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15 tipi di amore patologico: quando amare è come una droga

Amare è come una droga: all’inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicino, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e si umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, allo stesso modo tu sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore. (Paulo Coelho)

Sternberg, professore di psicologia a Yale, in seguito ad alcune sue ricerche, ha formulato un concetto di amore completo (Stemberg, Grajek, 1984) che da forma a otto possibili tipi di relazione e che sono il risultato di tre elementi fondamentali: intimità, impegno, passione.

  • Assenza di amore: tutte e tre gli elementi mancano; è la situazione della grande maggioranza delle nostre relazioni personali.
  • La simpatia: è presente solo l’intimità, si può parlare con una persona, parlare di noi, ci si riferisce ai sentimenti che si provano in un’autentica amicizia e comporta vicinanza, calore umano, ma non sentimenti forti come passione e impegno.
  • L’infatuazione: è presente solo la passione. Quell’amore a prima vista che può nascere all’istante e svanire con la stessa rapidità. Interviene una certa eccitazione fisiologica, ma senza impegno e intimità. La passione è come una droga, rapida a svilupparsi e rapida a spegnersi.
  • L’amore vuoto: L’impegno è privo di intimità e di passione: tutto quello che rimane è l’impegno a restare insieme. Un rapporto stagnante che si osserva in molte coppie sposate da anni in cui l’intimità e la passione che un tempo c’erano ora non esistono più.
  • L’amore romantico: è la combinazione di intimità e passione (a modi Romeo e Giulietta). Più di un’infatuazione, è vicinanza e simpatia, con l’aggiunta dell’attrazione fisica e dell’eccitazione, a senza l’impegno, come un’avventura estiva che si sa che finisce.
  • Amore fatuo: passione e impegno ma senza intimità. E’ l’amore da fotoromanzo: i due s’incontrano, dopo una settimana sono fidanzati, e dopo un mese si sposano. S’impegnano reciprocamente in base all’attrazione fisica, ma perché l’intimità ha bisogno di tempo per svilupparsi, manca il nucleo emotivo su cui può reggersi l’impegno. E’ un tipo di amore che di solito non da buon esito nel lungo periodo.
  • Sodalizio d’amore: intimità e impegno, ma senza passione. E’ come un’amicizia destinata a durare nel tempo. Quel tipo di amore che spesso si osserva nei matrimoni dove l’attrazione fisica è scomparsa.
  • Amore perfetto e completo. Tutti e tre gli elementi sono presenti, e ben dosati, nella relazione.

 

Lo psicoanalista americano Martin S. Bergmann ha classificato i modi di amare distinguendone ben quindici tipologie. Le principali sono:

  • Triangolo d’amore: molte persone riescono ad amare soltanto all’interno del classico triangolo altrimenti si sentono soffocate. Secondo la psicoanalisi la capacità di amare unicamente in un rapporto triangolare indica il persistere di problemi legati alla fase edipica dello sviluppo.
  • Amore conflittuale: Questo tipo di amore si distingue per la presenza del bisogno di oggetti d’amore supplementari, oltre a quello, per così dire, istituzionale. Gli psicoanalisti ritengono che nell’infanzia delle persone che provano questo tipo di bisogno ci siano stati molti oggetti d’amore diversi (per esempio varie bambinaie).
  • Sessualità senza amore: ci sono rapporti basati su un’intensa relazione sessuale senza che si sviluppino concomitanti sentimenti di amore. Sembra che una delle principali differenze rispetto ai veri rapporti di amore sia nel fatto sia in questi ultimi le persone regrediscono un po’ verso l’infanzia, in sostanza sono più capaci a giocare, mentre nel rapporto puramente sessuale i due partner restano sempre a livello adulto.
  • Amore masochistico: “L’amore è una nebbia formata con il vapore dei sospiri “ scriveva Shakespeare, a voler rilevare come la sofferenza sia una parte integrante del godimento che proviene dall’amore. In questo senso l’amore masochistico deve essere considerato, quindi, soltanto un’esagerazione di quel sentimento di dedizione totale che si prova sempre durante l’innamoramento.
  • Amore di pigmalione: descritto per la prima volta dal poeta latino Ovidio, questo tipo di amore ha come sua principale caratteristica una forte valenza pedagogica. Chi ama sente il bisogno di istruire l’altro, e ogni circostanza è buona per modellarlo a proprio piacimento.
  • Amore inibito dalla meta: è una forma di amore che frequentemente fa da musa ispiratrice per gli artisti, come per dante e Beatrice. La meta inibita è, ovviamente, la sessualità che in tale forma di amore è totalmente assente.
  • Amore-dipendenti: così Bergmann descrive questo tipo di persone che furono individuate dallo psicoanalista Otto Fenichel (1945): “ hanno bisogno di amore come di altri del cibo o della droga, Sebbene abbiano una limitata capacità di amare hanno un terribile bisogno di essere amati. In genere gli amore-dipendenti sono nevrotici con un carattere determinato da una fissazione del tutto particolare. Tormentano in continuazione i partner per avere più amore e di solito non fanno altro che ottenere il risultato opposto “.

Ne deduciamo che, quello chiamato comunemente amore ha in realtà mille sfaccettature.

Ci sono tanti modi di amare, tante maniere di sentire e di esprimere l’attaccamento a una persona specifica. Modi contorti, complicati, che possono addirittura creare disagio e che portano dolore anziché felicità in chi ama.
La crescita copre la ferita, ma la lascia insanata. Attraverso l’identificazione con il partner le persone dipendenti cercano di salvare se stessi e colmare le proprie mancanze affettive. Nella vita di coppia si riattribuiscono, in parte inconsapevolmente, un ruolo simile a quello vissuto con i genitori, nel tentativo di cambiare il finale (Miller, 1994).
Quello della dipendenza, nelle diverse forme in cui la stessa può esprimersi, è un tema universale che ci rimanda alla “madre di tutte le dipendenze”, quella da una madre da cui siamo stati separati al momento del nascere e quello della separazione da un Tutto dal quale proveniamo e per il quale una parte di noi sente una profonda mancanza.
Nella love addiction il relazionarsi di coppia diviene da funzionale a patologico e si rende evidente in quel disturbo di personalità che pervade la sfera emotiva del soggetto. Quando un soggetto dipende da un altro al punto da rinunciare al suo modo di essere, alla sua dignità, e ai suoi sogni; siamo di fronte a qualcosa che ha poco a che fare con l’amore, la progettazione duale, la reciprocità. Il progetto di vita del dipendente è basato sui bisogni dell’altro e non su quelli condivisi. Quest’aspetto fusionale del rapporto, che dovrebbe favorire la nascita della relazione, si trasforma perciò in con-fusione dei sentimenti, delle emozioni, dei diritti e dei doveri, degli spazi, dei pensieri. Il concetto di dipendenza affettiva, o love addiction, è molto diffuso e popolare in diverse culture, e descritto da secoli in letteratura nelle forme dello struggimento e dell’eccessiva sofferenza legata alla perdita della persona amata. La problematica della dipendenza affettiva nasce negli anni ’70, da un libro della psicologa americana Robin Norwood “Donne che amano troppo”. Nella dipendenza affettiva, l’amore verso l’altro presenta diverse caratteristiche delle dipendenze in generale, pur presentando, rispetto a quest’ultima, una differenza sostanziale: essa si sviluppa nei confronti di una persona e ciò la rende

di Laura Tononi

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