La Storia della Famiglia secondo la Psicologia

Ripercorrendo, per sommi capi, i cambiamenti che la famiglia ha subito nei diversi secoli, è possibile notare come, nonostante le sue grandi trasformazioni, essa sia sempre rimasta presente nel tempo. Nell’antichità e nel medioevo la famiglia veniva concepita come abbastanza aperta e perciò ,per reggersi, necessitava di un’organizzazione gerarchica. Inoltre la famiglia, in passato, risultava legata alla consanguineità ,mentre col affermarsi del Rinascimento si assiste alla nascita della famiglia borghese e all’affermazione della famiglia nucleare[1]. Il vincolo matrimoniale comincia a richiedere ,come condizione per la sua attuazione, l’affetto dei coniugi, affermandosi così l’intimità della famiglia ,che ha un valore prettamente privato. In questo periodo si impone inoltre la necessità dell’educazione e dell’istruzione che possiede invece un valore statale. In seguito sarà invece possibile definire l’Ottocento come il secolo della famiglia. Infatti nella sua prima metà si insiste sul ruolo affettivo e sacrificale della moglie-madre e sull’autorità paterna e della società, mentre nella seconda metà del secolo si sviluppano forme alternative al legame coniugale tradizionale : ci si riferisce in particolar modo a fenomeni come la diffusione organizzata della prostituzione , ma anche a coloro che sostengono il libero amore e a coloro che sostengono la necessità del divorzio di fronte ai fallimenti matrimoniali[2].

Quando, in seguito, in Italia crollano sia il fascismo che la monarchia, il modello più diffuso di famiglia sarà invece quello della tradizione cristiana, per il quale i genitori e l’intera società civile lavorano in funzione della formazione dei figli, confermando la sacralità della famiglia. Nathan W. Ackerman (1908-1971), clinico statunitense, nella sua opera Psicodinamica della vita familiare (1968), riferendosi al periodo che seguì le guerre disse <<La rivoluzione socioculturale che caratterizza il nostro tempo ha esasperato la diffidenza e il timore tra le nazioni, ha modificato l’aspetto della vita familiare, ha scosso la stabilità dei modelli di comportamento individuali, familiari e sociali[….] Gli esseri umani e i rapporti tra di loro sono immersi in uno stato di continua agitazione , e la conoscenza delle macchine supera di gran lunga la conoscenza che l’uomo ha di stesso. [….] Questa situazione, […] esige una nuova comprensione, un nuovo punto di vista sui rapporti degli uomini tra di loro e con la società[3].>>

Ci si trovò perciò a fare i conti con una famiglia che aveva urgente necessità di ritrovare la sua stabilità e di ridefinire i ruoli dei membri che la compongono, ma gli avvenimenti che hanno caratterizzato questo secolo la costringeranno invece a mutare per sempre il suo assetto. Molto di questo secolo ci suggerisce quanto la mentalità delle persone sia totalmente cambiata rispetto al passato. In Italia, nel 1974, un referendum popolare respinge la proposta di abrogazione della legge sul divorzio, nel 1975 la camera approva la riforma del diritto di famiglia istituendo la completa parità fra i coniugi e nel 1978 il Parlamento approva un nuovo progetto di legge sulla depenalizzazione dell’aborto[4]. Lo spirito che accumuna questi avvenimenti e che prevarrà da questo momento in poi sarà quello dell’antiautoritarismo e del forte individualismo. Quindi, mentre nell’antichità e nel medioevo, la genitorialità coinvolge in particolare l’uomo in un’ottica di continuità e crescita della famiglia, con il trionfo della famiglia borghese ,che va dal secolo Cinquecento al secolo Novecento, la genitorialità coinvolgerà invece ambedue i coniugi, pur avendo compiti differenziati e pur facendo i conti con lo sviluppo crescente del ruolo femminile[5]. Il punto che segnerà la svolta sarà proprio quello in relazione al diverso rapporto che verrà ad instaurarsi tra la coppia, in conseguenza anche dell’emancipazione femminile, che se da un lato libererà la donna dalla subordinazione e rafforzerà la parità, dall’altro porterà anche alla conferma di incontri e relazioni che non necessariamente dovranno durare tutta una vita. L’innovazione del rapporto fra uomo e donna farà sì che il ruolo della genitorialità cambi radicalmente.

Il processo di liberazione sessuale condurrà alla convivenza di coppie non solo eterosessuali[6]. Assistiamo infatti ,oggi, a matrimoni religiosi, matrimoni civili, convivenze e unioni tra omosessuali. In questo panorama, che è in continua evoluzione, ogni unione si giustifica in quanto avviene. Attualmente la convivenza e il matrimonio non producono necessariamente ,come nel passato, la genitorialità. Nella complessità del presente si vive insieme semplicemente per il piacere di vivere insieme e non sempre è presente la volontà o la possibilità di generare. A tutto ciò si deve aggiungere la difficoltà economica che la famiglia tradizionale vive nella crescita della prole e in relazione al suo futuro[7].

[1]Luigi Pati (a cura di), Educare alla genitorialità. Tra differenze di genere e generazioni, La Scuola, Brescia, 2005

[2]Ibidem

[3] Nathan W. Ackerman, Psicodinamica della vita familiare, Bollati Boringhieri, Torino, 2008,  p. 17

[4] Ibidem

[5] Ibidem

[6] Ibidem

[7] Luigi Pati (a cura di), Educare alla genitorialità. Tra differenze di genere e generazioni, La Scuola, Brescia, 2005

di Carlotta Sabbatini

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