Come riconoscere dalla voce se una persona mente

Dal momento che stiamo parlando di indizi verbali, un aspetto che sicuramente non va trascurato e che, anzi, pure merita un approfondimento, è la voce.
La voce, in realtà, fa parte di quella che gli esperti di comunicazione non verbale definiscono paralinguistica, ovvero “quella parte della comunicazione che comprende tutti gli aspetti di uno scambio comunicativo che non riguardano il livello puramente semantico del messaggio, ossia il significato letterale delle parole che compongono il messaggio stesso, ma che riguardano il linguaggio del corpo, ossia la comunicazione non parlata tra persone”.

Esistono una serie di caratteristiche vocali con cui chi parla arricchisce il proprio discorso: intonazione della voce, accento, ritmo dell’eloquio, inflessioni che il soggetto imprime al parlato.

Sono identificabili tre classi principali di tratto vocalico:

  • tipo di voce, legato a fattori fisiologici;
  • qualità vocale, ovvero tutto ciò che riguarda altezza dei suoni, articolazione, risonanze, ecc.;
  • vocalizzazione, ossia i suoni stessi.

La vocalizzazione, a sua volta, può essere suddivisa in:

  • caratterizzatori vocali quali riso, pianto, singhiozzo, strillo, ecc.;
  • qualificatori vocali, cioè intensità e altezza del suono;
  • segregati vocali, ovvero suoni extra-fonetici come quelli prodotti dalla lingua e dalle labbra.

Si tratta pertanto di suoni “senza parola”, ovvero non linguistici, ma comunque comunicativi. Il riso, il pianto, il lamento, il sospiro, lo schioccare della lingua, sono tutti segnali incontrollati e spontanei che smascherano la voce e, di conseguenza, anche il bugiardo, in quanto permettono di comunicare messaggi oltre la parola.

I segnali paralinguistici sono i più difficili da cogliere, perché sono comunque messaggi che viaggiano sullo stesso canale della parola e vengono percepiti con l’udito.

“È un dato di fatto da tempo accertato19 che, quando si chiede a qualcuno di cercare di influenzare gli altri, contrariamente a quanto avviene se si intende semplicemente comunicare un’informazione, il discorso diventa più veloce, si parla a voce più alta e in modo più fluente, si adotta una mimica facciale più piacevole e aumenta la ricerca di contatto oculare“.

Secondo Ekman, in questa categoria gli indizi vocali più comuni fra quelli che fanno sospettare un inganno sono: le pause nel discorso, le quali possono essere troppo lunghe o troppo frequenti;

  • l’esitare nell’iniziare a parlare, specie rispondendo ad una domanda;
  • le pause brevi ma frequenti durante il discorso;
  • gli errori, come l’intromissione nel discorso di “non parole“, quali “ehm”, “uhm”;
  • le ripetizioni, come ad esempio “io, io, io veramente”;
  • le parole ripetute a metà, come “vera-veramente io”.

Anche il suono della voce può essere un buon indicatore di inganno e il segno di emozione più documentato è l’acutezza. La voce, infatti, diventa più acuta quando si è turbati e, sebbene non vi siano ancora risultati scientifici in grado di provarlo con un adeguato grado di precisione, sembra particolarmente presente quando le emozioni in atto sono rabbia e paura. Altri indizi legati alla voce, non ancora dimostrati scientificamente ma spesso presenti, sono l’accelerazione e l’aumento del volume in situazioni di collera o paura e il rallentamento e l’abbassamento di volume in presenza di tristezza.

Le alterazioni della voce prodotte dalle emozioni sono tra i segnali di menzogna più difficili da nascondere. Va comunque ricordato che una voce acuta non è segno di falsità, quanto un segno di paura, piuttosto che di collera o di eccitazione.

di Francesca Baratto

Enciclopedia della comunicazione non verbale

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