I meccanismi di difesa nel Narcisismo secondo Kernberg

Difese del Sé grandioso patologico

Di tratta di sistemi di controllo sia di queste angosce profonde, sia delle relazioni con gli altri e con le situazioni esterne

Idealizzazione

È la modalità fondamentale di rapporto attraverso il rispecchiamento del Sé grandioso dell’altro, che abbiamo già descritto come “io sono grandioso. In compagnia con te siamo due grandiosi. Anzi: risplendiamo della stessa grandiosità. siamo sempre in perfetta sintonia”. Si tratta di un idealizzazione di tipo primitivo, che non tiene in considerazione la realtà dell’altro, della sua presenza e concretezza. Non trae spunto dall’umanità dell’altro, ne la considera. Fa ciò il suo carattere insieme paradisiaco e spietato.

Ecco dunque il circolo vizioso della relazione speculare del Sé grandioso: ognuno dei rapporti così fondati si trova continuamente sospeso, in bilico fra il tentare di risucchiare in esclusiva l’attenzione, l’interesse, l’esistenza stessa dell’altro e il sentire se stesso risucchiato, intrappolato dall’altro. L’altro deve comprendere il narcisista, subito e completamente, in questa modalità di rapporto di rispecchiamento ideale di perfezioni: oppure non esiste alcun rapporto. L’idealizzazione da proiezione del Sé grandioso ha lasciato il posto alla ricognizione della realtà dell’altro; e la realtà dell’altro in queste sensibilità è una irriducibile lontananza indifferente, una fondamentale estranietà. Quando la relazione con il Sé grandioso è attivata, il soggetto avanza continue pretese senza fine e senza limite, spesso con arroganza  e talvolta con scarsa considerazione della loro realisticità. Il suo non è propriamente un chiedere, né tanto meno un pretendere cose, azioni, gesti. Nulla è più lontano dal suo punto di vista. Il Sé grandioso ha un continuo bisogno di essere alimentato, e dal suo punto di vista è del tutto naturale che l’altro sia là per questo, come è naturale che ogni dedizione sia dimenticata davanti ad una piccola frustrazione, a una breve separazione. Hanno incapacità a sopportare un allontanamento anche breve dell’altro in quel momento significativo. Esso  provoca una grave ferita, viene vissuto come un ingiusto rifiuto da parte dell’altro. Questi sfugge al controllo totale. Il distacco dunque provoca accessi di rabbia, accumulando ostilità che, proietta sull’altro, lo rende minaccioso: si amplifica in questo modo la sensazione di pericolo connessa con l’esistenza dell’altro in quanto tale. Se l’altro non rifornisme continuamente la perfezione del Sé grandioso, la sua immagine si corrompe rapidamente. Nel momento in cui la rabbia si fa più furiosa e caotica e non esprime le consuete pretese di controllo del Sé grandioso, dobbiamo pensare che il soggetto stia reagendo a se stesso, alle lacerazioni profonde che il distacco ha evocato.

Rabbia per allontanamenti temporanei, una notevole possessività nel controllare l’altro o il non accettare nessuna forma di contraddittorio, vengono molto spesso presi come segni di una rassicurante sicurezza in se stesso del narcisista, o di quanto egli tenga al rapporto, o magari di quanta importanza dia al suo interlocutore

Svalutazione

La svalutazione è un disprezzo che ha una qualità fredda, spietata: colpisce l’altro in quanto è diverso, in quanto h vita autonoma difesa contro il valore dell’altro, contro l’esistenza stessa della sua alterità. Il valore, la bontà, la ricchezza, le qualità dell’altro vengono vissute come una minaccia, un rimpicciolimento del Sé grandioso. La svalutazione dell’altro mantiene e rafforza la profonda negazione del narcisista verso la propria stessa autoaffermazione. Al di fuori delle dinamiche del Sé grandioso non ci può essere reale affermazione del suo essere. Il narcisista in fondo si disprezza. La svalutazione è diretta soprattutto contro i sentimenti teneri, i bisogni affettivi che il narcisista non può vedere in sé e che colpisce nell’altro. Ogni segno di affetto viene inteso come una sottomissione; ascoltare porta con sé una minaccia d’inganno. Ogni carenza dell’altro, ogni suo momento d’ansia, vengono colpiti.

La svalutazione è una dinamica fondamentalmente proiettiva e non tiene in alcun conto la realtà del suo oggetto, che viene misconosciuto nelle sue caratteristiche. Questi può trovarsi ad essere disprezzato per qualità che non ha, per sentimenti che non prova, per intenzioni non sue.

Anche la auto-svalutazione, presente in altri contesti di personalità narcisistiche, deve essere considerata il più delle ovlte come una difesa narcisistica: infatti anch’essa è funzionale a tener lontano da sé l’interlocutore potenziale, rendendolo praticamente inaccessibile. Inoltre, tramite l’auto-svalutazione, l’altro viene di fatto controllato e manipolato, in quanto gli vengono attribuiti pensieri, gesti, desideri, propensioni ce non sono sue, ma del narcisista.

“L’odio bianco”: fraintendimento e misconoscimento del Sé dell’interlocutore

Nella sua corsa a colmare un vuoto, il narcisista non sa e non può fermarsi a riconoscere e ad ascoltare la presenza di vita che è in lui; non sa e non può quindi fermarsi a riconoscere e ad ascoltare la presenza reale di chi sta davanti a lui. Questi si sente idealizzato per qualità estranee alla propria persona e sente di provocare scoppi di rabbia quando esprime proprie qualità.

ODIO BIANCO: terribile indifferenza per l’essere reale dell’altro, unito ad una spasmodica apparente attenzione. È un continuo e sottile fraintendimento che disorienta e confonde, è un disconoscimento che manipola eppure lega al rapporto.

Il più delle volte mostrano una completa indifferenza circa l’origine e le motivazioni della vita emotiva di chi li circonda

Diniego

Negazione dell’importanza emotiva di ricordi o di pensieri, viene usato spesso come difesa contro l’esperienza della sofferenza e della frustrazione, contro la percezione dei propri sentimenti verso una persona o una situazione. Il diniego in pratica rafforza la scissione e fornisce una protezione contro sofferenza e paura.

Racaimer: vicissitudini del diniego attraverso le generazioni

Sotto il Sé grandioso

Il Sé grandioso costituisce una difesa contro gravi tensioni sottostanti, ma le rispecchia e ne conserva una risonanza nelle sue modalità. È una specie di “trasformatore”, una crosta esterna di pure tensioni narcisistiche che garantisce la coesione e l’adattamento di un’organizzazione profonda sostanzialmente borderline.

L’organizzazione narcisistica interiore in un certo senso si comporta come un genitore, incapace di ascolto, ma che in qualche modo si prende cura di un bambino terrorizzato. Si crea comunque una collusione interiore perversa, cioè fondata contro un riconoscimento della realtà, sia da parte del Sé che cerca protezione contro il terrore e il vuoto, sia da parte del Sé grandioso che questa protezione cerca di garantire.

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