Cosa significa diventare schiavi del proprio comportamento

Il problema della dipendenza, nelle sue varie forme e sfumature, potrebbe essere considerato come una delle tematiche caratteristiche del nostro tempo , date le proporzioni di gravità  e la sempre maggiore  diffusione che tale problema ha raggiunto,  attraverso nuove forme patologiche che si stanno diffondendo con grande voracità , alimentate da una società orientata verso un pragmatismo eccessivo che tende a svalutare sempre di più ogni esperienza dell’umanità che non può essere valutata,  quantificata e misurata.

1.1.   IL CONCETTO DI DIPENDENZALa dipendenza è un fenomeno estremamente complesso che chiama in causa numerosi aspetti della sfera individuale, tanto che risulta impossibile darne una definizione precisa e condivisa da tutta la comunità scientifica. La dipendenza investe l’individuo a vari livelli: a livello comportamentale essa si manifesta nella ricerca di una sostanza o nella reiterazione di un determinato comportamento; parallelemente a livello psicologico il soggetto è totalmente assorbito dall’oggetto della propria dipendenza, tanto che non riesce a farne a meno (Guerreschi, 2015).

Le conseguenze negative che derivano da questa situazione si ripercuoto nell’intero funzionamento della vita dell’individuo, provocando una condizione di sofferenza generale, estesa anche al suo contesto di appartenenza.

Quello che è particolarmente interessante risulta essere la relazione che si instaura tra il soggetto e l’oggetto della dipendenza, in un processo unico, particolare e carico di significati. (Rigliano, 1998). La dipendenza si costruisce nell’interazione tra soggetto, oggetto e contesto in cui entrambi sono inseriti: il soggetto, portatore di una serie di caratteristiche e di bisogni, incontrando l’oggetto (che può essere una sostanza, un comportamento o una relazione), vive un’esperienza particolare data dalla strutturazione che il sé  subisce al seguito di questo incontro. Il fulcro della dipendenza è l’esperienza soggettiva, il modo in cui l’oggetto cambia la condizione dell’individuo ( Shafer, 1964).

La dipendenza non è un vizio, né una malattia, ma è un processo che si innesca quando una persona, nel contatto con un particolare oggetto, si sperimenta in maniera diversa e legge tale ristrutturazione del sé come positiva e funzionale. E’ la convinzione individuale, in seguito ad un’esperienza soggettivamente interpretata, di aver trovato in un posto e solo in quel posto, la risposta fondamentale a propri bisogni e desideri essenziali che non è possibile soddisfare altrimenti ( Rigliano, 1998).

La dipendenza quindi non ha una o più cause, ma si costruisce in una circolarità di bisogni e significati che restringono il campo delle scelte possibili ad  un’unica opzione, quella del contatto del soggetto.

La lingua inglese opera un’importante distinzione tra due termini che in italiano vengono tradotti con la  stessa parola pur avendo significati diversi: addiction e dependence.

Con dependence si vuole indicare la dipendenza fisica e chimica, la condizione in cui l’organismo necessità di una determinata sostanza per funzionare e quindi la richiede.

Con addiction si intende definire una condizione generale in cui la dipendenza psicologica spinge alla ricerca dell’oggetto senza il quale l’esistenza diventa priva di significato.

Addiction e dependence non compaiono necessariamente insieme: il riconoscimento di nuove forme di dipendenza nei confronti di attività e non solo di sostanze chimiche, conferma l’ipotesi che si possa sviluppare un’addiction senza dependence, un bisogno imprescindibile di mettere in atto dei comportamenti significativi, in assenza di un dipendenza fisica vera e propria. D’altra parte si può anche avere una dipendenza fisica senza addiction , ovvero senza sviluppare una fenomenologia patologica che conduce progressivamente all’autodistruzione e all’isolamento del soggetto.

di Silvia Diolaiuti

Questo articolo non sostituisce trattamento medico o psicologico. Se cerchi aiuto, contatta uno psicologo

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