Disturbo Borderline di Personalità a trauma dell’attaccamento disorganizzato

di Anna del Torto

3.1  Disturbo Borderline di Personalità a partire dal trauma dell’attaccamento disorganizzato

Il Disturbo Borderline di Personalità è un disturbo psichiatrico cronico e debilitante, caratterizzato da un pattern di relazioni interpersonali caotiche e controproducenti, labilità emotiva, scarso controllo degli impulsi, scoppi d’ira, frequenti tentativi di suicidio e automutilazioni (Levy K. N., 2005).

Recentemente i ricercatori e i teorici di psicopatologia hanno incominciato a studiare gli aspetti fondamentali del disturbo borderline quali instabilità emotiva, intensi rapporti interpersonali, sentimenti di vuoto, scoppi di rabbia, disturbo dell’identità, paure croniche di abbandono e intolleranza per la solitudine, come derivanti da problemi nell’organizzazione dell’attaccamento (Levy et al., 2005).

Più specificatamente è l’attaccamento disorganizzato, considerato come uno sviluppo traumatico per il bambino, ad essere ritenuto un forte fattore di vulnerabilità nell’eziologia del Disturbo Borderline di Personalità (Holmes, 2007, Liotti 1999b).

Come detto in precedenza nel corso di questo lavoro, l’attaccamento disorganizzato è caratterizzato da una relazione spaventata/spaventante dove sono molto frequenti maltrattamenti e/o abusi da parte del caregiver sul bambino, o la presenza di lutti o traumi irrisolti nella mente del genitore.

Questa caratteristica è importante proprio per supportare l’ipotesi secondo la quale l’attaccamento disorganizzato è un forte fattore di vulnerabilità per il successivo sviluppo del Disturbo Borderline di Personalità.

Numerose ricerche, infatti, corredate da diagnosi valide e metodi di codificazione delle esperienze retrospettive, hanno trovato che una notevole percentuale di pazienti BPD affermavano di essere stati abusati sessualmente da bambini (ad esempio, Zanarini et al., 1997; cit. in Bateman e Fonagy, 2004).

Questi studi riferiscono, inoltre, una percentuale maggiore rispetto ai gruppi di controllo, di abuso sessuale nei pazienti con BPD.

Ad esempio, alcuni studi epidemiologici riportano storie infantili di abuso sessuale e maltrattamento fisico tra il 70% e il 90% dei casi di diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità (Gunderson, 2008).

Anche altre ricerche, basate sull’AAI che hanno esaminato i tipi di attaccamento dei pazienti con questo disturbo, hanno suffragato l’ipotesi del ruolo dell’attaccamento insicuro in generale, e di quello disorganizzato in particolare nell’eziologia del Disturbo Borderline di Personalità (Holmes, 2007).

Inoltre Hobson, insieme ai suoi collaboratori, studiando un gruppo di pazienti con BPD, ha trovato un’alta prevalenza di invischiati nell’attaccamento e irrisolti, valutati anch’essi attraverso l’AAI (Hobson, 2002; cit. in Holmes, 2007).

Un’estesa indagine epidemiologica ha confermato l’associazione statistica fra lutti e traumi irrisolti nella madre e sviluppo di DBP.

Quindi si vede come l’attaccamento disorganizzato ha un ruolo importante nell’eziopatogenesi del Disturbo Borderline di Personalità, e questo lo si evince  sia dai dati appena citati, che rivelano alcune caratteristiche peculiari dell’attaccamento disorganizzato nelle storie di questi pazienti, ma anche nella fenomenologia di questo disturbo.

Il ruolo dell’attaccamento disorganizzato lo si può cogliere, infatti, da diversi tratti che caratterizzano il disturbo stesso come ad esempio comportamenti suicidari o comportamenti automutilanti e nell’alterazione dell’identità o da un punto di vista maggiormente psicodinamico, dalla presenza in questi pazienti di un deficit di mentalizzazione (Bateman e Fonagy, 2004).

Di seguito cercheremo di far luce su alcune teorie che vedono centrale, nell’insorgenza del Disturbo Borderline di Personalità, l’attaccamento disorganizzato e la conseguente non integrazione del Sé che esso comporta.

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