Le 4 tecniche di mindfulness

Gli approcci predominanti sono MBSR (mindfulness-based stress reduction), MBCT (mindfulnesso-based cognitive therapy), DBT (dialectic behavior therapy), and ACT (acceptance and commitment therapy).

Sebbene tutti e quattro siano centrati sulla meditazione e si focalizzino sullo sviluppo della mindfulness, intesa come nella definizione di Kabat-Zinn, questi approcci differiscono nel modo in cui si propongono di far acquisire le skills[1] di mindfulness.

Le prime due MBSR e MBCT usano la meditazione per sviluppare la skill di mindfulness. La DBT insegna le tecniche di mindfulness descrivendole come “versioni psicologiche e comportamentali delle skill di meditazione” (Linehan, 1993, p.114). L’ACT invece ha un approccio simile ma si occupa di insegnare le porzioni di skill non meditative.

La MBSR è stata sviluppata alla fine degli anni ’80 come training di intervento di 8 settimane per persone che avevano tutta una serie di problemi medici come il dolore cronico. Successivamente la MBSR è stata incorporata alla MBCT come approccio per prevenire le ricadute negli adulti che avevano avuto una depressione.

Sia la MBSR che la MBCT comprendono una serie di pratiche di meditazione ispirate dalla tradizione Buddhista, che si propongono di sviluppare una serie di applicazioni che non siano strettamente legate alla religione o alla filosofia Buddhista.

I training di apprendimento della MBSR e della MBCT includono generalmente:

sessioni settimanali di gruppo

  Includono meditazioni guidate, discussioni su proprie esperienze

homework

pratiche formali di mindfulness

  analisi della postura, del modo di sedersi, meditazioni statiche e in movimento)

  • pratiche informali di mindfulness

nelle quali i partecipanti portano intenzionalmente all’attenzione azioni quotidiano come farsi la doccia, mangiare, fare shopping

Generalmente il contenuto dei training di mindfulness non è stabile ma varia in base alle caratteristiche dei partecipanti come ad esempio l’ansia, i disturbi dell’alimentazione, la depressione.

C’è una quantità di ricerca significativa che ha analizzato l’efficacia della MBSR e della MBCT con popolazione clinica e non clinica adulta.

Gli studi clinici si sono occupate della gestione del dolore cronico, dell’ansia, psoriasi, disturbi dell’alimentazione, fibromialgia, abuso di sostanze e pazienti di cancro (Bare 2003, Bishop, 2002, Grossman et al. 2004, Ivanovski and Mahli 2007, Shigaki et al, 2006).

Inizialmente la MBCT si era occupata di sviluppare un approccio per prevenire le ricadute nella depressione, specialmente on gli studi di Segal et. al (2002) e di Teasdale et al. (2000), successivamente con i disturbi d’ ansia (Evans et al., 2007), disturbi d’umore (Ree, Craigie, 2007), persone resistenti a trattamenti per la depressione (Kenny, Williams 2007), pazienti con cancro e di chi si prende cura di loro (Foley et al. 2007). E’ stata utilizzata per la prevenzione del comportamento suicidario (Williams et al. 2006), e dei suoi disturbi bipolari (Williams et al. 2008).

Le meta-analisi della ricerca empirica riportano effetti di media grandezza (d= .50-.59), in termini di misurazione esiti d’efficacia sulla salute fisica e psicologica (Baer, 2003, Grossman et al. 2004).

Grossman e colleghi, nella loro meta-analisi concludono che la MBSR può essere efficace nel migliorare la salute psicologica e il benessere, tuttavia la meta-analisi mostra anche che la fragilità metodologica deve essere migliorata offrendo ricerche con metodologia più rigorosa e con campioni di ampia scala e grandi campioni di controllo sono richiesti per validare empiricamente gli interventi basati sula mindfulness.

[1]  Si è voluto utilizzare il termine skills  per differenziarlo dalle ability, per evidenziare l’aspetto relativo all’apprendimento delle capacità di mindfulness.

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