regolazione emotiva e temperamento

Regolazione emotiva e Temperamento: un approccio psicologico

Questo articolo di Elena Karmina Stroe spiega le relazioni tra regolazione emotiva e temperamento.

Basi temperamentali della regolazione emotiva

La regolazione delle emozioni modula e modifica il flusso dell’esperienza emotiva ed è il risultato di un processo che coinvolge diversi fattori, tra cui quelli temperamentali che, secondo Rothbart e Bates (2006), rappresentano le “differenze individuali costituzionalmente basate nella reattività enell’autoregolazione, nei domini di affetto, attività e attenzione”.

Che cos’è il temperamento? Definizione di temperamento

Più specificamente, Rothbart (2006) descrive il temperamento come “… differenze individuali nella regolazione emotiva, motoria e dell’attenzione misurate dalla latenza, dall’intensità e dal recupero della risposta e dai processi di autoregolazione, come un controllo proficuo della reattività moderata”.

Queste caratteristiche sono relativamente stabili nel tempo, e le differenze individuali di temperamento sono geneticamente influenzate (Rothbart, 2006; Rothbart e Bates, 2006).

Tali caratteristiche individuali hanno una base biologica ma non necessariamente sono fisse e stabili durante la vita, ed infatti possono variare in base alle influenze ambientali, alla maturazione e all’esperienza, cosi come hanno evidenziato Rothbart e Bates (2006), aggiungendo che ci sono alcune caratteristiche temperamentali alla base della regolazione emotiva, in particolar modo facendo riferimento al dominio dell’effortful control (Rothbart e Bates,2006).

Il controllo volontario delle emozioni in psicologia

Il concetto di controllo volontario si riflette proprio nel concetto di Rothbart e Bates (1998) di effortful control definito come “l’efficienza dell’attenzione esecutiva, inclusa la capacità di inibire una risposta dominante e/o di attivare una risposta sottodominante, di pianificare e rilevare errori”(Rothbart e Bates, 1998, p.137).

Quindi, l’effortful control implica l’autoregolazione del comportamento e dei processi cognitivi che non sono solodi tipo emotivo, ed è massivamente coinvolto anche nella regolazione delle emozioni (Rothbart e Bates, 2006).

Perciò, adeguate capacità autoregolatorie connesse all’effortful control si traducono nella capacità di distribuire intenzionalmente l’attenzione e di focalizzarla orientandola verso uno o più compiti (regolazione dell’attenzione o “attentional control”), nonché nella capacità di inibire o attivare un comportamento (controllo inibitorio o “inhibitory control”) e nel controllo e/o attivazione dei comportamenti in base alla necessità (“activation control”), soprattutto in contesti in cui un individuo non metterebbe in atto quel comportamento, ma lo fa ugualmente per adattarsi al contesto o per raggiungere un obiettivo (Evans e Rothbart, 2007).

Il controllo degli impulsi e delle emozioni

Le adeguate capacità autoregolatorie connesse all’effortful control sono coinvolte anche nel controllo volontario di pensieri e sentimenti, nella risoluzione di conflitti, nella correzione di errori e nella pianificazione di nuove azioni. Anche Berk (2008) individua l’effortful control come la dimensione regolatoria d’eccellenza del temperamento, che implica la soppressione volontaria di una risposta dominante e reattiva al fine di pianificare ed eseguire una risposta più adattiva.Accanto alla dimensione dell’effortful control, come altre componenti importanti del temperamento, si trovano la dimensione dell’emotività negativa e la dimensione dell’emotività positiva. (Rothbart,2011).

La regolazione delle emozioni negative

La caratteristica centrale dell’emotività negativa è una maggiore sensibilità agli eventi negativi che portano all’orientamento del comportamento e all’attenzione agli stimoli negativi ed include emozioni interiorizzate come la paura ed emozioni esternalizzate come la rabbia e la frustrazione(Canli 2006, Eysenck 1985, GrayeMcNaughton 2000). Invece la caratteristica centrale dell’emotività positiva è la sensibilità alla ricompensa come base degli affetti positivi e della motivazione.(Smillie 2008, Elliot e Thrash 2010).

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