Insonnia (definizione): le statistiche in Italia e uso dei sonniferi

L’insonnia è il più frequente disturbo del sonno del mondo industrializzato e, almeno nella sua forma lieve e sporadica, interessa potenzialmente tutti. In tutti i casi d’insonnia, l’approccio terapeutico deve essere integrato e prevedere anche un momento dialogico, caratterizzato cioè da un’interazione informativa e da finalità psicoterapeutiche mirate a correggere abitudini disadattative. In questo ambito rientra la terapia cognitivo-comportamentale dell’insonnia (CBT-I).

Le statistiche sull’insonnia in Italia

L’insonnia è un problema che affligge circa 12 milioni di italiani, ovvero il 15-20 per cento della popolazione. Questa percentuale raggiunge il 40 per cento se consideriamo le persone con più di 65 anni. Chi soffre d’insonnia generalmente lamenta uno o più dei seguenti sintomi:

  • Difficoltà ad addormentarsi
  • Numerosi o prolungati risvegli notturni
  • Risveglio molto presto al mattino
  • Sonno non riposante e di cattiva qualità

I sintomi dell’insonnia

Questi sintomi devono essere presenti quasi ogni notte e da almeno 6 mesi per poter parlare d’insonnia cronica; inoltre devono provocare conseguenze negative durante il giorno come:

  • stanchezza
  • mancanza di concentrazione
  • irritabilità
  • umore “nero”

Rigirarsi nel letto tutta la notte tentando di dormire è un’esperienza molto frustrante e spiacevole. A volte l’insonnia è un problema transitorio legato ad eventi di vita stressanti, e il sonno torna alla normalità nell’arco di un mese. In altri casi, però, le difficoltà a dormire possono durare mesi o anni, diventando una preoccupazione importante per una persona.

Gli Italiani spendono 150 milioni di euro all’anno di sonniferi: i costi dell’insonnia

Si calcola che gli italiani spendano 150 milioni di euro all’anno in sonniferi. Un terzo degli insonni fa uso quotidiano di queste sostanze ed il 10 per cento di questi li assume da oltre 10 anni. Il farmaco, d’altro canto, se utile nei casi più leggeri e transitori d’insonnia, può causare un peggioramento del problema. Può, infatti, generare una dipendenza dalla sostanza, se utilizzato per un periodo prolungato, e diventare gradualmente sempre meno efficace.

Negli ultimi 20 anni, fortunatamente, sono state messe a punto strategie d’intervento non farmacologico che si sono rilevate molto efficaci sia nel migliorare la qualità del sonno, sia nel facilitare la sospensione dell’utilizzo dei sonniferi.

La terapia Cognitivo comportamentale è efficace contro l’insonnia: studi e ricerche

Il 70-80 per cento delle persone che seguono un programma di trattamento Cognitivo Comportamentale migliora nettamente la qualità del proprio sonno. Solitamente, al termine della terapia, le persone riferiscono di avere un sonno più profondo e meno disturbato dai risvegli notturni; inoltre dichiarano d’impiegare la metà del tempo per addormentarsi. Un terzo delle persone diventano dei cosiddetti ‘buoni dormitori’.

Solitamente, al termine del trattamento, sia il tempo che la persona impiega ad addormentarsi, sia quello in cui rimane sveglio nel cuore della notte non supera i 30 minuti.

Al termine della terapia, che prevede anche un programma di graduale sospensione dei sonniferi condotto da personale medico, il 77 per cento dei partecipanti risulta non farne più uso.

Le tecniche cognitivo comportamentale per ridurre l’insonnia

Il trattamento ha solitamente una durata di 6-8 settimane con sedute settimanali singole o di gruppo di circa 1 ora. Gli obiettivi principali degli incontri sono:

  • fornire informazioni sull’insonnia e sulle basilari norme di igiene del sonno legate allo stile di vita regolarizzare il ritmo sonno-veglia attraverso tecniche comportamentali specifiche
  • insegnare procedure di rilassamento
  • insegnare tecniche di distrazione e di controllo dei pensieri notturni modificare idee errate e atteggiamenti dannosi nei confronti dell’insonnia con l’utilizzo di specifiche tecniche cognitive
  • fornire indicazioni preziose per prevenire le ricadute

Questo articolo sull’insonnia è di Natascia Chiechio

Scrivi a Igor Vitale