Come scoprire se hai subito un trauma psicologico

Segnali tipici di trauma psichico

Per esserci una reazione al trauma deve presentarsi un evento critico che viene vissuto in una situazione d’impotenza oggettiva e soggettiva. Le reazioni più comuni al trauma possono essere distinte in tre gruppi:

  • PRIMO GRUPPO: le persone possono qualche volta soffrire di una tendenza a rivivere il trauma in modo intenso e disturbante. Le reazioni in cui il trauma viene rivissuto si hanno perchè le informazioni su ciò che è successo durante il trauma sono immagazzinate nel cervello, in alcune parti della memoria. Quindi, le informazioni sono state conservate dal sistema per la sopravvivenza, in modo che rimanessero in memoria. Quel ricordo rimane lì per proteggere l’individuo nel caso si presentasse un pericolo simile, serve a ottimizzare e aumentare al massimo le probabilità di sopravvivenza e può essere molto utile se in effetti c’è una reale possibilità che lo stesso trauma si ripresenti. La più comune reazione in cui si rivive il trauma (scopri come superarlo) è il ricordo indesiderato, ripetuto e disturbante del trauma che si presenta con il rivedere le immagini presenti durante il trauma, rivivere le emozioni di paura, panico, rabbia, impotenza, tristezza, orrore. Queste esperienze possono compromettere seriamente il senso di piacere e di benessere nella vita. Si possono fare sogni angoscianti, incubi e rivivere in questi l’evento traumatizzante. Qualche volta può succedere di avere un flashback, visioni nitide dell’evento traumatico accompagnato da emozioni forti. A volte può essere così intenso che sembra che l’evento traumatico si stia ripetendo, si potrebbe infatti rivivere, in queste situazioni, molte delle reazioni fisiche che si è provato quando è accaduto il trauma, è possibile percepire rumori, odori, sapori, sensazioni corporee, come il dolore e il malessere, uguali a quelli che si è provato durante il trauma. I flashback indicano che si sta elaborando un’esperienza molto difficile e opprimente che la nostra mente non ha ancora compreso del tutto.
  • SECONDO GRUPPO: le persone in questo caso si sentono completamente paralizzate e svuotate di ogni emozione e sentimento. Le reazioni di evitamento e di ottundimento sono un modo per controllare le emozioni intense e fanno parte dei meccanismi di protezione che il corpo e la mente utilizzano per aiutarti a sopravvivere. I sopravvissuti ai traumi psichici riferiscono di non aver provato nulla in quella che più tardi descrivono come un’esperienza veramente sconvolgente a livello emotivo. Spesso si sentono “insensibili”. In altri casi i soggetti desiderano non parlare, non pensare al trauma: evitano domande o qualcosa che possa ricordargli l’evento traumatico. Questo è un modo di evitare le sensazioni sconfortanti insieme alla messa in atto di comportamenti protettivi, che consistono in azioni che si facevano anche prima, ma le si fa in modo diverso, stando maggiormente attento alla propria incolumità e al proprio benessere. Può capitare che per evitare di rivivere sensazioni spiacevoli e degradanti, il soggetto eviti persone, luoghi e situazioni che rievochino il trauma.
  • TERZO GRUPPO: consiste in reazioni di aumento dell’attivazione fisiologica, reazioni che possono presentarsi in qualsiasi momento, innescate o meno da eventi specifici e sono collegate a risposte corporee che si possono avere durante l’esperienza traumatica. Le risposte di questo tipo sono causate da una serie di neurotrasmettitori e ormoni che agiscono nel sistema nervoso: la noradrenalina, il cortisolo, e altre ancora. In determinate circostanza, come può essere la situazione traumatica, il sistema nervoso umano ne stimola il rilascio nel sistema circolatorio, perché queste sostanze chimiche sono utili alla sopravvivenza e fanno agire la persona nel modo che il sistema per la sopravvivenza reputa migliore in quella situazione. Reazioni come difficoltà ad addormentarsi e insonnia, irritabilità e scoppi d’ira, difficoltà di concentrazione e di memoria, stato di allerta e preoccupazione per la propria sicurezza e quella altrui, azioni di eccessivo allarme, reazioni fisiologiche in risposta alla situazione del trauma possono essere considerate come segnalazione di pericoli e che, dopo un trauma, lavorano con eccessivo scrupolo ostacolando il tal modo le possibilità di condurre una vita normale.
  • ALTRE REAZIONI CONNESSE AL TRAUMA:a seconda del tipo di trauma che ci si trova ad affrontare il soggetto può manifestare diverse reazioni, più o meno gravi.In situazioni di gravi traumi fisici, il soggetto può presentare dolore cronico, nonostante la lesione corporea sia guarita. Questa sensazione può essere causata dal “ricordo” del trauma rimasto nel corpo, così come l’intensità del dolore possa perdurare e aumentare al pensiero l’evento traumatico. Anche la vita sessuale può essere compromessa: l’affiorare dei ricordi può incidere sia sulle prestazioni sessuali, sia sul calo del desiderio. Nonostante l’affetto e l’amore rimangano, l’uomo o la donna non riescono più ad avere contatti fisici proprio perché il trauma avvenuto gli ha procurato uno shock tale da provare disagio o non tollerare la vicinanza altrui. Si può provare senso di impotenza, di dolore intenso e di disperazione per la perdita di una persona importante; a volte il senso di colpa può pervadere il soggetto, il quale si sente colpevole per la sua sopravvivenza e si logora l’animo per l’incapacità di spiegarsi la sua attuale esistenza, a discapito di altri. In alcuni casi, in seguito a uno o più eventi traumatici, possono insorgere veri e propri disturbi come la Depressione, la Dissociazione, l’automutilazione, i disturbi alimentari, il disturbo della somatizzazione, l’abuso di sostanze e il disturbo post traumatico da stress. Anedonia, inappetenza, insonnia o ipersonnia, ridotta capacità di concentrarsi o indecisione, pensieri ricorrenti di morte o di suicidio e umore depresso per la maggior parte del giorno rappresentano i sintomi presentati del soggetto depresso a seguito di evento traumatico.[2] Durante un’esperienza traumatica, la dissociazione consente di osservare l’evento da spettatore, di non provare dolore o stress, o di provarlo in misura limitata, e di sentirsi al riparo dal dover assumere la consapevolezza della vera portata di ciò che è successo. Quando in una persona si verifica una scissione tra “il sé che osserva” e il “sè che esperisce”, il soggetto riferisce di avere la sensazione di uscire dal proprio corpo e di osservare ciò che succede da lontano. Spesso i soggetti con disturbo dissociativo soffrono anche di incubi e flashback, accusano problemi psicosomatici e tentano di togliersi la vita praticando l’automutilazione e l’abuso di sostanze.[3] Alessitimia e somatizzazione rappresentano altri due sintomi caratteristici della presenza di trauma. Henry Krystal è stato il primo a ipotizzare che il trauma provochi una “dedifferenziazione degli affetti”, ovvero la capacità di identificare le emozioni specifiche che fungono da riferimento per agire in maniera appropriata alla situazione. L’autore notò che questa incapacità di creare costrutti semantici che identificassero gli stati somatici è correlata allo sviluppo di reazioni psicosomatiche e all’aggressione contro se stessi e gli altri. Esiste una stretta relazione tra trauma, somatizzazione, dissociazione e DPTS.[4]

[1]              Herbert,C.-Didonna,F. (2006), “Capire e superare il trauma. Una guida per comprendere e fronteggiare i traumi psichici”. Trento, Erickson

[2]                American Psychiatric Association (APA), (2007). DSM IV TR. “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.” Milano: Elsevier Masson.

 

di Ilaria Capozucca

[3]              Van der Kolk, B. – A. McFarlane – L. Weisaeth (2007). “Stress traumatico. Gli effetti sulla mente, sul corpo e sulla società delle esperienze intollerabili”. Roma: Magi.

[4]              Ivi,pag 200

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