psicologia positiva

Psicologia Positiva Applicata: definizione e riassunto

Articolo di Irena Semi

Il termine Psicologia Positiva indica quell’orientamento psicologico, nato negli anni Sessanta del 1900 negli Stati Uniti d’America, che ha posto al centro il potenziale dell’essere umano, focalizzandosi sul momento attuale e sul futuro.

Martin Seligman ha fondato questo orientamento, che prende il nome di “Psicologia della felicità” o “Psicologia Positiva” o ancora “Movimento della Psicologia Positiva”.

Nasce il 12 agosto 1942 ad Albany, capitale dello stato di New York (USA). Si laurea alla Princeton University nel 1964, laurea Summa Cum Laude (Filosofia) e consegue il dottorato di ricerca in Psicologia presso l’Università della Pennsylvania nel 1967.

Attualmente è professore di Psicologia presso lo stesso Ateneo. Nel 1998 viene eletto Presidente dell’American Psychological Association (APA) con la maggioranza dei voti più alta della sua storia. Attualmente, il nome di Seligman è legato a doppio filo con quello della Psicologia Positiva, essendo considerato unanimamente il suo fondatore e principale autore.

Nell’ambito della Psicologia Positiva è stato autore di numerosi best seller, tra cui “Imparare l’Ottimismo”, “La costruzione Della Felicità” e “ Flourish”, oltre ad essere l’animatore del sito internet dedicato alla Psicologia Positiva.

La nascita della Psicologia Positiva

Il Cognitivismo ha influenzato grandemente la Psicologia Positiva in quanto si pone come fine l’indagare il modo in cui il pensiero influenza emozioni e comportamenti.

Appunto partendo dal Cognitivismo “classico”, Seligman e gli altri cultori della Psicologia Positiva sono passati dallo studio degli individui sofferenti ed infelici allo studio di quelli soddisfatti, ottimisti e di talento. Seligman sosteneva che «È giunto il tempo che la scienza comprenda le emozioni positive, dia un fondamento alla forza e alla virtù, fornisca utili indicazioni per realizzare quella che Aristotele definiva la buona vita», continuando poi dicendo che «speranza, saggezza, creatività, progettualità, coraggio, spiritualità, responsabilità e perseveranza sono stati fin qui ignorati o analizzati solo come sublimazioni degli impulsi ritenuti più autentici, quelli negativi».

Invece la Psicologia Positiva vuole studiarli con la stessa attenzione con cui la psicologia classica ha studiato ossessioni e fobie, autolesionismi e depressioni, puntando, dopo le decadi spese a indagare le malattie psichiche umane, a costruire una scienza del benessere psichico.

I fondamenti della Psicologia Positiva sarebbero stati evocati per la prima volta nel 1997, all’interno di una conversazione durante una vacanza invernale, tra gli psicologi Martin Seligman e Mihaly Csikszentmihalyi, a seguito di un incontro fortuito.

In particolare, Seligman racconta come l’evento – da lui definito epifanico – che lo ha condotto a pensare di concettualizzare i fondamenti della nuova corrente psicologica sia avvenuto a seguito di una conversazione con la figlia Nikki. Pochi mesi dopo essere stato eletto presidente dell’APA ( American Psychological Association),

Seligman si trovava nel giardino di casa sua, concentrato nella rimozione delle erbacce. La figlia di cinque anni, Nikki, nel frattempo giocava a lanciare in aria le erbacce strappate, spargendole nuovamente in giro.

Quando sgridata dal padre, Nikki gli chiese di potergli parlare, e gli disse: «Papà ti ricordi prima del mio quinto compleanno? Prima di quella data io ero una piagnucolona, ma il giorno del mio compleanno io ho deciso di non lamentarmi più. Se si può smettere di essere piagnucoloni si può anche smettere di essere dei brontoloni».

Da questo evento, Seligman racconta di aver tratto molti insegnamenti: qualcosa su Nikki, qualcosa su come si allevano i bambini, qualcosa su se stesso e molto sulla sua professione. In primo luogo, si rese conto che il miglioramento di Nikki non si limitava ad aver corretto il suo “piagnucolare”, ma piuttosto nell’aver sviluppato quella che Seligman definisce come una “competenza meravigliosa” che consente di “vedere dentro l’anima”, amplificandola, prendendosene cura, aiutandola a condurre una vita piena, attenuando le proprie debolezze. In secondo luogo, Seligman riferisce di aver imparato che allevare i bambini non significa soltanto lavorare su ciò che è sbagliato, ma anche e soprattutto coltivare le loro qualità migliori, aiutandoli a trovare gli spazi in cui possono svilupparle.

Su se stesso, Seligman comprese poi di essere realmente un brontolone, o come si definisce, “una nuvola in una famiglia di sole” e in quel momento decise di cambiare.

Tuttavia, per Seligman, l’aspetto più importante appreso da questa esperienza riguardò la sua professione. La psicologia si stava occupando quasi esclusivamente di patologia, dando poco o pochissimo spazio allo sviluppo delle risorse e del talenti delle persone.

Anche in seguito a questo episodio, Seligman decise di usare la sua presidenza dell’APA, avviando un processo di cambiamento e di avvicinamento verso la Psicologia Positiva. Nei primi anni di presidenza, Seligman organizzò una serie di incontri ad Akumal, in Messico, in cui coinvolse molti studiosi per porre le basi della Psicologia Positiva. Dal nucleo originario, si formò poi il comitato direttivo di Psicologia Positiva, composto da Mihaly Csikszentmihalyi, Edward Diener, Kathleen Hall Jamieson, Chris Peterson e George Vaillant. Da questo network iniziale, alcuni mesi dopo nacque il Positive Psychology Center presso l’Università della Pennsylvania, il primo Summit di Psicologia Positiva, tenutosi a Washington DC e il primo numero speciale dedicato al tema della Psicologia Positiva all’interno della prestigiosa rivista American Psychologist a cura di Seligman e Csikszentmihalyi.

Anche se non vi è dubbio che Seligman ha avuto un ruolo centrale nel modellare l’attuale Psicologia Positiva, come sottolineato da Linley, Joseh e Word , la Psicologia Positiva nei suoi contenuti è sempre stata presente, 1 ben prima del 1997. Quello che rappresenta il merito di Seligman è di aver dato una visione sistemica e olistica ai diversi spunti e contenuti già ampiamente riportati in letteratura, fornendo un’incredibile spinta al loro sviluppo. Come notato da Yen , negli 2 ultimi 10 anni, c’è stata letteralmente un’esplosione di ricerche e di interventi all’interno della Psicologia Positiva, orientamento psicologico incentrato sul potenziamento e il benessere più che sul disagio, andando ben oltre le aspettative anche dei suoi più fervidi sostenitori.

Si registrano infatti tassi record di iscrizione ai corsi di laurea in Psicologia Positiva in Nord America e in tutto il mondo, attirando una notevole quantità di attenzione dei media.

Attualmente, è il corso più popolare di Harvard, avendo recentemente soppiantato i corsi introduttivi sull’economia. All’interno del mondo accademico, la Psicologia Positiva si è velocemente affermata grazie ad un corpus crescente di dati di ricerca, centri di ricerca dedicati, corsi di laurea e programmi di insegnamento.

Nel 2007 è nata l’Associazione Internazionale di Psicologia Positiva (IPPA), con tre fondamentali missioni:

  1. promuovere la scienza della Psicologia Positiva e le sue applicazioni basate sulla ricerca;
  2. facilitare la collaborazione tra ricercatori, insegnanti, studenti e praticanti di tale disciplina in tutto il mondo e nei diversi insegnamenti accademici;
  3. condividere le scoperte in Psicologia Positiva con il massimo numero di persone. In ambito nazionale, esiste anche una Società Italiana di Psicologia Positiva con simili finalità.

Nel 2009 si è svolto a Philadelphia, in Pennsylvania, il Primo Congresso Mondiale di Psicologia Positiva che ha attratto oltre 1500 persone provenienti da 52 Paesi. Molti esperti, come Wong e Yen , concordano nell’affermare che la Psicologia Positiva è 3 4 diventata rapidamente uno dei principali temi “caldi” sia all’interno dei circoli accademici sia nella cultura più popolare.

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