Una breve storia della soddisfazione lavorativa
Una breve storia della soddisfazione lavorativa
Il morale ed il coinvolgimento nel lavoro
La letteratura distingue tra questi due concetti e la soddisfazione lavorativa:
• il morale è più orientato verso un concetto esplicativo di una reazione di gruppo ed include il livello generale di soddisfazione ed il desiderio di trovarsi all‘interno di una certa organizzazione.
• Il coinvolgimento nel lavoro si riferisce al grado in cui una persona viene assorbita dal proprio lavoro, che potrebbe essere ritenuto soddisfacente o insoddisfacente a seconda del risultato di tale coinvolgimento.
. Secondo Accornero (2006, p.368), soddisfazione e insoddisfazione per il lavoro sono diventate un problema di studio e intervento che ha attraversato 5 fasi storiche:
1. Il non problema
2. Individuazione
3. Terapie
4. Alienazione
5. Deflagrazione
1° fase: il non problema. Fase in cui nessuno si poneva il problema. Si pensava che i lavoratori fossero soddisfatti se il padrone era buono, non se avevano un buon lavoro.
2° fase: individuazione. Con gli anni ‘20 iniziò la fase che portò ad individuare il problema. La ricerca sul tema della soddisfazione ha poco più di mezzo secolo di vita:1924 ad Hawthorne ad opera di Elton Mayo; l‘oggetto di indagine erano gli operai americani della Western Elettric.
3° fase: terapie. Intorno agli anni ‘40, cominciarono ad emergere problemi legati alla alienazione, al disadattamento, alla demotivazione e alla disaffezione. Si affermarono una serie di studi sui bisogni che il management doveva soddisfare e su alternativi metodi di gestione del personale.
4° fase: alienazione. Negli anni ‘60 si sviluppò una fase caratterizzata da un approccio al tema in termini di frustrazione e alienazione.
Marx parla di una triplice estraniazione del lavoratore:
1.nei confronti dell’oggetto prodotto;
2.nei confronti dell’attività produttiva;
3.nei confronti dell’essere umano in quanto il lavoro alienato crea una conflittualità fra individuo e natura e fra individuo e specie. Il concetto di alienazione è stato poi analizzato da Blauner (1964, p.15) riferendosi a 4 dimensioni: mancanza di potere; mancanza di significato (standardizzazione e divisione del lavoro); isolamento (non appartenenza) e auto-estraniazione (incapacità di vedere il lavoro come un fine o come un elemento centrale nella vita della persona). Egli mostrò che queste dimensioni sono correlate alla natura, cioè al grado e al tipo di tecnologia.
5° fase: deflagrazione. Lo studio dei fattori che tolgono soddisfazione, noto anche come ―job dissatisfaction‖, giunse al culmine con l‘applicazione e la diffusione su scala mondiale della produzione di massa e della catena di montaggio che generavano alienazione e proteste.
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