definizione di fiducia in psicologia

Definizione di fiducia in psicologia: significato

Questo articolo di Daniela Moschetto spiega la definizione di fiducia in psicologia

Le tre componenti della definizione di fiducia in psicologia

Il tema della fiducia si lega a tre componenti principali: cognitiva, affettiva e comportamentale.

Rotter (1954) considera che lo sviluppo della fiducia in senso cognitivo avvenga nelle prime fasi di vita attraverso le esperienze con le figure d’attaccamento.

Infatti la fiducia è considerata come l’aspettativa di un individuo (o di un gruppo) di poter fare affidamento sulle parole, sulle promesse, sulle affermazioni espresse da un altro individuo (o gruppo) (Marchetti, Petrocchi 2008).

 

Rotenberg (1991) definisce la fiducia valutando tre dimensioni:

  • Fedeltà
  • Rispetto delle confidenze
  • Onestà.

 

La fiducia ha due componenti:

  • Cognitiva
  • Affettiva comportamentale.

Colpisce due target relazionali:

1) Familiarità

2) Specificità.

 

Come si sviluppa fiducia nei bambini

Da diverse analisi condotte sui bambini, emerge che sono fondamentali gli scambi intimi coi genitori e successivamente i legami amicali e relazionali. La prima fase di vita prevede legami affettivi e relazionali all’interno del nucleo familiare, il bambino necessita di cure e attenzioni materne per stabilizzare il suo equilibrio fisiologico ed emotivo (Rotenberg et al., 2005b; Imber, 1973).

Con l’ingresso scolastico il bambino allarga le sue relazioni sociali e divengono importanti gli altri significativi in particolar modo il gruppo dei pari diviene serbatoio di angosce, di ansie e rispecchiamento, favorisce autostima e incrementa responsabilità morale.

La relazione con i pari è di tipo supportiva: aiuta a sviluppare strategie di coping attraverso l’ascolto, i consigli e i feedback.

Il significato di fiducia in psicologia

Secondo Bernath e Feshbach (1995) “la fiducia è esperita primariamente a livello conscio e relazionale, i sentimenti di fiducia e le decisioni sono influenzati dalla percezione e dalla valutazione sia di indizi legati al presente, sia di passate interazioni connesse alla fiducia negli altri”(Marchetti, Petrocchi 2008).

Il concetto di fiducia in senso affettivo affonda le sue radici nella teoria dell’attaccamento sviluppata da Bowlby (1938): è la funzione genitoriale, in particolare quella materna, che garantisce attraverso le cure, le attenzioni, e l’assistenza la sopravvivenza del bambino, assicurata solo tramite lo sviluppo di questa funzione. Bowlby distingue l’attaccamento con ciò che il bambino prova per gli altri e il comportamento d’attaccamento: che si riferisce alla modalità attraverso qui il bambino esprime l’attaccamento.

La fiducia si instaura mediante lo stile di attaccamento

Nello sviluppo del legame di attaccamento Bowlby (1969) differenzia quattro fasi: comportamenti di segnalazione e avvicinamento; comunicazioni dirette; segnali di mantenimento della vicinanza; perseguimento di scopi e obiettivi regolati da feedback esterni.

Grazie al contributo della Ainsworth e colleghi (1978) attraverso una procedura osservativa chiamata Strange Situation è stato possibile individuare gli stili di attaccamento che i bambini formano con le figure di attaccamento durante il primo anno di vita.

Emersero da questa proceduta lo stile insicuro evitante, quello sicuro ed quello insicuro ansioso ambivalente; a questi venne aggiunto lo stile di attaccamento insicuro disorganizzato (Main, Kaplan, Cassidy, 1985).

I modelli operativi interni nello stile di attaccamento possono aumentare la fiducia

Oltre all’importanza data agli aspetti individuali nello sviluppo delle relazioni, vengono valorizzati i modelli mentali, ovvero le rappresentazioni delle figure affettive che costituiscono i modelli operativi interni che indirizzano l’individuo nell’interpretazione delle informazioni che provengono dal mondo esterno guidandone il comportamento.

Attraverso l’osservazione dei comportamenti diretti o indiretti esplicati nell’interazione coi pari e con gli insegnanti è possibile analizzare il comportamento di fiducia.

Grazie alle inferenze che un individuo elabora: pensieri, credenze, scopi e intenzioni che ci si affida all’altro (Rotenberg, MacDonald, King 2004).

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