Come Gestire i Conflitti di Coppia
Secondo un detto popolare “l’amore non è bello se non è litigarello” e si può affermare che in massima parte è veritiero. Non esistono relazioni esenti dal conflitto, l’avere delle difficoltà e imbattersi in confronti accesi al fine di risolverle, rientra nella cosiddetta “normalità”. Anzi l’assenza del conflitto nella relazione rappresenterebbe l’annullamento dell’individualità, significherebbe seguire delle regole pressoché rigide e provocherebbe una certa ripetitività del rapporto. Il vero problema del conflitto sono le modalità messe in atto per risolverlo.
Secondo la psicologia sociale le strategie utilizzate per risolvere un conflitto dipendono dalle caratteristiche della relazione stessa.
Esistono rapporti di tipo cooperativo, in cui i partner tendono ad affrontare il conflitto tramite delle strategie costruttive. La coppia attua uno scambio reciproco d’idee al fine di giungere a un compromesso e prendere la decisione migliore per entrambi. La messa in atto di tali modalità rappresenta un rinforzo emotivo della relazione e di conseguenza un suo miglioramento. Al contrario, nelle relazioni di tipo competitivo i partner sono dominati da atteggiamenti aggressivi, di rifiuto e di evitamento. Questi alimentano la conflittualità portando i partner a sperimentare vissuti negativi quali tensioni, risentimenti, recriminazioni e incomprensioni (Myers, 2009).
Le diverse caratteristiche della relazione, però, non determinano soltanto le modalità di risoluzione del conflitto, esse si riscontrano nella quotidianità della coppia e influenzano le modalità con cui i partner interagiscono nella loro normalità.
John Gottman (1994,1998)[1] ha osservato che la capacità di integrare le diversità e di accettare le critiche senza portare rancore, contrassegna i matrimoni sani. In quelli di successo i partner sono più propensi a interagire con gesti affettuosi quali toccarsi, farsi complimenti e sorridere, ben cinque volte di più rispetto la messa in atto di comportamenti ostili quali sarcasmo, disapprovazioni e insulti.
Le coppie felici e molto innamorate sono complici, si spalleggiano e si sostengono reciprocamente, tendono a ridere e a guardarsi negli occhi più spesso e più a lungo. Le coppie infelici, invece, possiedono modalità d’interazione più autoritarie, sono più inclini a darsi ordini e a mortificarsi, perciò litigano più facilmente.
Ma qual è il segreto delle coppie che hanno successo nel matrimonio? È realmente possibile che un amore duri per sempre?
Secondo Robert Sternberg (1988) la passione di un idillio iniziale può evolvere in amore duraturo, ma occorre impegnarsi.
Un matrimonio di successo si costruisce su fondamenta di fedeltà, fiducia e rispetto reciproco. Tali qualità non sono innate, ma si vanno costruendo e rinforzando con il passar del tempo: imparando a rapportarsi con onestà, comunicando apertamente e confrontandosi liberamente sempre all’interno del rispetto reciproco. I partner dovranno acquisire la capacità di sopportare e comprendere le reazioni istintive e dovranno essere aperti al compromesso. Indubbiamente non può considerarsi facile, ma bisogna tener presente che non è l’amore che risolve i conflitti, bensì è per amore che si giunge a risolverli. “Le coppie che si aspettano che la passione duri per sempre o che la loro intimità rimanga immodificata, si ritrovano deluse. […] Noi dobbiamo costantemente lavorare alla comprensione, costruzione e ricostruzione delle nostre relazioni d’amore” (Sternberg, 1988).
L’impressione che ogni essere umano ha del mondo circostante e le aspettative comportamentali circa le persone significative con cui egli si rapporta, dipendono dalla percezione che si è avuta della propria prima relazione significativa. Secondo Bowlby e poi Ainsworth, infatti, la precoce relazione madre-bambino permette a quest’ultimo di costruirsi un modello della relazione stessa che poi userà come schema base delle future interazioni significative. Quindi, il tipo di attaccamento costituitosi tra madre e bambino, influenzerà la personalità dell’individuo, la sua attesa di trovare o meno una base sicura e definirà la capacità di vivere relazioni gratificanti.
L’Importanza dell’Attaccamento nella Coppia
Non tutti i rapporti sono definibili legami di attaccamento, nemmeno quelli più significativi. Un legame d’attaccamento per essere classificato tale deve includere un bisogno di vicinanza, determinare sicurezza, conforto, disponibilità, e comprendere la paura di perdere l’altro.
Raffagnino e Penzo (2012) riportano alcune ricerche di Shaver e Hazan (1987), i primi a studiare le associazioni tra legame di attaccamento infantile e relazioni tra adulti. Le ricerche hanno esaminato come queste dimensioni relazionali (originariamente definite da Bowlby) influenzino il grado di soddisfazione vissuto nella relazione adulta. Da queste si evince che coppie le quali si definiscono felici, che manifestano una più alta soddisfazione relazionale e sessuale, presentando buone capacità d’interazione e modalità di risoluzione del conflitto costruttive, risultano possedere un legame di tipo sicuro. Partner con attaccamento ansioso-ambivalente, invece, tendono a essere più soggetti a situazioni di stress. Questi, infatti, esprimono con maggior frequenza disagio all’interno della relazione, difficoltà nell’affrontare conflitti, manifestano comportamenti di dominanza-sottomissione e incapacità di gestire sentimenti negativi quali il risentimento e il disprezzo. Dinamiche simili si rilevano anche in coppie con stile insicuro-evitante, queste però, sono accompagnate da una sfiducia reciproca di ricevere sostegno, associata a comportamenti di distacco e allontanamento.
Dalle ricerche gli autori hanno riscontrato che i criteri principali che definiscono gli stili di attaccamento sono la vicinanza emotiva e la fiducia nell’altro, infatti, la capacità di vivere serenamente relazioni intime, di aver fiducia e di abbandonarsi all’altro è tipico di persone con stile di attaccamento adulto sicuro. Chi presenta un attaccamento evitante, invece, esprime estremo disagio nella vicinanza emotiva e nei rapporti intimi e quelli che, in fine, esibiscono un tipo di attaccamento ansioso-ambivalente, riscontrano un’estrema insicurezza personale che li porta a essere assai dipendenti dal proprio partner (Raffagnino, Penzo, 2012).
Si è visto che la qualità della relazione dipende da una svariata gamma di fattori e alcuni studiosi affermano che “la presenza di un attaccamento sicuro tra i partner non garantisce in modo deterministico la continuità e la capacità di mantenere una relazione affettiva” (Zavattini, 2008).
Pertanto anche nelle condizioni più favorevoli, un amore può finire.
Ciò può accadere per il semplice fatto che non sempre si cresce insieme, i bisogni e gli obiettivi possono mutare in direzioni opposte e portare così alla distruzione di quel patto segreto instauratosi inizialmente.
[1] Riportato da Myers, D. G., “Le relazioni interpersonali significative”, in Marta, E. e Lanz, M. (a cura di): Psicologia sociale, Milano, McGraw-hill, 2009, p. 421.
“Le relazioni sono come edifici e si deteriorano nel tempo
se non vengono conservate e migliorate.
Non possiamo aspettarci che una relazione si prenda cura di se stessa,
non più di quanto possiamo aspettarci da un edificio.
Piuttosto, dobbiamo prenderci la responsabilità
di rendere le nostre relazioni le migliori possibili.”
Robert Sternberg, 1988
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