Tecniche per ridurre lo stress lavoro correlato

In questo articolo puoi scoprire 3 risorse gratuite per affrontare positivamente lo stress. Capirai bene di cosa si tratta dopo aver letto tutto.

Tra i diversi orientamenti allo studio dello stress lavorativo presenti in ambito scientifico ci soffermiamo sull’Approccio Fisiologico  e sull’Approccio Transazionale.

  • Hans Selye ha affrontato lo studio dello stress sostenendo un Approccio fisiologico, il cui aspetto fondamentale è quello secondo cui l’uomo risulta in salute se le sollecitazioni dell’ambiente sono proporzionate alle sue capacità di risposta. In questo caso si avrà una reazione neuroendocrina e psichica armoniosa e la persona si troverà in una condizione di stress positivo o eustress. Diversamente possiamo parlare di stress negativo o distress qualora si dovessero verificare le condizioni in cui la sollecitazione esterna ecceda la capacità di risposta o sia troppo povera inibendo le normali esigenze di attivazione.

Selye ha delineato la cosiddetta Sindrome Generale di Adattamento (1936) secondo cui l’organismo mette in atto una reazione fisiologica aspecifica in risposta a qualunque richiesta di modificazione esercitata sull’organismo da una vasta gamma di stimoli eterogenei. Questa sindrome avviene in tre fasi:

  • Fase di Allarme nella quale si ha un momento di shock iniziale, in cui la resistenza si abbassa, seguito da un contro shock che mobilita i meccanismi di difesa e quindi intensifica le reazioni fisiologiche come l’aumento del battito cardiaco;
  • Fase di Resistenza in cui il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell’affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche come l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrene che determina la produzione finale di corticosteroidi dalla corteccia delle ghiandole surrenali, abbassando le difese immunitarie.
  • Fase di Esaurimento in base alla quale se l’esposizione agli stressors è troppo prolungata o se il meccanismo di difesa adottato fallisce, si possono produrre effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica.

Secondo Selye la reazione allo stress ha un carattere fondamentalmente adattivo che consente all’organismo di far fronte a nuove e più impegnative sollecitazioni ambientali.

  • Lazarus e Folkman (1984), invece, che condividono l’Approccio Transazionale, definiscono lo stress come la condizione derivante dall’interazione (Transazione) di variabili individuali e ambientali che vengono mediate da variabili di tipo cognitivo.

Con tale concetto si sottolinea la componente soggettiva dell’evento stressante, ovvero che l’elemento fondamentale che determina l’entità della reazione emozionale-fisiologica è la valutazione cognitiva che l’individuo compie quando si verifica un certo evento stressante.

Nel modello cognitivo-transazionale di Lazarus e Folkman ci sono tre diverse tipologie di valutazione cognitiva (appraisal) dello stressor:

  • Valutazione Primaria ovvero la valutazione cognitiva e la percezione emotiva dello stimolo;
  • Valutazione Secondaria che concerne la valutazione delle risorse e delle capacità a disposizione per far fronte allo stimolo stressante. Si tratta, dunque, della valutazione delle capacità di coping, cioè di fronteggiamento attivo della situazione stressante.

Il coping, dunque, comprende quelle strategie e azioni con cui una persona cerca di affrontare e superare un evento stressante.

Lazarus e Folkman hanno individuato due principali strategie di risoluzione del problema:

  • Strategie focalizzate sul problema con le quali la persona intraprende delle azioni dirette a trovare una soluzione al problema oppure ricerca delle informazioni che ne facilitano la soluzione
  • Strategie focalizzate sull’emozione per mezzo delle quali la persona si sforza di regolare le reazioni emotive negative causate dallo stress cercando conforto negli altri e rilassandosi.

A partire dal lavoro di Lazarus e Folkman, Endler e Parker (1990) hanno individuato tre tipologie di coping predominanti:

  • Coping centrato sul compito rappresentato dalla tendenza ad affrontare il problema in maniera diretta, ricercando soluzioni per fronteggiare la crisi;
  • Coping centrato sulle emozioni rappresentato da abilità specifiche di regolazione affettiva che consentono di mantenere il controllo delle proprie emozioni in una condizione di disagio;
  • Coping centrato sull’evitamento rappresentato dal tentativo della persona di ignorare la minaccia dell’evento stressante attraverso la ricerca del supporto sociale o l’impegno in attività che distolgano la sua attenzione dal problema.

Partendo da questa classificazione Endler e Parker hanno costruito e validato uno strumento, il Coping Inventory for Stressful Situation (CISS, 1990) composto da      48 items che indagano le tre dimensioni individuate e caratterizzato dalla scelta delle risposte su una scala Likert a 5 intervalli (da “per niente” a “moltissimo”). Si tratta di uno strumento estremamente versatile che viene utilizzato per misurare la competenza della persona di far fronte allo stress in ambito clinico, organizzativo o scolastico.

Il Burnout è una forma particolare di disagio professionale che deriva dallo stress e che è stata identificata inizialmente nell’ambito sanitario e successivamente nelle diverse professioni di aiuto e in quelle che si caratterizzano per le relazioni costanti con le persone.

  • Applicazioni per la Gestione dello Stress

­ Per la gestione dello stress ci si può rivolgere, tra i diversi orientamenti, alla Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale la quale  interviene attraverso:

La Procedura di Stress Inoculation Training introdotta da Meichenbaum (1977) rappresenta una delle diverse modalità di intervento della psicoterapia                    cognitivo-comportamentale per far fronte allo stress e alle sue conseguenze disfunzionali.

Questa modalità di intervento privilegia l’importanza del coping skills training che considera l’intervento psicologico come un processo di graduale addestramento e crescita del paziente, il quale diventa sempre più abile nell’affrontare i problemi che gli si presentano. Questo orientamento terapeutico implica che il terapeuta non sia un risolutore dei problemi del paziente ma un consulente/supervisore che lavora in collaborazione con il proprio paziente per aiutarlo ad analizzare la realtà stressante e ad intervenire per gestirla efficacemente.

Gli obiettivi immediati della procedura di Stress Inoculation Training sono:

  • modificare il comportamento manifesto e il comportamento cognitivo del paziente, sostituendo i comportamenti disadattavi con comportamenti adattivi;
  • sviluppare competenze in tema di gestione e fronteggiamento dello stress;
  • Ristrutturazione Cognitiva che si prefigge lo scopo di individuare gli schemi disfunzionali di ragionamento e di interpretazione delle situazioni percepite come stressanti, e di sostituirli con convinzioni che favoriscano la gestione della stress e siano, quindi, più funzionali al benessere della persona;

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