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50 sfumature di complottismo. La prima ricerca psicologica su 808 persone

Come nasce il complottismo

Questo articolo si chiama “5o sfumature di complottismo” perché si basa sulle differenze che esistono all’interno di questo fenomeno. All’interno di questo gruppo esistono certamente visioni più o meno radicali. Più o meno ancorate ai dati.

In ogni caso oggi la parola “complottista” è utilizzata come etichetta per porre fine a una discussione, con un’accezione negativa.

Il complottista è spesso associato a visioni estreme (terrapiattisti, respiriani etc.)

Chiaramente la situazione è molto più articolata. Innanzitutto perché le persone che credono a una visione complottistica non sono poche.

Nel nostro studio, le domande che rivelavano una visione complottistica del fenomeno del Covid-19 sono tra il 22 e il 23%.

Se questa statistica fosse generalizzabile, potremmo parlare di circa 1 persona su 4.

I partecipanti a questo studio sono inoltre in maggioranza persone con laurea o diploma.

Si tratta di dati tutt’altro che trascurabili. Eppure quasi nessuno ha studiato i meccanismi psicologici che si nascondono sul concetto di complottismo.

Coronavirus e complottismo. Le visioni più diffuse

Oggi siamo al 24 Aprile 2020 ed è ormai emergenza generale. Il Coronavirus ha stravolto le nostre vite e come accade in questi casi la nostra mente è focalizzata sulla chiave: perché.

“Perché” è la domanda che fanno tantissime persone quando chiedono un aiuto psicologico.

Spiegarci gli eventi è un’esigenza fortissima. In un contesto dove ogni giorno riceviamo sul virus, ne esistono alcune ufficiali ed altre alternative.

Ognuno di noi, dopo mesi di quarantena, si sarà fatto un’idea almeno generale delle cause del virus.

Mi perdonerete se nella ricostruzione tra “visioni ufficiali” e “complottistiche” mi sono perso qualcosa. Riceviamo una quantità indeterminata di notizie su base giornaliera, per cui se avete qualche punto da aggiungere lasciatemi le vostre precisazioni nei commenti qui sotto.

Esistono versioni ufficiali o più diffuse che sostengono per esempio in questo momento (24 Aprile 2020), le visioni ufficiali sostengono che:

  • il virus è di origine animale
  • il virus non è stato creato in laboratorio
  • il vaccino è la soluzione definitiva
  • ci sarà certamente una seconda ondata
  • le persone attualmente contagiate sono poche

Riguardo i farmaci ne sono in sperimentazione diversa. Per cui ci sono posizioni più moderate in questo senso, che affermano quanto segue:

  • la seconda ondata sarà limitata e di minore intensità
  • i farmaci possono essere una soluzione alternativa ai vaccini

Esistono poi posizioni diverse da quelle ufficiali che vengono definite “complottistiche”, che possono essere riassunte come segue:

  • il virus è stato creato in laboratorio
  • l’emergenza Coronavirus è creata ad hoc per nascondere qualcos’altro
  • i vaccini non sono necessari per il Coronavirus, vengono usati come pretesto per vendere di più
  • il virus è stato creato artificialmente per andare a favore delle case farmaceutiche
  • esiste una connessione tra virus e implementazione del 5G
  • ed altre…

Quello che ti chiederò di fare è un po’ difficile, ed è cioè di smarcarti dalle tue credenze per un secondo. Sono certo che tu ti sia fatto un’idea sul Coronavirus più o meno netta e che si avvicina di più o di meno a quanto segue.

Quello che faremo in questo articolo è di confrontare l’effetto delle credenze sulla salute psicologica.

Per un attimo, non pensare a quali sono secondo te le visioni giuste o sbagliate. Ma cerchiamo di capire perché esistono visioni ufficiali, alternative o apertamente complottistiche.

Se sei interessato al tema ho già scritto un articolo che distingue i concetti di:

  • credere sempre alla versione ufficiale
  • applicare il pensiero critico
  • credere sempre alle visioni complottistiche

Lo puoi leggere qui e spiega come funziona il complottismo a livello psicologico

La ricerca psicologica su Covid e Complottismo

A partire dall’emergenza Covid abbiamo iniziato a rilevare gli stati psicologici degli italiani.

Abbiamo ottenuto più di 4200 questionari in risposta alla nostra ricerca ed i risultati sono riassunti qui.

Leggi i report statistici ricerca italiana su Psicologia e Coronavirus di Igor Vitale

Durante la nostra ricerca abbiamo inoltre misurato la scala psicologica di complottismo

Questa scala comprende diversi item che rilevano le visioni alternative al problema. Comprendono domande più o meno estreme che vanno dalla diffidenza per i giornali, all’aperta dichiarazione di complotto, o semplicemente a dichiarazioni alternative alla “visione ufficiale”. Faccio alcuni esempi:

  • Dietro il Coronavirus c’è un complotto (aperto complottismo)
  • I giornali non dicono la verità sul Coronavirus
  • L’emergenza del Coronavirus nasce per nascondere qualcos’altro
  • I vaccini sono dannosi
  • Non ritengo che i vaccini debbano essere utili
  • Il Coronavirus è stato creato in laboratorio per danneggiare la popolazione

Qualunque cosa significhino per voi queste affermazioni, tra poco vedremo che effetto hanno queste credenze sullo stato psicologico.

A sostegno della scala psicologica di complottismo, abbiamo misurato l’indice di attendibilità mediante Alpha di Cronbach ed è risultato elevato (.85). Considera che il livello minimo accettato è solitamente .70.

Per ognuna delle credenze analizzate ho misurato la relazione con gli altri fattori psicologici mediante l’indice di correlazione di Pearson. Vediamo i grafici

Il complottismo è correlato positivamente con l’età

Il nostro studio ha rilevato una correlazione tra scala di complottismo ed età positiva. Questo significa che maggiore è l’età, maggiore sarà la tendenza al complottismo. Almeno in linea generale.

La correlazione ottenuta è pari a = 0,278**

Il complottismo è inversamente correlato al titolo di studio

Esiste una correlazione negativa tra complottismo e titolo di studio. Specialmente le forme più estreme di complottismo si riducono con titoli di studio elevati.

La correlazione tra complottismo e titolo di studio è -0,128**.

Considera però che il nostro studio comprende principalmente persone con diploma, laurea e titoli post-laurea. Solo una piccola minoranza ha il titolo di studi di scuola elementare o media. Per cui non copre in maniera adeguata tutti i titoli.

Il complottismo è correlato alla resilienza

Il nostro studio ha rivelato una piccola correlazione tra complottismo e resilienza. Le persone che nel nostro sondaggio hanno aderito a visioni alternative al problema hanno anche dimostrato una buona resistenza allo stress, traendo dalla quarantena anche esperienze utili. Ad es., sono più spesso concordi con “durante la quarantena ho imparato a gestire meglio lo stress” o “durante la quarantena ho imparato a conoscere meglio me stesso”

La correlazione ottenuta è r = 0,160**

Complottismo correla con rabbia

Il Coronavirus ha impattato in ognuno di noi in modi diversi. Nel gruppo di persone che ha espresso posizioni più complottistici, l’emozione prevalente è una rabbia.

Questo è un fattore atteso dal momento che solitamente chi crede ad un complotto vive una frustrazione. Ritiene di aver subito un’ingiustizia.

La correlazione riscontrata è = 0,156

Minore paura per i complottisti

Infine il nostro studio ha mostrato che chi aderisce a teorie complottistiche teme di meno il virus. Abbiamo infatti trovato una correlazione negativa tra paura e complottismo.

La correlazione è – 0,156**.

Il complottismo è un meccanismo di difesa?

Aderire a posizioni complottistiche è dunque un modo per ridurre l’ansia? Può essere considerato come uno dei modi che le persone utilizzano per comprendere la realtà e renderla codificabile o controllabile in qualche misura?

Raccoglieremo ulteriori dati a sostegno di questa ipotesi.

Nel frattempo una cosa è certa, la conoscenza di uno stimolo potenzialmente pericoloso, in qualche misura è un modo per controllarlo. E il controllo riduce la paura.

 

 

 

 

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