L’intelligenza emotiva non migliora la performance

L’intelligenza emotiva ha un ruolo molto limitato nel predire la reale performance lavorativa.

L’intelligenza emotiva è una novità nella psicologia italiana e si contrappone al modello classico di intelligenza, quello delle abilità cognitive.

La promozione dell’intelligenza emotiva avviene soprattutto nelle aziende, dove si invitano giustamente i manager a comprendere le emozioni dei dipendenti, a motivarli ed a migliorare la performance.

La promozione di corsi sull’intelligenza emotiva si basa di fatti su claim notevoli, che potremmo riassumere come segue:

l’intelligenza emotiva è più importante dell’intelligenza classica nel determinare la performance

Ma è veramente così? A me piace molto entrare nel merito e dunque in questo articolo ti mostrerò cosa dicono veramente i dati. Alla fine dell’articolo scoprirai che l’intelligenza emotiva è certamente una risorsa, ma probabilmente è molto sovrastimata.

Intelligenza emotiva e performance

Spesso, nella formazione del personale, assistiamo a promesse miracolistiche sul potere dell’intelligenza emotiva. Alcuni formatori addirittura azzardano delle percentuali tipo:

  • il 51% della performance è determinata dall’intelligenza emotiva, il 49% dall’intelligenza classica
  • il 97% della performance è determinata dall’intelligenza emotiva

Tralasciando che i numeri sono sempre 51 e 97, e questo dovrebbe già porci delle domande, ci si chiede dove siano le competenze, le abilità in questo calcolo delle percentuali, di quale tipo di performance si tratti, e come abbiano misurato le due variabili.

Questi dati, spesso, non sono dichiarati.

Dovremmo diffidare sempre da dati così generali, la soluzione è sempre entrare nel merito.

Innanzitutto dovremmo farci due domande di base, che hanno una risposta complessa e spesso tralasciata:

  • come misuri l’intelligenza emotiva?
  • quali metodi applichi per aumentare l’intelligenza emotiva?

La risposta media a queste domande è

  • con i test (ma dovremmo entrare nel merito degli indicatori di validità)
  • corsi di formazione (e anche qui occorre entrare nel merito)

Vediamo i dati di legame tra intelligenza emotiva e performance, uno dei cavalli di battaglia dei promotori del metodo

O’Boyle e collaboratori hanno condotto una meta-analisi per valutare il legame tra intelligenza emotiva e performance e non hanno trovato dati troppo incoraggianti (leggi tutti i dati qui).

Vedi la tabella, l’indice r indica il legame tra indicatori di test di performance dell’intelligenza emotiva e la performance. A titolo di esempio, lo Stream 1 utilizza il noto test MSCEIT, tra i più accreditati per misurare l’intelligenza emotiva.

Puoi vedere che i dati sono tutti vicini a .20, ciò che in statistica definiamo una correlazione debole.

Mi sembra molto difficile, sulla base di questi dati sostenere che l’intelligenza emotiva determini gran parte della performance. Mi limito a far notare che sono raccolti su migliaia di persone, considerando anche metodi diversi. Nessuno dei metodi proposti raggiunge correlazioni importanti.

Qual è il valore aggiunto dell’intelligenza emotiva sulla performance?

Gli stessi ricercatori si sono chiesti quali fosse il valore aggiunto della misurazione dell’intelligenza emotiva nel determinare la performance. Per questo motivo hanno creato due modelli statistici:

  • il primo era inclusivo di abilità cognitive e personalità
  • il secondo includeva anche l’intelligenza emotiva e serviva proprio a rilevarne il valore aggiunto

I dati sono piuttosto imbarazzanti. Le abilità cognitive predicono bene la performance lavorativa in ogni caso. L’aggiunta dell’intelligenza emotiva con MSCEIT invece ha un valore aggiunto pari a .066. In pratica non cambia niente.

Faccio solo notare che il MSCEIT è un test di abilità delle intelligenza emotiva, e non rappresenta una semplice autovalutazione.

I ricercatori hanno provato anche ad usare altri test, raggiungendo comunque piccoli contributi (predittori vicino a .20).

L’intelligenza emotiva conta di più dell’intelligenza classica

Molto spesso si sente dire che l’intelligenza emotiva è più importante dell’intelligenza classica nel determinare la performance. Eppure moltissima ricerca scientifica mostra che le abilità cognitive sono più predittive della performance lavorativa rispetto all’intelligenza emotiva. Qui vediamo chiaramente che il contributo delle abilità cognitive (.42) è molto maggiore rispetto all’intelligenza emotiva (.18)

Se vuoi divertirti a leggere i dati completi, ecco la ricerca di riferimento. Si dimostra peraltro che l’intelligenza emotiva misurata in modalità self-report ha una correlazione praticamente nulla rispetto alla performance lavorativa (-.02).

Intelligenza emotiva e selezione del personale

Questa ricerca dal Zimbabwe prova a dimostrare il ruolo l’intelligenza emotiva nei processi di selezione del personale. I ricercatori concludono che l’intelligenza emotiva (abilità) e l’intelligenza emotiva (tratto) non sono correlati alla performance.

Lo vediamo molto chiaramente, le correlazioni tra i due concetti rasentano lo zero.

Solo aggregando i dati assieme all’intelligenza classica, si riescono ad ottenere risultati significativi, che dimostrano comunque che:

  • l’intelligenza classica ha un effetto maggiore sulla performance
  • intelligenza emotiva misurata in termini self-report non ha nessun legame con la performance

I ricercatori concludono dunque che se proprio si vuole usare l’intelligenza emotiva come criterio di selezione del personale, bisogna sempre associarla alla misurazione delle abilità cognitive.

Qual è dunque il vero valore dei test di intelligenza emotiva?

L’intelligenza emotiva resta un costrutto importante. Questo articolo aveva il solo obiettivo di fare alcune precisazioni su come e quando usare i test psicologici in azienda.

Esistono purtroppo ancora molti miti sull’applicazione dei test in azienda e del ruolo delle variabili psicologiche.

L’intelligenza emotiva può e deve essere un valore che deve ispirare i leader aziendali per promuovere il benessere in azienda e la buona comunicazione.

Diverso è il legame con la performance. Molta della ricerca presentata mostra in modo chiaro che le abilità cognitive hanno un peso molto maggiore nel determinare la performance. In alcuni, il contributo dell’intelligenza emotiva era addirittura nullo.

Abbiamo inoltre visto che i test di intelligenza emotiva in auto-valutazione non hanno alcun legame con la performance.

Certo, sapersi autodefinire ed autovalutare è importantissimo. Ma quante persone sovrastimano le proprie reali capacità? Accade spessissimo. Un test di intelligenza emotiva che si basi sull’autovalutazione (self-report) non può che avere una predittività scarsa della reale performance di lavoro.

Infine, quando ti appresti a fare un test di intelligenza emotiva chiediti sempre:

  • quali sono i criteri di validazione?
  • il test è stato mai applicato al mio settore di intervento?
  • Dove sono gli indici di validità predittiva?

 

 

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