stili di coping significato

Il significato di coping può cambiare la tua vita

Questo articolo contiene il significato e la definizione di coping. L’articolo è di Giulia Fenili

Che cos’è il coping

Il costrutto del locus of control si lega inevitabilmente al concetto di coping: con tale termine (dall’inglese to cope, “fronteggiare”) indichiamo l’insieme dei meccanismi psicologici adattivi messi in atto da un organismo per fronteggiare le situazioni stressanti.

Se consideriamo lo stress come uno stato di tensione fisico-psicologica attivata da un evento, per indicare la valutazione delle nostre capacità di fronteggiare tale situazione dobbiamo far riferimento al coping. A seguito di una valutazione interna, l’individuo prende consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti nell’affrontare determinate situazioni nella maniera più efficace possibile. Il processo ha inizio con la valutazione dello stimolo da parte dell’individuo: la persona mette in atto delle strategie di coping con cui affrontare lo stress, per ridurre il livello fino a eliminarlo. La risposta di coping è in parte automatica e spesso può prescindere dalla consapevolezza. Anche il coping, come lo stress, è un processo multi-componenziale: attiva sia la componente cognitiva che quella neurofisiologica.

Il tuo pensiero influenza il modo in cui affronti lo stress

La componente cognitiva rappresenta le capacità di far fronte alla situazione, mentre quella fisiologica rappresenta la preparazione dell’organismo a entrare in azione (Frijda, 2001). Secondo una definizione ampiamente condivisa, il coping è l’insieme dei tentativi per controllare gli eventi ritenuti difficili o superiori alle nostre risorse (Lazarus & Folkman, 1984). Questi tentativi cambiano sempre nel tempo: all’origine vi sono tutte le nostre esperienze passate, le convinzioni e infine le risorse (sia personali che ambientali). Come sottolineato dallo stesso Lazarus, questi tentativi non restano costanti, ma sono soggetti a modifiche: questo accade perché gli eventi che incontriamo sono variabili, le situazioni non sono mai le stesse, i momenti cambiano così come le nostre risorse.

Lazarus e Folkman (1984) descrivono due diverse tipologie di coping: la prima mette in evidenza il problema scatenato dallo stress, mentre la seconda focalizza l’emozione suscitata dallo stress e cerca di attenuarla. Tali strategie vengono definite rispettivamente “coping centrato sul problema” (finalizzato a gestire e modificare il problema) e “coping centrato sull’emozione” (finalizzato alla riduzione della tensione emotiva): nella Tabella 1 vengono riportati vari esempi relativi alle due strategie di coping, tratti direttamente da Lazarus e Folkman (1984).

Indicatori per capire gli stili di coping

Con un coping centrato sul problema, la persona:

  • analizza il problema per comprenderlo meglio
  • elabora e segue un piano di azione
  • tiene duro e lotta per ciò che vuole
  • sa cosa c’è da fare e si impegna a fondo per appianare le cose
  • cerca di non agire troppo in fretta e di non seguire il primo impulso
  • chiede consiglio ad un familiare o a un amico
  • si rivolge a uno psicologo per cambiare il suo modo di agire

 

Con un coping centrato sull’emozione, la persona:

  • cerca di dimenticare l’intera faccenda
  • tenta di vederne il lato positivo
  • conclude che non tutto il male viene per nuocere
  • gradisce la simpatia e la comprensione degli altri
  • riscopre le cose veramente importanti nella vita
  • non si lascia prendere la mano e si rifiuta di pensarci troppo
  • decide che ci sono cose ben peggiori per cui preoccuparsi

Tabella 1 – I due diversi tipi di coping (Fonte: R.S. Lazarus e S. Folkman, 1984)

 

Il modello di Lazarus e Folkman risulta essere il punto di partenza della ricerca in questo ambito: successivamente, sono nati nuovi modelli volti a superare i limiti del modello originale. Le nuove prospettive si basano su una concezione più dinamica del concetto di coping: l’enfasi viene posta maggiormente sui fattori di vulnerabilità e sulla resilienza (capacità di uscire da situazioni fortemente stressanti e negative con esiti positivi e costruttivi). Questi nuovi modelli pongono una maggiore attenzione a collocare il soggetto all’interno del contesto sociale di vita, dove i processi di stress e di coping sono visti non come proprietà dei singoli ma contesti sociali (Zani e Cicognani, 2000).

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