Psicologia della salute: riassunto
Per comprendere l’evoluzione della concezione di Salute, ci soffermiamo sui due differenti Modelli Biomedico Tradizionale e Biopsicosociale.
- Il Modello Biomedico Tradizionale riflette pienamente i postulati della medicina classica applicata alla salute e alla malattia. In questo approccio ritroviamo un’impostazione riduzionistica, dal momento che la causa della malattia viene ricercata nell’organo (o apparato) disfunzionante,
e il paziente malato viene considerato solo nella parte corporea lesa. Per ogni malattia, quindi, esiste una causa biologica primaria, oggettivamente identificabile.
La cura del malato avviene esclusivamente mediante l’uso di strumenti “oggettivi” come farmaci e interventi chirurgici, con la totale esclusione di fattori psicologici, che non vengono considerati come cause potenziali della malattia e perciò non vengono presi in considerazione nel processo di diagnosi.
- Il Modello Biopsicosociale, si differenzia nettamente del modello Biomedico Tradizionale, in quanto costituisce un modello di tipo integrativo sistemico che descrive gli organismi come entità complesse con diversi livelli di organizzazione strettamente interconnessi: i livelli biologico, psicologico e sociale.
L’O.M.S. nel 1946 ha, infatti evidenziato, che la salute non deve più essere concepita come la semplice mancanza di malattia, ma come “uno stato di completo benessere psichico, fisico e sociale”.
La salute, quindi, non è più definita in senso negativo come assenza di malattia, ma come uno stato positivo, per questo si parla di Psicologia della Salute.
Indicatori positivi di salute
La novità principale è rappresentata dallo spostamento dell’interesse dalla prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e delle malattie alla Promozione della salute, cioè alla conservazione attiva della salute. Viene attuata, quindi, una distinzione tra il concetto di Health protection che si riferisce alla volontà di proteggere quante più persone è possibile dalle minacce alla loro salute, e il concetto di Health promotion che fa riferimento all’indurre le persone a fare delle scelte ragionate che migliorino la loro salute fisica e mentale. Si guarda, quindi, alle persone come Precursori primari della salute e a questo proposito assumono una notevole rilevanza gli Interventi mirati di tipo psicoeducativo che cercano di cambiare i comportamenti dannosi alla salute e di sostituirli con comportamenti salutari, oppure di instaurare ex novo i comportamenti salutari.
La prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute che si è riunita ad Ottawa il 17-21 novembre 1986 ha presentato una Carta per stimolare l’azione a favore della salute per tutti a partire dall’anno 2000. La promozione della salute viene descritta come il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. La salute viene quindi vista come una risorsa per la vita quotidiana, che deve essere promossa da tutti. Uno strumento di azione per la promozione della salute previsto dalla Carta è la creazione di ambienti favorevoli, ovvero condizioni di vita e di lavoro che siano sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli (Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, 1986).
A questo proposito ci soffermiamo sull’importanza della Psicologia della Salute negli ambiti Organizzativi. Sono stati Raymond Wood e Patrick (1990) ad introdurre il termine Occupational Health Psychology (OHP) con il quale volevano indicare una nuova materia interdisciplinare nata dal convergere tra la psicologia della salute (health psychology), e la salute pubblica (public health) nei contesti lavorativi.
L’Occupational Health Psychology interviene su tre dimensioni chiave:
- Individuo
- Ambiente di Lavoro
- Rapporto Lavoro/Famiglia
Può interessarti:
Scrivi a Igor Vitale