Come vestirsi a un colloquio di selezione del personale

Sabrina Colombo (2006), collaboratrice della cattedra di Sociologia Economica all’Università di Milano, riporta un’analisi empirica condotta su quaranta selezionatori, operanti in diverse società di ricerca e selezione del personale, attraverso l’ausilio sia di una tecnica quantitativa di simulazione dei processi di scelta, sia di interviste in profondità a selezionatori con più anni di esperienza. Un aspetto rilevato nelle interviste qualitative ha riguardato proprio l’immagine del candidato, o meglio, l’importanza del tipo di abbigliamento con il quale questi si presenta ad un colloquio di selezione. Le risposte dei selezionatori hanno messo in evidenza due livelli di valutazione riguardanti questo aspetto.

Un primo livello riguarda l’abbigliamento al momento del colloquio che deve possedere un minimo di formalità. I candidati devono avere in generale un aspetto curato, senza necessariamente indossare abiti eleganti; vestire con abiti molto formali e mostrare con i movimenti di non essere a proprio agio, verrebbe infatti percepito e valutato negativamente.

Dalle interviste è, inoltre, emersa una maggiore tolleranza sul vestiario, seppure entro certi limiti, nei confronti dei neo-diplomati, ancora molto giovani, rispetto ai neo-laureati che dovrebbero aver acquisito un certo grado di maturità anche nella cura del proprio abbigliamento.

Il secondo livello di valutazione riguarda, invece, la corrispondenza tra l’abbigliamento per il colloquio e il ruolo che andrebbe a ricoprire all’interno di un’azienda, ognuna delle quali avrà i suoi standard a seconda del settore in cui opera; tutti i selezionatori intervistati, hanno sottolineato che il modo di abbigliarsi va visto anche rispetto al tipo di cultura aziendale che andrà a trovare. Pertanto, un candidato che si presenta ad un colloquio abbigliato in modo informale, può andare bene per aziende legate a settori meno tradizionali o per mansioni come il sistemista informatico; mentre è richiesto un abbigliamento classico per le figure professionali che si occupano per esempio di marketing poiché, interagendo con l’ambiente economico esterno, devono mostrare il massimo di serietà e affidabilità.

È bene, infine, ribadire che il modo di presentarsi sarebbe un elemento di valutazione, tuttavia non bisogna cadere nella trappola di farsene influenzare emotivamente. La seduzione esercitata da una persona particolarmente curata nel vestire o gradevole nell’aspetto, ben dispone, tuttavia non deve “ubriacare” il selezionatore; questo, infatti, ostacolerebbe la valutazione delle capacità intrinseche di un candidato che, per scelta o per abitudine, non appare attraente (Rollo, 2012).

di Valeria Bafera

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