Transfert Narcisistico: Definizione, Significato (Kohut)

narcisismoRicognizione di dinamiche borderline e personalità narcisistiche

Negli anni ’50 si tentò di comprendere le manifestazioni psicologiche di situazioni cosiddette “al limite”. Negli anni ’70 Kohut scoprì le dinamiche del transfert narcisistico. “questi soggetti potevano avere esperienza cosciente di materiale appartenente al processo primario.. (cioè di) conflitti intrapsichici primitivi normalmente sottoposti a rimozione profonda…ma sembravano incapaci di introspezione, di insight e di elaborazione”.
Queste perrsne davano un’impressione apparente di grande spontaneità, di grande libertà. Ma nella relazione del transfert questa spontaneità mostrava tratti sconcertanti, fino a rivelarsi come una impulsività non ben controllabile e non ben gestibile dal soggetto. Nella relazione, l’analista passava da un’impressione di grande, completa comunanza, all’impressione di essere frainteso, soprattutto usato senza pietà, senza riguardo per le proprie modalità, e per i propri reali sentimenti e caratteristiche umane e professionali. Si aveva un’impressione di essere frainteso, soprattutto usato senza pietà etc. si aveva un’impressione di “essere agiti” dal paziente per esprimere sue parti di personalità che venivano scisse ed evacuate nell’interlocutore: cioè di entrare a far parte di un quadro di relazioni interpersonali che rispecchiava tout court le relazioni e i conflitti e le dislocazioni di parti interiori della personalità. Il tutto sotteso dall’espressione di intense e contraddittorie emozioni.

Quella che veniva definita come “debolezza dell’Io”, corrispondeva anche all’uso proponderante dell’identificazione proiettiva e della scissione, per tenere lontana un’angoscia fondamentale. Mediante identificazione proiettiva e scissioni, conflitti interiori e profondi venivano riprodotti nel mondo esterno, e agiti attraverso una sorta di induzione emotiva e di utilizzazione delle persone significative. Questi pazienti presentavano il fenomeno della “dispersione dell’identità”, vale a dire la mancanza di un concetto integrato del Sé e di un concetto stabile di oggetti totali in rapporto col Sé. Evidentemente le persone venivano sperimentate attraverso oggetti interni (prefigurazioni, aspettative, immagini, interiorizzazioni) parziali: totalmente buoni oppure totalmente cattivi.

Questa incapacità a mantenere una rappresentazione dell’altro come complessivamente buono e valido quando infliggesse una qualche frustrazione, ad esempio si allontanasse fisicamente anche per qualche ora, o mostrasse di avere interessi propri, venne denominata “incapacità a raggiungere la costanza dell’oggetto”. Nell’orgnizzazione borderline esiste un gran bisogno di padre, un vuoto di funzioni paterne. Nella “posizioni di Gillièron, i borderline è una specie di orfano sempre alla ricerca del padre. Non sa che cosa è il padre, lo cerca sia presso le donne che gli uomini. D’altronde le caratteristiche che attribuisce al personaggio che ricerca sono piuttosto quelle della madre idealizzata che quelle di un padre. Questi tipi di reazioni vennero denominati “transfert narcisistici”.

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