Le tre categorie dell’Enneagramma: Pensiero, Sentimento e Azione

1949248366di Serena Giovannini

Le tre grandi categorie: Pensiero, Sentimento, Azione

 

Descrivo in seguito le tre grandi categorie generali che sono Pensiero, Sentimento, Azione a cui fanno capo i nove enneatipi e i ventisette sottotipi.

I caratteri di Pensiero hanno reagito con diffidenza alla separazione dalla madre, infatti in seguito sviluppano uno stile di attaccamento evitante (Strange Situatuion, Ainsworth e colleghi nel 1978), nelle relazioni oggettuali prediligono alla passionalità, “l’essere visti” dall’altro mantenendo sempre la giusta distanza, infatti il tono emotivo di base è la paura. (Quattrini, 2007). Non fidandosi completamente usano il pensiero per distaccarsi dagli altri, per avere un loro rifugio, non temono quindi la solitudine, si perdono nei loro pensieri, i loro occhi sembrano più rivolti ad osservare il loro mondo interiore piuttosto ciò che sta fuori. (Danesi Elena, 2009). Corrispondono ai caratteri centrati sull’autosufficienza di Freud (1977) e a quelli centrati sull’indipendenza descritti da Karen Horney (1971), inoltre il tipo di transfert che tendono ad istaurare è paragonabile a quello speculare descritto da Kohut (1980): il terapeuta fa da specchio e diventa per loro il sostituto di una funzione carente. (Quattrini, 2007)

I caratteri di Sentimento hanno reagito al trauma della nascita con Risentimento, un moto di odio-amore verso la madre che non soddisfa più il desiderio originario di simbiosi. Di conseguenza hanno sviluppato uno stile di attaccamento ambivalente e nelle relazioni sono alla ricerca di quell’unione idilliaca che hanno perduto idealizzando l’altro. La ricerca dell’amore è il fulcro della loro vita, la loro felicità è nell’essere amati dagli altri. Corrispondono ai caratteri centrati sulle reazioni emotive descritti da Freud (1977), a quelli centrati sull’amore descritti da Karen Horney (1971), il tipo di transfert che istaurano è di tipo idealizzante descritto da Kohut (1980). (Quattrini, 2007)

I caratteri di Azione hanno reagito con la disillusione alla separazione materna, hanno perso le speranze di ritrovare quell’armonia, quella completezza della vita intrauterina. La mancanza di idealizzazione materna li ha indotti a raffigurarsi e a rapportarsi con la madre come  fosse una loro pari, un alter ego, un gemello, sviluppando uno stile di attaccamento disorganizzato (Quattrini, 2007). E’ come se questi caratteri girando le spalle alla madre avessero deciso di compensare l’amore perduto attraverso l’azione, non crogiolandosi troppo nei pensieri e nei sentimenti per cui la visione della vita che ne risulta è un andare per il mondo a “fare”, con l’obbiettivo di ottenere potere. (Danesi Elena, 2009). Corrispondono alla descrizione dei caratteri centrati sull’azione di Freud (1977) e quelli centrati sul potere descritti da Karen Horney (1971), il tipo di transfert che tendono ad istaurare è quello gemellare di Kohut (1980).

consulenzabrevegratuita

Scrivi a Igor Vitale