Le cause della demenza di Alzheimer

Nei soggetti affetti da demenza di Alzheimer si assiste ad un progressivo deterioramento delle funzioni cognitive, deputate alla comprensione, alla codifica e all’elaborazione degli stimoli.

Alcune delle abilità intaccate sono:

  • memoria;
  • linguaggio;
  • prassie;
  • gnosie;
  • funzioni esecutive.

Mentre nella fase iniziale assistiamo ad un peggioramento nelle attività complesse come il gestire la vita familiare e lavorativa e ad un deterioramento della memoria e di almeno un’altra funzione cognitiva, con il progredire della malattia vengono intaccate anche le attività implicite e a carattere procedurale come la cura dell’igiene personale e l’alimentazione.

Di fondamentale importanza è la storia e la personalità del malato: gli eventi stressanti come i traumi, le strategie di coping, la capacità di gestire i rapporti interpersonali; queste sono tutte indicazioni che aiutano a capire come si evolverà la malattia. I deficit cognitivi comporteranno una progressiva disabilità, causando errori di comprensione e di comunicazione; è questa la causa principale di ritiro ed isolamento negli anziani affetti da demenza.

Il malato può in oltre manifestare deliri e/o misidentificazioni come ad esempio il mancato riconoscimento di persone a lui familiari, come i parenti.

È frequente che accanto ai disturbi cognitivi emergano anche disturbi psicologici e comportamentali, provocando enormi disagi sia per il malato sia per il caregiver, e la cui insorgenza è causa primaria dell’istituzionalizzazione.

Cause ed evoluzione della demenza di Alzheimer 

Seppure le cause di questa malattia non siano ancora chiarite, è possibile osservare, da un punto di vista biologico, una progressiva atrofia delle cellule cerebrali, meccanismo presente in tutti gli anziani ma in misura maggiore nei malati di Alzheimer, associata ad un’anomala presenza nel cervello di sostanze quali la beta amiloide e la proteina Tau.

In casi rari è possibile osservare una demenza di Alzheimer di tipo ereditario: una forma che si sviluppa nella fase di vita pre-senile (33-65 anni) e si  manifesta in tutte le generazioni della famiglia che ne è affetta; dovuta, si pensa, ad una mutazione di alcuni geni che provocano la produzione di alcune proteine patogene.

         Il decorso della malattia è di natura progressiva ed il deterioramento procede in modo gerarchico, dalla funzioni cognitive complesse a quelle più semplici. La suddivisione del decorso della malattia in fasi ha lo scopo unicamente di informare chi si occupa del malato sulle caratteristiche evolutive delle malattia al fine di consentirgli un’adeguata pianificazione dell’assistenza e una maggior consapevolezza di quanto potrà accadere e come affrontarlo. Nonostante infatti il decorso della malattia varia da persona a persona, è comunque possibile individuare 3 principali fasi di malattia:

Demenza lieve: può durare in media dai 2 ai 4 anni ed è caratterizzata da disturbi di memoria, come dimenticare i nomi e i numeri di telefono. Data però la natura non grave di questi segni, essi possono passare inosservati o essere giustificati come conseguenze naturali dell’età. La perdita progressiva della memoria, soprattutto quella recente, può interferire con il normale svolgimento degli impegni quotidiani.  Il soggetto ha difficoltà ad orientarsi nello spazio e nel tempo, per esempio può avere problemi a ritrovare la strada di casa. Anche il linguaggio comincia ad essere compromesso: compaiono difficoltà a produrre frasi adeguate a supportare il pensiero, vengono utilizzate pause frequenti per incapacità a “trovare la parola giusta”. L’umore diviene più depresso a seguito della consapevolezza della propria progressiva disabilità; in alcuni casi è possibile assistere a reazioni aggressive e ansiose.

Demenza moderata: è la fase temporalmente più duratura, dai 2 ai 10 anni ed è caratterizzata da un aggravamento dei sintomi presentati nella fase precedente. Le dimenticanze sono sempre più significative; aumenta l’incapacità di ricordare i nomi dei famigliari con la possibilità di confonderli, cosi come aumenta il disorientamento spaziale e temporale. In questo stadio la necessità di supervisione e assistenza nelle attività quotidiane si fa più urgente, l’anziani infatti tende a trascurare il proprio aspetto, la propria dieta e le più semplici attività quotidiane; le turbe dell’umore e del comportamento divengono più rilevanti.

Demenza grave (durata media 3 anni): è la fase terminale della malattia durante la quale la persona malata è completamente dipendente e richiede assistenza continua e totale per mantenersi in vita. E’ caratterizzata da una perdita totale della capacità di parlare e capire, può però essere mantenuta fino a questa fase la capacità di esprimere emozioni attraverso il viso. Il soggetto diviene totalmente incapace di riconoscere i propri familiari, di compiere gli atti quotidiani della vita come vestirsi, mangiare, lavarsi, riconoscere i propri oggetti personali e la propria casa. Non vi è più alcun controllo sfinterico ed il movimento è ormai totalmente compromesso fino all’allettamento.

         La durata media della malattia è di 10-15 anni anche se l’allungarsi della vita e l’insorgere della malattia anche verso i 50 anni, fanno persino raddoppiare la durata della stessa. Il decorso della malattia è molto influenzato dallo “stile di cura”, sia formale (personale professionista) sia informale (i famigliari). La durata della fase ultima della malattia dipende in maniera drammatica dal “nursing” (igiene, alimentazione, idratazione), potendo durare anche molti anni. La morte è dovuta, nella maggior parte dei casi, all’insorgenza di altre patologie e/o all’aggravarsi delle condizioni cliniche generali.

di Ilaria Giardini

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