Leadership e comunicazione persuasiva: tecniche ed esempi
La leadership è l’arte di gestire il proprio potenziale di influenza e il consenso altrui. Mentre oggi, chiunque ne abbia le capacità, può assumere un ruolo di leadership, quantomeno nel proprio settore di intervento, nel passato questa caratteristica era ascritta ad una stretta cerchia di persone. La leadership era propria solamente di grandi leader politici, militari, religiosi. Nel passato, non c’è mai stato un grandissimo bisogno di studiare le strategie per gestire in maniera efficace la leadership, i leader del passato avevano un’ autorità talmente indiscussa che non avevano la necessità di imparare strategie psicologiche non verbali o sistemi linguistici di precisione per poter comunicare ai propri interlocutori in maniera efficace.
Le evoluzioni della società e della cultura mettono sempre più spesso in dubbio le grandi autorità, per questo motivo la conoscenza di tecniche di comunicazione è sempre di più un vantaggio competitivo.
Oggi il politico, così come il medico, il professionista, l’insegnante o il laureato in genere non hanno bisogno solamente di avere le competenze necessarie a svolgere la propria professione, ma sono competitivi se sono in grado di comunicare in maniera efficace a un grande numero di persone.
Le basi della comunicazione persuasiva
Paul Watzlawick e collaboratori (1967), affermano che il primo assioma della comunicazione è il seguente: “Ogni comportamento è comunicazione, ed essendo impossibile il non-comportamento, è impossibile non comunicare”. Il semplice fatto di esistere ci pone nella realtà in una comunicazione continua col mondo esterno. Ad esempio, se sono in un vagone treno e parlo con gli altri viaggiatori, sto trasmettendo un’informazione, dunque comunico. Ma se ad esempio anziché decidere di parlare, decidessi di fingere di dormire, o addirittura di dormire, starei comunque comunicando qualcosa: comunico di non voler comunicare.
“Non siamo dunque in grado di non comunicare, non possiamo scegliere se comunicare o meno”
La scelta che si impone è un’altra:
Scegliere di comunicare consapevolmente, conoscendo le proprie strategie comunicative oppure affidare al caso le nostre modalità comunicative
La comunicazione è sempre comunicazione persuasiva. Le persone che sono in un certo contesto si influenzano necessariamente a vicenda. Se non possiamo scegliere di non comunicare, non possiamo neanche evitare che l’altro si convinca di qualcosa mentre gli parliamo.
Se sono un ottimo oratore e promuovo delle idee l’altro si convincerà delle mie qualità, si sarà dunque avviato un processo di persuasione.
Se non sono un buon oratore e promuovo in maniera incerta la mia comunicazione, l’altro si convincerà della mancanza delle mie qualità, si sarà dunque avviato un processo di persuasione.
Obiettivo di questo corso non è dunque quello di usare la leadership e la comunicazione persuasiva, ma è quello di saper gestire e indirizzare le proprie capacità di influenzare gli altri.
Differentemente da quanto si ritenga nell’opinione comune, la persuasione non è di per sé un fenomeno positivo o negativo. Il valore della persuasione dipende dalle finalità che il persuasore si prefigge. Ad esempio, in un progetto di prevenzione e promozione della salute, in cui si vuole trasmettere alla persona abitudini positive e salutari, la persuasione non è solo un processo auspicabile, ma è quasi un dovere per il medico. Allo stesso modo, se un consulente ha una buona alternativa per il cliente, esso può essere efficace solo se è in grado di convincerlo.
La persuasione è dunque uno strumento che tutti utilizziamo, ma come tale è positivo o negativo solo in base all’uso che ne facciamo.
Scrivi a Igor Vitale