Come la persona può migliorare la soddisfazione lavorativa
Questo articolo riguardano le caratteristiche o gli attributi delle persone che possono migliorare la soddisfazione lavorativa. Queste caratteristiche agiscono all’interno di un sistema. Di conseguenza esse non sono altro che traduzioni delle proprietà degli individui, come l’età, il sesso, il livello di istruzione, l’etnia, lo stato civile o l’anzianità lavorativa. Le variabili individuali sono l’esatto opposto delle variabili sociali, che riguardano l’insieme delle relazioni interpersonali, le dinamiche di gruppo, le relazioni formali ed informali, e che sono fondamento del clima organizzativo.
Per Clark (1997 pp. 341-372) la variabile che più influenza la soddisfazione dei lavoratori è il genere. Mentre in precedenza si era evidenziata esclusivamente una generale maggior soddisfazione delle donne rispetto agli uomini, Clark ha individuato le sotto-variabili in grado di spiegare la più elevata soddisfazione per il lavoro delle donne, distinguendo tra:
a) il tipo di lavoro;
b) il grado di coinvolgimento nel lavoro;
c) la propensione ad abbandonare il posto di lavoro;
d) le aspettative rispetto al lavoro.
La maggior soddisfazione delle lavoratrici sarebbe spiegata dal fatto che le donne risultano inserite in lavori più soddisfacenti, sono più coinvolte nel lavoro e più propense a lasciare l‘attività se insoddisfatte. A parità di caratteristiche come la giovane età, un titolo di studio medio-alto, un lavoro di tipo professionale ed un settore prevalentemente maschile, la differenza tra il livello di soddisfazione degli uomini e quello delle donne si riduce sensibilmente, talvolta fino ad annullarsi.
Tsang (1991 pp. 209-228) si è occupato, invece, della relazione tra soddisfazione e titolo di studio dei lavoratori. Partendo dalla suddivisione tra required education‘ e surplus education’, così da separare coloro che erano dotati di un titolo di studio in linea con il lavoro svolto e quelli in possesso di titoli superiori, Tsang ha osservato una relazione diretta tra la formazione richiesta e la soddisfazione dei lavoratori, e una relazione inversa tra formazione in eccesso e soddisfazione.
Il primo risultato è evidentemente connesso ad una maggior soddisfazione quando l‘impiego è stimolante ed interessante; il secondo è dovuto alla percezione di scarso utilizzo delle capacità lavorative da parte dei lavoratori con capitale umano superiore a quello richiesto. La variabile età, studiata principalmente da Clark e Oswald (1996 pp. 359-381), è inizialmente risultata collegata in modo diretto alla soddisfazione per il lavoro.
I lavori più recenti, realizzati dagli stessi autori (Clark, 1997 pp. 341-372), hanno tuttavia evidenziato un andamento ad U della relazione: all‘aumentare dell‘età si registra una riduzione della soddisfazione (con decrementi via via sempre minori) fino ad un‘età-soglia, a partire dalla quale la soddisfazione comincia a crescere, cosicché i lavoratori più soddisfatti del lavoro sono quelli situati ai poli, cioè i più giovani ed i più anziani.
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