Non si finisce mai di crescere: le fasi dello sviluppo
Erik Erikson già nel 1950, nel suo libro “Infanzia e società” considerava il processo di sviluppo dell’individuo nell’arco dell’intera vita (Erikson, 1982). Approccio di per sé innovativo ed anche criticato per un’epoca in cui la speranza di vita alla nascita era di circa 46 anni, diventa ancor più innovativo e necessario al giorno d’oggi in cui la speranza di vita si è spostata agli 80 anni.
A questo fenomeno se n’è aggiunto un altro, chiamato “rettangolizzazione della piramide demografica” (Chattat, 2004) dovuta sia a un decremento delle nascite sia ad un incremento della popolazione over 65, grazie alle innovazioni medico/sanitarie, le migliori condizioni igieniche in cui viviamo e gli ausili di sostegno.
Uno studio mondiale ha messo a confronto l’andamento della popolazione over 65 ed over 80 nelle varie regioni, prendendo in esame l’anno 2000, 2015 e 2030.
In Europa per quanto riguarda ad esempio la popolazione over 80 si è stimato che da un 3% nel 2000, arriveremmo ad un 6,4% nel 2030, piazzandoci al primo posto; seguiti solo dal Nord America con un 5,4% nel 2030.
Con il compiere dei 60 anni si entra nella cosiddetta età senile, indicando con questo termine quel processo caratterizzato da un minor numero di ruoli sociali e da cambiamenti sia a livello fisico sia a livello cognitivo. Segna l’inizio della terza età, nella quale gli anziani vengono anche definiti ”giovani-anziani”; dopo i 75 anni viene fissato l’inizio della quarta e vengono chiamati “grandi-anziani”. La distinzione tra terza e quarta età è stata proposta in seguito all’allungamento della vita media; il concetto di terza età viene utilizzato per indicare l’invecchiamento attivo, mentre, con il termine quarta età, quel periodo dove avviene un aumento della dipendenza fisica, poiché si ha sempre più bisogno di assistenza continua (Aveni Casucci, 1984).
Possiamo a questo punto riprendere una definizione offertaci da Laicardi e Pezzuti: “L’invecchiamento in termini psicologici si riferisce ai processi legati ai cambiamenti psichici che avvengono dopo la maturità, il concetto di cambiamento implica di per sé sia il declino sia lo sviluppo” (Laicardi & Pezzuti, 2000, p. 15).
Se è in effetti facile constatare la fine della vecchiaia poiché si manifesta inevitabilmente con la morte, riconoscerne l’inizio appare alquanto difficoltoso, in quanto contrassegnato da una serie d’eventi esterni alla storia dell’individuo, che impediscono di definire e identificare correttamente tale stadio (Baroni, 2003, p.13).
La difficoltà a definire l’inizio della vecchiaia è data dal fatto che in alcune persone la transizione dalla maturità alla vecchiaia si svolge gradualmente, mentre, per altri, può essere rapida e traumatica.
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