Facial Action Coding System in Psicologia Clinica

Facial Action Coding System per lo studio delle emozioni in ambito clinico

Facial Action Coding System di Ekman e clinica

Lisa Rogai

Lo studio delle emozioni sta suscitando un grande interesse da parte degli psicologi, a testimonianza di questo le numerose ricerche sull’argomento pubblicate dagli anni ’80 ad oggi. Il motivo di tale interesse è sicuramente l’evidente implicazione delle emozioni nei processi cognitivi e nei comportamenti degli esseri umani, da qui la necessità di comprenderli. Il mondo della ricerca psicologica è stato spesso impegnato in ambiti cognitivi, sicuramente perché importanti ma anche, e soprattutto, per mancanza di una definizione del fenomeno emotivo. Le emozioni sono state definite come “cambiamenti di arousal” (Duffy, 1962), come “costruzioni sociali” (Harrè, 1986), come “tendenze all’azione” (Frijda, 1990) ecc. Di conseguenza e parallelamente a questo problema, in passato non erano a disposizione strumenti validi e affidabili che indagassero l’argomento di interesse. Le ricerche condotte da Davidz poi mettono in luce il problema del linguaggio usato per descrivere un’emozione. Osserva che molti autori usano un linguaggio ambiguo quando parlano dell’argomento poiché, data la complessità del tema trattato, non può esaurirsi con una sola parola che includa cambiamenti fisici, tendenza all’azione e atteggiamenti (Davidz, 1969).

Un ultimo problema da ricordare è che la ricerca sulle emozioni pone dei limiti etici. Le norme del codice etico proposte dall’AIP (Associazione Italiana Psicologi 1995) regolano le ricerche mettendo dei limiti da non superare per non ledere alla libertà e soprattutto alla salute, fisica e psicologica, dei soggetti inclusi nel campione sperimentale. Detto questo, appare evidente che la ricerca sulle emozioni, soprattutto quelle negative, è assai compromessa e limitata da tale codice.

Nonostante questi problemi, numerosi studiosi hanno impegnato gran parte della loro vita a osservare e trarre conclusioni sulla natura, sul meccanismo e sulle funzioni delle emozioni. Alcuni psicologi di orientamento evolutivo si sono cimentati sui metodi per oggettivare l’esperienza emotiva, che altrimenti resterebbe una conoscenza esclusiva del soggetto in gran parte inaccessibile ad altri. Lo strumento oggettivo che trovarono fu l’Atlante Facial Action Coding System (F.A.C.S., 1978) che descrive le espressioni facciali corrispondenti alle diverse emozioni, le loro sfumature e le loro mescolanze. Il manuale ha come presupposto la teoria per cui i cambiamenti del volto, rispetto al suo stato neutro, sono lo specchio delle emozioni dell’individuo e, poiché i muscoli facciali sono poco controllabili, sono indici attendibili. Grazie a queste scoperte che i clinici hanno fatto proprie, si notano studi rilevanti che illustrano l’applicabilità del manuale in ambito diagnostico e terapico. Questo elaborato ha l’obbiettivo di descrivere il manuale F.A.C.S. e la sua utilità in ambito clinico.

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