Embodiment online ed embodiment offline in psicologia: definizione

EMBODIMET ONLINE ED EMBODIMENT OFFLINE

Si sono argomentate le caratteristiche della teoria dell’Embodiment che come abbiamo compreso racchiude in sé i concetti di corpo-mente in interazione con l’ambiente, di attività psicologico percettiva, di stato corporeo, di cognizione situata e di cognizione per l’azione. Tuttavia vi è un altro concetto molto importante che sottende e integra il processo Embodiment.

Il concetto di simulazione sancisce la dipartizione del paradigma Embodiment che ci fa desistere dal continuare a trattare la Embodied Cognition da un singolo punto di vista e pone il processo Embodiment sotto una doppia luce che si esplica nel continuum Embodiment online offline.

E’ stato fin qui descritto l’Embodiment on-line, cioè un processo Embodiment che si verifica contestualmente all’esperienza che il soggetto ha dell’ambiente attraverso la cognizione (mente/cervello) e attraverso il corpo (mediante l’azione). Attraverso il corpo, nella memoria del soggetto vengono registrate le sensazioni corporee situate, cioè legate all’esperienza che sta vivendo (Suitner et al., 2014).

Nell’Embodiment offline le memorie delle sensazioni corporee registrate durante un’esperienza pregressa vengono rievocate mediante la simulazione modale durante le successive esperienze simili di vita.

Secondo la Grounded Cognition Theory (Barsalou, 2008) la simulazione modale, accompagnata agli stati corporei (bodily states) e all’azione situata (situated action), è un processo alla base della cognizione proprio perché molti processi cognitivi di alto ordine, come a es. la memoria, l’immaginazione e il problem solving non originano da processi interni, computazionali e disembodied, ma sono strettamente legati alle simulazioni sensomotorie (Gibbs, 2006).

In linea con la definizione di Barsalou (2008), quando si ha un’esperienza, il cervello registra gli stati corporei nelle specifiche modalità e li integra in una rappresentazione multimodale (es. la rappresentazione multimodale della visione, dell’udito, dell’azione, dello spazio, dello stato emotivo, del linguaggio) immagazzinata nella memoria, poi quando la conoscenza è richiesta per rappresentare il successivo e simile input ambientale, le memorie di quelle esperienze sono riattivate per simulare la percezione, l’azione e l’introspezione associate a quelle esperienze che sono state rappresentate.

Nell’ Embodiment offline è fondamentale sottolineare il ruolo del canale corporeo che, attraverso la comunicazione con il sistema cognitivo, intercetta le sensazioni corporee elicitate dagli input ambientali che attivano a loro volta le risorse cognitive che concretizzano la consapevolezza di tali sensazioni nel soggetto.

A seguire (nei paragrafi 3.5, 4.2, 5.2 e 5.3) si designano i principali processi cognitivi che, all’interno della cognizione body based, si esplicano attraverso il processo offline.

Come argomentato, dato che le sensazioni corporee attivate on-line durante l’esperienza reale dell’ambiente sono in grado di influenzare il modo in cui pensiamo e parliamo (Situated Cognition), analogamente nell’Embodiment offline le risorse sensoriali e motorie esperite in altre situazioni sono rievocate per compiere i processi mentali. Quindi elementi percettivi distanti nel tempo e nello spazio vengono attivati con la simulazione per processare le informazioni hic et nunc.

Secondo Gibbs (2006) la percezione non è qualcosa che si verifica solo attraverso sistemi specifici sensoriali (es. occhi e sistema visivo) legati a specifiche aree cerebrali, ma è un’attività propriocettiva che include tutti gli aspetti del corpo in azione all’interno dell’ambiente. Le simulazioni del propriocepito tentano di influenzare la percezione visiva: a esempio, essere stanchi da una corsa ci fa sembrare la collina più alta e portare uno zaino pesante fa sì che si percepisca un percorso come più lungo (Proffitt, 2006, cit. Ambrosini, Scorolli, Borghi, & Costantini, 2012). Ciò induce ad asserire che la percezione dello spazio è modellata dal corpo, dalla relazione del corpo con l’ambiente e dal potenziale del corpo per l’azione (Franklin & Tversky, 1990, cit. Barsalou, 2007).

La percezione è strettamente legata ai processi di pensiero: gli oggetti sono percepiti attraverso la simulazione di come essi possano essere fisicamente manipolati. Attraverso l’immaginazione possiamo visualizzare qualcosa che non è realmente presente nell’ambiente del “qui ed ora”; essa ci permette anche di immaginare attività future. La memoria implicita emerge nel momento in cui apprendiamo alcune abilità che con il tempo divengono automatiche (es., guidare l’auto). Molti studi sostengono infatti che la memoria implicita origina dalla simulazione delle memorie percettive (Roediger & McDermott, 1993, cit. Barsalou, 2007a). Nella memoria di lavoro invece i neuroni del lobo frontale mantengono la simulazione dello stimolo assente nel sistema modale in cui lo stimolo è stato originariamente acquisito: nello specifico vi sono diverse regioni della corteccia frontale che mantengono memorie di lavoro per diversi tipi di contenuti modali; per questo lo studio sull’immaginazione ha stabilito il ruolo centrale della simulazione modale nella memoria di lavoro (Barsalou, 2008).

Allo scopo di dare riscontro pratico ai concetti teorici qui presentati, nei capitoli quinto e sesto si analizzeranno una serie di studi nei quali emergono le proprietà Embodiment attraverso l’esplicitarsi dei suoi moderatori.

Articolo di Valentina Blue Magris

 

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