenso cardiaco

Per la diagnosi dello scompenso cardiaco vengono eseguiti esami strumentali quali l’elettrocardiogramma, l’esame radiologico del torace, l’esame delle urine, l’ecocardiogramma, il cardiogramma apicale, il fonocardiogramma e il cateterismo cardiaco.

Complicanze generate dallo S.C. sono rappresentati dai processi infettivi a carico dell’apparato respiratorio; l’infarto polmonare caratterizzato da patogenesi embolica; le turbe del ritmo rappresentate da fibrillo-fluttuazione atriale ed extrasistolia ventricolare; l’ittero causato da iperbilirubinemia; l’enteropatiaproteino-disperdente; i disturbi neurologici che possono manifestarsi attraverso agitazione motoria, allucinazioni, disorientamento, afasia e cachessia.

Nella diagnosi è importante giudicare e precisare la gravità dello scompenso, la causa cardiopatica da cui deriva e l’esistenza di fattori concomitanti per poter effettuare un corretto trattamento.

Come si fa la prevenzione delle malattie del cuore

La prevenzione si distingue in generale e specifica. La prima consiste nel seguire dei programmi volti alla riduzione della frequenza della cardiopatia; quella specifica, in presenza di cardiopatia compensata, consiste nell’attuare misure preventive per ritardare o impedire l’evoluzione verso lo scompenso.

Tra le principali misure preventive ricordiamo: l’alimentazione, la riduzione dell’apporto di sale, il controllo del peso, l’astensione assoluta dal fumo, l’esercizio fisico stabilito dal medico.

La terapia punta al miglioramento della contrattilità cardiaca e alla riduzione del lavoro del miocardio; esse dipendono dal caso clinico ed è nei casi più gravi che si interviene chirurgicamente per rimuovere le cause che generano lo scompenso o per correggere cardiopatie congenite o causate da vizi valvolari acquisiti.

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