Rabbia Narcisistica: Come Gestire la Relazione con un Narcisista

 

Rabbia narcisistica

I bisogni di rispecchiamento e di idealizzazione si manifestano in sinergia. Questa va pensata come l’operare di due aspetti complementari di un’unica modalità di intendere una relazione. Essi corrispondono a bisogni umani normali, che possiamo riconoscere all’interno di ognuno di noi. Ognuno ha bisogno di sentirsi unico, prezioso, irripetibile, affinchè un sentimento di sé prenda forma e , per potersi sentire importante, per creare qualcosa, per amare. E ognuno ha bisogno contemporaneamente di riconoscersi in (di appartenere a) persone grandi, meravigliose, che si occupano di lui, per potersi sentire rassicurato, sostenuto, legittimato nelle sue espressioni. Egli potrà in seguito, con lo svilupparsi di una dimensione pulsionale e oggettuale, sentire di appartenere a qualcosa che lo trascende, e potrà quindi svilupparsi dentro di lui il mondo dei valori.

Il punto, nelle personalità narcisistiche, è che questi bisogni sono restati molto intensi, e soprattutto assoluti, e quindi rigidi fino a totalizzare l’orizzonte delle relazioni. Per un bambino vedersi idealizzato al dì là di ciò che è vero per lui, costituisce sempre una manipolazione e quindi una ferita narcisistica inflitta perché qualche adulto possa risplendere. In queste situazioni patologiche, i sogni di rispecchiamento e di idealizzazione sono restati separati dal mondo degli affetti e degli istinti. In qualche modo, non è potuto avvenire un lento, graduale processo di umanizzazione di questi bisogni, di incarnazione in presenze che piano piano si sono fatte reali, umane, permettendo così un proprio rispecchiarsi via via più umano, reale.

Quando fallisce il rispecchiamento oppure idealizzazione, emerge la rabbia. In tutte le sue sfumature. Può esplodere, furiosa, oppure protendersi, sottile, velenosa. La frustrazione di questi bisogni può avvenire in molti modi, ed è praticamente inevitabile. In quel momento colui che è vissuto come oggetto-Sé non è più uno specchio che riflette. Oppure in quel momento l’oggetto-Sé allo sguardo di quella persona fragile non si offre così elevato, così perfetto, così idealizzabile. Viene fuori che ha dei punti deboli, oppure che non è all’altezza di qualcosa. La relazione di tipo oggetto-Sé è dolcissima e intensissima, ma altrettanto fragile. E al comparire della rabbia sparisce ogni empatia. Ogni fallimento dell’oggetto-Sé psicologicamente è dunque equivalente ad una rottura, che bilateralmente consiste in ed è sofferta come frattura dell’empatia. ogni frustrazione nella relazione di tipo oggetto-Sé è una ferita narcisistica. E “individui vulnerabili dal punto di vista del narcisismo rispondono a una ferita narcisistica attuale con il ritiro vergognoso oppure con la rabbia narcisistica. Vergogna e rabbia sono dunque “le due principali manifestazioni esperienziali e comportamentali dell’equilibrio narcisistico disturbato”.

Frustrazione           Rabbia                      Attacco

                                   Vergogna                 Fuga

  • Per chi sta provando rabbia narcisistica, l’esperienza è una dissoluzione che esplode dentro, un mondo che diventa estraneo senza motivo, una solitudine disperata ed umiliante. È un’ingiustizia, un non riconoscimento. È non esserci per l’altro, quando un attimo prima ti sentivi di essere dentro l’altro. La percezione era che esistevi per qualcuno che esisteva per te: né poteva essere altrimenti quella relazione, né potevi essere altrimenti tu, né poteva essere altrimenti l’altro. Poi l’ingiustizia, il tradimento la solitudine, non sai più chi è l’altro, non sai più chi sei tu. Anzi lo sai: sei quella rabbia. E quella rabbia è estraneità totale, incomprensione e incomprensibilità, impotenza- è furiosa. E sei arrabbiato con l’altro, ma anche con te stesso perché non ti piaci arrabbiato. E anche perché la rabbia che provi è dovuta ad un’umiliazione. Rivela il tuo bisogno: la tua fragilità, la tua impotenza. E nell’odiare quella rabbia, odi te stesso che ne sei travolto, che ne sei impotente due volte: davanti a quell’estraneo ora irriconoscibile e davanti a quella rabbia. Un circolo vizioso cui la rabbia verso l’altro mantiene e aumenta la rabbia verso se stessi, e questa, ricorsivamente fa riesplodere dentro la rabbia verso l’altro, “il responsabile”. La rabbia rimbalza dall’altro a te e ancora vero l’altro e quindi verso si te. Nel percorso aumenta di intensità, assume una qualità disperata, si fa travolgente. La rabbia acceca, tanto quanto l’amore, se non di più. Sprigionando dall’intelaiatura narcisistica della personalità, essa pssiede un carattere totalizzante del sentimento di esistere non meno importante del suo più spesso riconosciuto carattere travolgente. Infuocandosi, essa congela il pensiero e il sentimento, e ci pone nella percezione di una sorta di eterno presente, mentre l’attenzione è sempre più concentrata su quel punto dell’orizzonte. La ferita narcisistica funziona un po’ come una lente che concentra le sensazioni di esistere rendendole intensissime su un punto, mentre appare sempre più sfocato tutto il resto intorno: le cose, le persone, le situazioni, il proprio interlocutore, persino tutti il resto di se stessi. Da ciò la qualità contendente e corrosiva, ma anche autolesionistica della rabbia. E la minaccia reale che essa si traduca in azioni pericolose, anche criminali, nelle quali il soggetto, in condizioni normali, non si riconoscerebbe. Nel gioco delle proiezioni l’altro non è solo oggetto della rabbia, ma è anche specchio della propria rabbia.
  • per quanto intensa e travolgente possa presentarsi, la rabbia narcisistica può essere spezzata da una manifestazione di empatia. ma soltanto se è sincera: sincera e perfettamente mirata al nodo che si è creato dentro. Talvolta l’ingresso dell’empatia nell’animo esacerbato è lento. Altre volte, l’effetto dell’empatia è rapido, prendente lo sciogliersi in un nodo di amarezza di una furia compressa, sorda ad ogni replica ed esortazione. Talvolta il nucleo della rabbia si scioglie in una voglia di piangere liberatoria. In una voglia puntigliosa di spiegare e di spiegazioni. Ma il più delle volte la rabbia può sciogliersi come neve al sole, semplicemente, fomentando in tal modo l’illusione di “un tutto risolto e non pensiamoci più”. Ma la fragilità, che ha scatenato la rabbia e la perdita di ogni contatto, resta, e lavora, per la prossima occasione. L’empatia può essere interiorizzata. Una sorta di appiglio interiore, un punto di osservazione che rende capaci di guardarsi dall’interno. L’empatia vive in una dimensione non solo interpersonale, ma anche intrapsichica.
  • Non è tuttavia facile entrare in empatia con chi sta provando rabbia. Dal punto di vista di chi la subisce, la rabbia narcisistica ha una qualità trascendentale e/o repulsiva. Induce cioè sul piano emotivo a difendersi e quindi, in pratica, ad esserne contagiati. Chi subisce la rabbia narcisistica, subisce infatti a sua volta un attacco al proprio narcisismo. Nella lite che spesso consegue, ognuno vuol sentirsi capito, confermato, riconosciuto, giustificato, autenticato e per ottenere questo urla più forte dell’altro e nella disperazione di vedersi negato questo colpisce l’altro negandolo. Ognuno vuol ristabilire la propria importanza, e lo fa nel modo più naturale, affermando sé e abbassando l’altro. Fra gruppi umani, la rabbia narcisistica può cristallizzarsi all’interno del sentimento dell’identità collettiva, e perdurare anni, talvolta attraversare generazioni.

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