Schizofrenia: Diagnosi, Terapia e Interpretazione

schizofreniaDiagnosi della Schizofrenia

La schizofrenia, analizzata da diverse prospettive teoriche (psichiatrica, psicoanalitica, fenomenologica, sistemica e etnopsichiatrica) ci può fornire indicazioni utili su possibilità terapeutiche integrabili.

In psichiatria ad esempio diagnosticata, utilizzando il DSM-5, qualora siano presenti almeno due dei seguenti sintomi:

  • Deliri;
  • Allucinazioni;
  • Eloquio disorganizzato;
  • Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico;
  • Sintomi negativi (diminuzione dell’espressione delle emozioni o abulia);

e vi sia una marcata compromissione di funzionamento nelle aree principali, come il lavoro o la cura di sé.

Trattamento della Schizofrenia

Le fasi in cui è possibile trattarla si dividono in: fase acuta, in cui si tenta di controllare i sintomi psicotici acuti, e l’agitazione; la fase di stabilizzazione, mirata a ottimizzare i risultati della prima fase; e la fase di mantenimento in cui si migliora il funzionamento psicosociale e si riduce al minimo il rischio e le conseguenze delle ricadute. Gli interventi consigliati possono essere farmacologici (solitamente antipsicotici per deliri e allucinazioni o benzodiazepinici per l’agitazione), psicosociali e terapeutici o ospedalieri, talvolta necessari in presenza di sintomi positivi eclatanti, ideazione suicidaria. (Pavan, 2006)

L’Interpretazione in Psicoanalisi della Schizofrenia

Anche la psicoanalisi si è occupata della schizofrenia, cercando di spiegarne i meccanismi psicodinamici che ne stanno alla base. Secondo Jung la sintomatologia schizofrenica è causata dall’emersione, dall’inconscio collettivo di rappresentazioni archetipiche disturbanti che, non riuscendo ad essere assimilate e integrate nella coscienza, de-strutturano l’Io. Sabina Spielrein, allieva e amante di Jung, propone, anticipando di qualche anno la pulsione di Thanatos di Freud, che alla base della schizofrenia vi sia un Io incessantemente trasformato da una corrente pulsionale distruttiva (tendente all’annientamento dell’Io) che si avvicenda a una “assimilativa” (di un Io che tenta di autoconservarsi). (Benedetti, Basilea, 1973)

Grazie alla psicoanalisi abbiamo inoltre scoperto i principali meccanismi di difesa ai flussi inconsci che poi generano la sintomatologia schizofrenica, ovvero: la scissione, che scinde rappresentazioni e sentimenti contradditori; il diniego psicotico, che nega la realtà percettiva di un evento disturbante; la proiezione, che porta emozioni e desideri interni ad essere considerati come provenienti dal mondo esterno; e l’identificazione proiettiva attraverso la quale, il soggetto si identifica coi frammenti di oggetti precedentemente proiettati all’esterno per proteggersi dalla paura dell’oggetto persecutorio. (Lis, 2007)

Focalizzandosi maggiormente sull’esistenza dell’essere umano e del suo vissuto, la fenomenologia propone di giungere a una diagnosi, non attraverso la verifica della presenza o meno di un insieme di sintomi, bensì per penetrazione, sentendo in profondità l’altro entrando in contatto con il suo psichismo, sentendo quanto egli sia in grado di prendere contatto con la realtà, vivendola.

Vibrare in sintonia con il mondo è quello che manca nella schizoidia, un atteggiamento nei confronti dell’ambiente che tende a rompere il contatto vitale con la realtà, infatti quando si aggrava può portare alla schizofrenia vera e propria. Minkowski, nella dimensione autistica della schizofrenia, ne distingue due tipi: un autismo ricco, caratterizzato dalla creazione di un mondo immaginario, in parte condiviso dalle persone comuni, le quali però, alternano sensibilmente il vivere nell’uno o nell’altro mondo, mantenendo comunque un rapporto con la realtà esteriore; viceversa si ricade nell’autismo povero quando vi è una rinuncia a qualsiasi iniziativa personale e sentita riguardo all’ambiente reale. Un altro contributo della fenomenologia, che ha arricchito la pratica terapeutica, è l’invito a confrontarci con la realtà umana in uno scenario di incontro e dialogo: mettendo tra parentesi (attraverso l’epochè in senso husserliano) il problema della natura delle esperienze psicotiche, rinunciando alla forzatura di spiegarle, mirando invece a cogliere i fenomeni umani nella loro evidente immediatezza. (Minkowski, 1998)

La Schizofrenia nell’Approccio Sistemico

Considerando la persona nel suo sistema, come fa la psicologia sistemica, si è notato che alti livelli di emotività espressa, ovvero criticismo, ostilità e ipercoinvolgimento emotivo, all’interno della famiglia del paziente, determinano un clima psicologico che costituisce il principale fattore di rischio di ricadute. Integrando la terapia familiare e la psicoterapia individuale, l’approccio finlandese prevede che al momento della crisi acuta si mobiliti, entro ventiquattr’ore una equipe formata da diverse figure professionali assieme al paziente e alle persone a lui vicine, al fine di stabilire un intervento terapeutico mirato e personalizzato. (Selvini, 2005)

La Schizofrenia spiegata dall’Etnopsichiatria

Un approccio che evidenzia ulteriormente l’importanza del contesto, in questo caso culturale, del quale il soggetto fa parte è quello etnopsichiatrico. Avvicinandoci ad esso, a patto che rinunciamo al preconcetto per cui la scienza occidentale conosce il modo migliore di trattare le malattie, scopriremo il ruolo fondamentale della spiritualità e l’importanza che, de-stigmatizzare la persona che soffre, ha sul processo di remissione, creando un terreno più favorevole al manifestarsi delle sue risorse e alla loro messa in atto.

Terapia per la Schizofrenia: consigli e soluzioni

Da questa analisi emergono queste possibili indicazioni terapeutiche e spunti per ricerche future:

  • L’importanza di focalizzarci sulle risorse personali del soggetto piuttosto che sulle sue problematicità, favorendo un incontro con l’altro come persona nella sua interezza.
  • Notando l’efficacia dell’approccio finlandese possiamo cogliere la positività della convergenza di diverse professionalità nel trattamento della schizofrenia.
  • Possiamo tratte beneficio dal riconoscere al mondo della spiritualità, un mondo ancora difficilmente coglibile dalla scienza ma che influenza largamente le nostre vite, una particolare attenzione.

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di Marco Pironi

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